Mario Sacchi – Sfoggiare Inutile Erudizione https://www.inutile-erudizione.it Una valida alternativa a YouPorn Sat, 28 Mar 2020 21:21:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 Sirene e altri pesci… d’aprile! https://www.inutile-erudizione.it/sirene-e-altri-pesci-daprile/ https://www.inutile-erudizione.it/sirene-e-altri-pesci-daprile/#respond Sun, 31 Mar 2019 22:00:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/sirene-e-altri-pesci-daprile/ Benvenuti alla puntata del primo aprile!!! Datevi una pacca sulla schiena attaccandovi un foglietto con disegnato un pesce da parte mia e iniziamo subito parlando di scherzi, burle o semplici falsi a tema mysterioso!!!
Stavolta non ci sarà modo di mantenere la suspance riguardo ai fenomeni di cui parleremo: sono tutti frutto del lavoro umano, realizzati a scopo di lucro, come forma d’arte o per pura goliardia. Ne esistono a bizzeffe, a volte anche da fonti insospettabili, se pensiamo che addirittura Benjamin Franklin era famoso per le sue burle letterarie (arrivò persino a inventarsi il cinquantunesimo capitolo della Genesi).
In questa puntata, quindi, ci limiteremo a elencarne alcuni notevoli, di cui magari avete già sentito parlare, ma che forse potreste aver preso per veri. Iniziamo subito da quello riportato nel titolo, ovvero dalle
Sirene
L’esempio più famoso di hoax a fini artistici sono le creature realizzate dall’artista Juan Cabana e poi abbandonate sulle spiagge in attesa che qualcuno le ritrovi e ne rimanga sconvolto. Del suo celebre cadavere di sirena (o tritone) si parla qui.
Le sue opere sono note da anni, ma questo argomento è tornato prepotentemente alla ribalta alla fine del 2013, dopo le affermazioni di una deputata, che diceva di avere le prove dell’esistenza di questi esseri (sui quali peraltro ho un’opinione molto personale, ma è troppo maschilista per essere riportata qui). Tale presa di posizione traeva origine da un discutibilissimo documentario di Discovery Channel (classico esempio di disinformazione realizzata per alzare gli ascolti), che a sua volta prendeva spunto dal mockumentary di Animal Planet da cui abbiamo preso l’immagine di copertina di questa puntata, che però quantomeno era dichiaratamente un falso.
Insomma, burla su tutta la linea, almeno a quanto se ne sa al momento.
Teschio del Destino
Quando un bel giorno George Lucas e Steven Spieberg presero la decisione di gettare alle ortiche quanto avevano fatto fino a quel momento per produrre finalmente un film veramente brutto su Indiana Jones, si misero a cercare una storia che potesse definitivamente affossarne il mito. Ma per affossare un grande mito, ci vuole una grande boiata e quindi infilarono nella sceneggiatura un bel teschio di cristallo Maya.
Ora, è vero che, secondo alcuni (pochi) studiosi, i dodici teschi attualmente in circolazione sono effettivamente precolombiani, ma mancano degli studi approfonditi che lo confermino. Anzi, i pochi che sono stati svolti li identificano generalmente come falsi ottocenteschi, come nel caso di quello conservato al British Museum.
In particolare, l’unico fra i teschi attribuito (dal suo proprietario) ai Maya è quello ritrovato da Frederick Albert Mitchell-Edges nei primi anni del ‘900. Secondo questo famoso archeologo, tale oggetto avrebbe tremilacinquecento anni, sarebbe stato realizzato solo facendo delicatamente cadere della sabbia nei punti giusti (impiegandoci un secolo e mezzo) e, soprattutto, avrebbe incredibili poteri (benefici o malefici, alla bisogna). Tutto molto interessante e, soprattutto, verosimile, indubbiamente. Ma, giusto per capire quanto fossero affidabili le sue parole, scriverò anche che sosteneva di essere un abile pescatore di squali, di aver combattuto con Pancho Villa, di aver condiviso un appartamento a New York con Trotsky e di aver vissuto mille altre mirabolanti avventure per le quali si era meritato il soprannome di “the British Baron Munchausen”.
Per intenderci, nel suo libro di memorie Danger my ally, pubblicato nel  ’54, dice di aver trovato il teschio nel 1926  a Lùbaantun (città che dichiarò di aver scoperto, ma le cui rovine erano già note da vent’anni), ma il reperto non viene citato da nessuno dei suoi collaboratori dell’epoca e neppure da lui stesso! Nel suo volume precedente Land of wonder and fear, infatti, il nostro amico parla anche di quella spedizione, ma non fa menzione del mysteriosissimo reperto.
Ci sarebbe ancora molto da dire su questo oggetto: la mole di contraddizioni e panzane nei racconti di Mitchell-Edges prima, e di sua figlia Anna poi, è davvero notevole, ma credo sia noioso stare a riportarle qui. Limitiamoci a dire che in questa vicenda, di burle e falsità ce ne sono a bizzeffe e a tutt’oggi, da dove arrivi quel teschio, ancora non si sa.
L’uomo di Piltdown
Un altro bel contaballe (scusate il termine tecnico) era Charles Dawson, avvocato e paleontologo dilettante, salito alla ribalta nel 1912 per aver trovato quello che poi fu classificato come Eoanthropus Dawsoni in una cava nei pressi di Piltdown, in Inghilterra. Il reperto, che era stato datato (da lui stesso) a oltre un milione di anni fa, era eccezionale perché presentava caratteristiche sia umane che scimmiesche e costituiva pertanto il famoso anello mancante che tutti cercavano.
In particolare, la mandibola aveva caratteristiche tipiche degli Orango, mentre il resto del cranio presentava peculiarità presenti negli esseri umani. Casualmente, la mandibola era spezzata e mancavano proprio le estremità dove si sarebbe dovuta attaccare al cranio, che combaciando avrebbero dimostrato che le due parti facevano davvero parte dello stesso essere. Pensate un po’ che sfiga, eh? Così non c’è stato modo di zittire i ricercatori che hanno poi svelato che si trattava di due esseri distinti, fra l’altro vissuti al massimo 50.000 anni fa, come riportato in questo articolo.
I fossili di Beringer
Restando in ottica archeologica, ma iniziando a spostarci verso il terreno della goliardia, citiamo anche lo scherzo giocato a Johann Beringer da un paio di suoi colleghi dell’università di Würzburg, tali Roderick ed Eckart, che nascosero nei suoi scavi una gran quantità di fossili raffiguranti creature varie e persino corpi celesti. Addirittura, su uno di essi era raffigurato il nome di Dio. Il professore, pur scrivendo fra le varie ipotesi che si sarebbe potuto trattare di uno scherzo, fondamentalmente ci credette e ci scrisse su anche un libro, per il quale viene ricordato tutt’oggi. Certo, come modo per assicurarsi l’imperitura fama non è proprio il più onorevole, ma sempre meglio di certi personaggi del Grande Fratello.
La vicenda finì con un fossile su cui fu ritrovato il nome stesso di Beringer (grazie al quale si convinse del tutto di essere stato preso per i fondelli) e con una condanna in tribunale per i due simpaticoni.
Altre burle e conclusioni
Oltre a questi esempi se ne potrebbero elencare mille altri che spesso si riferiscono a semplici burle, messe in atto da buontemponi particolarmente ingegnosi. La più celebre, per noi Italiani, è senz’altro quella dei falsi Modigliani, che mise in luce le difficoltà degli esperti nel valutare l’autenticità di opere artistiche ritrovate durante le varie ricerche.
Altro scherzone mica male fu quello perpetrato nel 1910 da un gruppo di rampolli inglesi (fra cui anche colei che da grande sarebbe diventata Virgina Woolf). I ragazzi si spacciarono per una delegazione diplomatica abissina e salirono a bordo della corazzata Dreadnought, facendosi ricevere dall’equipaggio con tutti gli onori, come raccontato qui
In conclusione, possiamo dire che la gente è sempre pronta a farsi turlupinare, come dimostrò anche il celeberrimo episodio che coinvolse Orson Welles, che trasmise alla radio La Guerra del mondi e provocò il panico fra la popolazione, convinta che davvero stessero sbarcando gli alieni. Ufficialmente non si trattò di una burla (il programma fu preceduto e seguito da avvisi che spiegavano trattarsi di finzione), ma è legittimo sospettare che, almeno un po’, queste reazioni fossero auspicate dagli autori della trasmissione. Caso simile, ma stavolta dichiaratamente goliardico, fu invece quello della beffa di Berners Street, che non ha nulla di particolarmente misterioso, ma è un buon esempio della potenza di inventiva e determinazione messe al servizio della voglia di far gli scemi.
E a proposito di burle, voi vi siete accorti del messaggio segreto nascosto in questo articolo???
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Un mistero extraterrestre… poco extra e molto terrestre! https://www.inutile-erudizione.it/un-mistero-extraterrestre-poco-extra-e-molto-terrestre/ https://www.inutile-erudizione.it/un-mistero-extraterrestre-poco-extra-e-molto-terrestre/#respond Wed, 20 Feb 2019 23:18:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/un-mistero-extraterrestre-poco-extra-e-molto-terrestre/ Finalmente Occulturiamoci torna sui vostri schermi! Dov’era finita? Mistero! Per quanto resterà prima di sparire ancora? Misterissimo! Ha un argomento succoso e interessante per farsi perdonare la lunga attesa? Sì!
In questa puntata, infatti, si parla di UFO!
Il più classico degli argomenti mysteriosi, che affascina l’umanità dall’alba dei tempi, dall’inizio dei giorni, dal momento della creazione!
In pratica, dal giorno in cui un tizio trovò i resti di un pallone sonda in un prato negli Stati Uniti.
La storia è ben nota: siamo nel 1947 e il fattore W.W. Brazel trova dei misteriosissimi e ultratecnologici resti di disco volante, composti, a suo dire, da carta stagnola, asticelle di legno, pezzi di gomma e nastro adesivo a fiorellini, indispensabile per affrontare un viaggio interstellare.
“Lo giuro a me stesso: un giorno anche noi terrestri riusciremo a produrre dei fiorellini così!”
La notizia del ritrovamento suscita scalpore in tutto il mondo, ma viene smentita già il giorno dopo, quando i resti vengono identificati come appartenenti a un pallone sonda di tipo diverso rispetto a quelli in cui Brazel già si imbatteva di tanto in tanto. Il clamore si smorza e tutto torna tranquillo per una trentina d’anni, finché Charles Berlitz, già nostra vecchia conoscenza per essersi inventato il mistero del Triangolo delle Bermuda, pensa bene di scrivere un libro con William Moore, intitolato The Roswell Incident e dare il via anche a questo nuovo mystero che permetterà all’umanità di aprire gli occhi e, incidentalmente, a lui di vendere un sacco di copie. Il libro, in sostanza, è una raccolta di testimonianze prese a trent’anni di distanza dall’incidente, come lo sono anche parecchi altri volumi usciti sull’onda del suo successo. Si parla di due navicelle, di militari insabbiatori, di corpi alieni portati via dalla CIA e di un grande complotto per tenerci tutti all’oscuro dell’arrivo dei nostri graditi ospiti spaziali.
In effetti qualcosa di strano c’è, nel comportamento delle autorità dell’epoca e qualche solerte funzionario si mette ad indagare. Nel ’94 finalmente si scopre il vero complotto che il governo USA nascondeva in merito all’incidente: il pallone faceva parte del Progetto Mogul, allora segreto, che serviva a intercettare i test atomici dell’Unione Sovietica. I contribuenti possono tirare un sospiro di sollievo, anche se di sicuro qualcuno penserà che sotto ai colbacchi, i Russi celino teste da marziano. Potete trovare una ricostruzione “scettica” dell’evento qui e una “extraterrestre” qui.
Fin qui, la storia del più famoso impatto UFO di tutti i tempi, su cui sono poi stati versati fiumi d’inchiostro e sono stati girati metri di pellicola (anzi, ecco perché la nostra rubrica non è uscita per tanto tempo! Perché dovevamo aspettare l’annuncio del remake della serie televisiva! Sì, sì, è solo per quello, non certo per mia pigrizia!!!).
Uscendo dal caso particolare e facendo una riflessione generale, però, vorrei prendere in esame il ruolo delle evidenze fisiche rispetto a quello delle testimonianze. Di fatto, la maggior parte degli avvistamenti (a partire da quello di Kenneth Arnold, da cui arrivò la definizione dischi volanti) e la totalità dei rapimenti alieni non hanno alcun riscontro concreto, ma hanno come uniche prove le parole di chi li racconta. Non sto dicendo che queste persone mentano, per carità (beh, a dire il vero, statisticamente è molto probabile che alcune di loro lo facciano), ma in molti casi la spiegazione è del tutto interna alla loro psiche. L’abbiamo già visto in passato: il cervello può essere ingannato da allucinazioni (quantitativamente meno frequenti, ma molto convincenti per chi le subisce), pareidolia (meno efficace, ma molto più comune), o attenzione selettiva, che fa sì che vengano ignorate le spiegazioni terrestri in favore di quelle più affascinanti. In tutti i casi, se la persona è convinta già all’inizio, col tempo creerà dei falsi ricordi che imprimeranno nella sua mente visioni sempre più vivide e convincenti, che faranno credere a chi ascolta che sia tutto vero (e ciò è particolarmente probabile quando, come nel caso di Roswell, si raccolgono testimonianze a trent’anni di distanza dagli eventi). Questi meccanismi mentali sono molto subdoli, perché di fatto come si può capire se una cosa è accaduta davvero o se è frutto di un abbaglio o immaginazione? È davvero impossibile, anche perché entrano in gioco anche altri fattori di cui potete trovare qualche esempio in questa pagina di Wikipedia, che a me sembra parecchio interessante.
Alcune volte, però, ci sono i reperti fisici, spesso sotto forma di filmati. La quasi totalità sono spiegabili come falsialtri falsiaerei strani o eventi naturali. Anche le strane forme presenti in certi quadri medievali si sono rivelate rappresentazioni dello Spirito Santo, di cappelli cardinalizi o di altre allegorie e convenzioni stilistiche. Per finire, potete anche dare un’occhiata a questo sito in cui si spiegano molti aspetti del fenomeno.
Comunque, quello che ci tengo a sottolineare è che i casi in cui c’è davvero un fenomeno irrisolto (filmato, foto o reperto che sia), sono veramente pochi e anche qui il fatto che sia inspiegato non significa necessariamente che sia inspiegabile, o spiegabile solo come attività aliena. Di fatto, viste le considerazioni appena fatte circa la possibilità di inganno o autoinganno da parte dei testimoni e soprattutto visto che, come abbiamo già spiegato, l’universo è davvero enorme e le distanze da coprire sono inimmaginabili, secondo me è praticamente impossibile che si tratti davvero di veicoli alieni, anche perché se lo fossero, perché dovrebbero rivelarsi solo a pochi pazz svitat fortunati eletti e non al resto del genere umano? Se hanno la tecnologia per arrivare fino a noi, non hanno quella per mantenere segreta la loro esistenza? E se vogliono renderla invece palese, perché non lo fanno? Probabilmente hanno paura che gli chiediamo in prestito tutto il nastro adesivo a fiorellini.
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La sfiga ci vede davvero benissimo? https://www.inutile-erudizione.it/la-sfiga-ci-vede-davvero-benissimo/ https://www.inutile-erudizione.it/la-sfiga-ci-vede-davvero-benissimo/#respond Fri, 17 Aug 2018 10:28:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/la-sfiga-ci-vede-davvero-benissimo/ EEEEDIZIONE STRAORDINARIAAAAAA!!!!!!!! Una volta tanto Occulturiamoci non esce in modo casuale e totalmente slegato dalla realtà come fa di solito, ma è sul pezzissimo alla grande. Non potevamo certo farci sfuggire l’occasione di pubblicare un articolo di venerdì 17, no?
E allora partiamo a spron battuto e occupiamoci della vera grande forza che fa muovere l’Italia: la botta di cu… il colpo di fortuna!
 
Non sarò certo io a dire che la fortuna non esista: è chiaro che vincere 5 milioni di euro alla lotteria è un evento concreto e verificabile, che non dipende dalla nostra abilità, ma può cambiare la nostra vita in meglio. Nessuno lo nega, ma non c’è proprio niente di strano e misterioso in questo: in ogni lotteria c’è sempre un vincitore! Non c’è assolutamente nulla di soprannaturale, in ciò.

Quello che però vorrei capire è se la fortuna possa essere in qualche modo domata: esistono persone sempre fortunate o sempre sfortunate? Esistono gli iettatori? I talismani portafortuna e i rituali propiziatori funzionano? Sono convinto che sotto sotto la risposta la sappiate già, ma procediamo con ordine e partiamo dalla più classica delle domande che tutti, prima o poi, si sono posti:

“Ma perché la sfiga se la prende sempre con me?”
Beh, a volte è una semplice questione matematica: per esempio se siamo in fila alla posta e confrontiamo la nostra velocità con quella della fila di fianco, è matematicamente più probabile che la nostra sia più lenta! Lo so che sembra assurdo, ma basta pensarci un attimo. Poniamo il caso che, in totale, nelle due file ci siano 20 persone: 12 in una fila e 8 nell’altra. È chiaro a tutti che quella da 8 sarà probabilmente la più veloce, no? Bene, se voi siete una delle 20 persone presenti nella stanza, avete 12 possibilità su 20 di essere nella fila lenta e 8 possibilità di essere in quella veloce! In pratica, avete matematicamente il 60% di possibilità di essere in quella peggiore. Certo, quando ne scegliete una, avete il 50% di possibilità di capitare quella giusta (visto che le file italiane sono un agglomerato maldisposto di carne umana ammassata, dove non è facile contare esattamente le persone) ma di fatto, intervistando gli interessati all’uscita, avremo probabilmente più persone scontente rispetto a quelle contente. Inoltre, se aumentiamo il numero di file, per esempio spostandoci in un supermercato che ha 10 casse aperte, è vero che le cose cambiano, perché avremo solo una possibilità su 10 di essere in quella più lenta, ma avremo anche una possibilità su 10 di essere in quella più veloce, ed è a questo che faremo caso! La nostra attenzione sarà irrimediabilmente attratta dalla coda che si muove più in fretta della nostra e ignoreremo inconsciamente tutti quelle più lente di noi. È un particolare aspetto del fenomeno che si chiama ATTENZIONE SELETTIVA, che sta alla base di questa e molte altre percezioni e ha molte altre applicazioni oltre a questa (ma noi le ignoriamo e le rimandiamo a un altro articolo che, di questo passo, uscirà fra mille anni).
Per dirla in due parole, banalizzando parecchio come siamo soliti fare da queste parti, l’Attenzione Selettiva è il modo che ha il cervello di non impazzire di fronte al bombardamento di miriadi di stimoli che gli arrivano continuamente da ogni recettore del nostro corpo. Sostanzialmente, ci trasmette consciamente solo le cose importanti escludendo le altre. Ciò significa che magari mentre stiamo guidando ci mostra i pericoli presenti sulla carreggiata o al suo esterno, ma non ci fa badare alle targhe delle auto che incrociamo o a tutti i dettagli del paesaggio circostante (a parti i gatti, o le volpi, o gli altri animali carini, perché quelli sono SEMPRE importanti da guardare e il cervello sa bene che si può tranquillamente rischiare un incidente, pur di ammirarli).
Però, per esempio, se avete appena scelto l’auto nuova da comprare, vi farà notare quante ce ne siano in giro. Non ci avete mai fatto caso? Sono molto più frequenti quando diventano il vostro oggetto di interesse, vero? Naturalmente no: la frequenza è sempre lo stessa, ma prima non ci facevate caso.
Facciamo un altro esempio automobilistico (non perché questo ambito mi piaccia particolarmente, ma sono uno a cui tocca guidare molto più di quanto vorrebbe, quindi la mia fantasia va spesso a finire lì): quante volte vi è capitato di trovare il signore anziano col cappello che guida la 127 bianca a 40 km/h davanti a voi sulla strada extraurbana piena di curve PROPRIO il giorno in cui siete in ritardo per un impegno importante? A me tantissime, lo dico sinceramente. Ma il fatto è che in giro per le strade c’è sempre qualcuno che va piano. Inoltre, spesso gli impegni si prendono a orari comuni: una cena, un aperitivo o un pranzo coincideranno probabilmente con il momento in cui stanno andando a cena, all’aperitivo o a pranzo un sacco di altre persone. È del tutto normale che ci possa essere qualcuno che ci rallenta, davanti, ma noi tenderemo a ricordarcelo nel momento in cui saremo in ritardo, mentre non ci faremo troppo caso mentre stiamo guidando senza urgenza cantando a squarciagola le canzoni di Young Signorino scaricate di frodo sulla chiavetta aggirandoci per i più biechi angoli del deep web. Più è importante il motivo per cui stiamo viaggiando e più è risicato il tempo a nostra disposizione, più la nostra soglia di sopportazione di qualsiasi intoppo, anche piccolo, diventerà bassa.
Volendo dirlo in parole un po’ brutali: chi si sente sfortunato probabilmente SCEGLIE di sentirsi così. Per queste persone è importante sentirsi così e il loro cervello mette continuamente sotto il loro naso le “prove” della loro malasorte, probabilmente per potersi assolvere per aver fallito determinati traguardi.
È un meccanismo simile a quello che fa sì che, se esce uno scandalo sportivo (o politico: tanto sempre di tifo si tratta) che mette in luce un comportamento scorretto, noteremo che tutte le squadre ne sono coinvolte tranne la nostra! 
Fortuna? No, beh, in quel caso no… In quel caso è perché siamo più bravi degli altri a distinguere le uniche persone oneste che meritano il nostro supporto, naturalmente…
Ah, no, scusate, questo in realtà è cherry picking, che è una cosa non troppo diversa, nel senso che comunque alla fine si tratta sempre di scegliere degli stimoli piuttosto che altri, anche se in questo caso lo scopo, cosciente o no, è quello di veder confermati i propri preconcetti.
Ma quindi, è davvero tutto qui? Il fatto di sentirsi fortunati o sfortunati è solo percezione ed è impossibile fare qualcosa per attirare a sé la buona sorte?
Beh, sì e no: sì, il considerarsi fortunati oppure sfortunati sta essenzialmente qui . Il fatto che vi siano capitate quattro/cinque/dieci sfighe di fila non è significativo: il caso non ha memoria e il numero è troppo basso per farne una statistica. E sì, è impossibile attirare a sé la possibilità di vincere al superenalotto o alla lotteria, però qualcosa per migliorare il nostro rapporto con la buona sorte si può fare, come ci insegna il prof. Richard Wiseman, che è uno psicologo noto perché da anni si occupa espressamente di questi meccanismi.
Siccome un esempio vale più di mille parole, vi racconto il suo esperimento più famoso: mise un annuncio sul giornale per trovare volontari che si ritenessero particolarmente fortunati o particolarmente sfortunati. Dopo che li ebbe radunati, diede a ciascuno di loro una copia di una rivista, chiedendo di contare quante immagini contenesse. Ebbene, la maggior parte degli sfortunati contò le immagini, mentre la maggior parte dei fortunati si accorse subito che a pagina 2 c’era scritto, a caratteri cubitali, il numero esatto da riferire. Inoltre, alcuni di loro videro anche l’annuncio, posto più avanti che diceva che chiunque avesse riferito di averlo letto avrebbe ricevuto una ricompensa.
La conclusione di Wiseman, basata anche su molti altri studi, è che le persone fortunate sono quelle più pronte a cogliere le occasioni che si presentano. È vero che a volte essere nel posto giusto al momento giusto è un caso, ma non è poi così improbabile: nel corso di una vita ci sono tantissimi posti giusti e momenti giusti! Chi riesce ad approfittarne si riterrà  fortunato, mentre chi non si accorge dell’opportunità non potrà fare altro che continuare a lamentarsi che gli vanno tutte storte (e, soprattutto, dare la colpa alla sorte invece che a sé stesso).
Poi, intendiamoci, gli eventi sfortunati esistono davvero, eh. Essere a bordo di un aereo che precipita, transitare su un ponte che crolla, venire centrati da un pirata della strada sono VERE sfortune, ma rientrano nella normale probabilità. Quello che qui sto dicendo è che non esistono persone che attirano la fortuna e la sfortuna. Le cose succedono da sole, per conto loro.
Wiseman ha poi verificato sperimentalmente l’inefficacia di rituali scaramantici e talismani vari, anche se purtroppo nessuno studio riuscirà mai a convincere certe persone ad abbandonare queste dannose abitudini (sono sinceramente convinto che scaramanzia e superstizione sono un fardello che appesantisce l’Italia, ma non divaghiamo). Stesso discorso vale per i metodi per vincere al lotto che non hanno NESSUN fondamento scientifico. Il fatto che un numero non esca da un miliardo di settimane non ha nessuna influenza sulla prossima estrazione: sempre di 5 su 90 si tratta (anzi, 1 su 90 + 1 su 89 + 1 su 88 + 1 su 87 + 1 su 86, visto che questo blog è letto da un sacco di nerd molto precisini 😛 ).
Soprattutto, bisognerebbe abbandonare l’idea che esistano persone che portano male, perché è davvero una cosa che umilia e procura danno a chi subisce tale ignobile e stupida accusa.
E anche, bisognerebbe evitare di illudersi di poter attirare la fortuna per poter campare senza sforzi e senza preoccupazioni.
Questo è solo un fumetto, non la realtà!
La fortuna si può costruire con il giusto atteggiamento, come abbiamo visto. Pensare di essere sfortunati toglie fiducia in sé stessi e spegne gli entusiasmi, con il risultato di diventarlo davvero. Così come l’atteggiamento positivo aiuta a cogliere le occasioni propizie, quello negativo paradossalmente aiuta a trovare quelle negative: uscire di casa pensando che oggi andrà tutto male perché è venerdì 17, vi farà tenere un atteggiamento ipercritico e pessimista, facendovi provare rabbia e fastidio per avvenimenti che normalmente vi provocherebbero poco o nulla. È un classico caso di profezia che si autoavvera (il cui esempio più famoso è  la frase: “ti voglio molto bene, ma sono certa che non potrò mai innamorarmi di te”, ma questa è un’altra storia).
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Pillola n. 15 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-15/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-15/#respond Wed, 25 Jul 2018 15:16:31 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1829 25 luglio 1943: in seguito alla sua destituzione  da parte del Gran Consiglio del Fascismo, avvenuta durante la notte, Benito Mussolini viene arrestato all’uscita da Villa Savoia, dove aveva da poco terminato di conferire con il Re. E di questo avvenimento, senza dubbio, voi acculturati lettori di questo blog già siete a conoscenza. Ma come spesso accade, l’inutile erudizione si annida nei dettagli! Qual è dunque il particolare di questa vicenda che vi permetterà di dar via a dibattimenti di indicibile interesse?

Ebbene, il fatto che Mussolini sia stato arrestato ALL’USCITA della villa: per le regole dell’etichetta, infatti, finché si trovava fra quelle mura, era un ospite di Sua Maestà e come tale doveva essere trattato, ma appena varcata l’augusta soglia, nulla più impediva che alcuni energumeni lo caricassero di peso su un’ambulanza per portarlo via in incognito.

Ah! I nobili! Quanti frizzi, quanti lazzi e quante astuzie ci riservano sempre!

 

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Il triangolo no, non l’avevo considerato. https://www.inutile-erudizione.it/il-triangolo-no-non-lavevo-considerato/ https://www.inutile-erudizione.it/il-triangolo-no-non-lavevo-considerato/#respond Tue, 17 Jul 2018 09:21:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/il-triangolo-no-non-lavevo-considerato/ In questa puntata parliamo di un mistero relativamente recente, visto che l’episodio da cui tutto si fa partire ha poco più di settant’anni, ma nondimeno è assai famoso e ricco di fascino. Buttiamoci quindi a capofitto nelle inquietanti acque del Triangolo delle Bermuda!
Tutti conoscono la storia di questo tratto di oceano quasi isoscele, compreso fra la Florida, l’isola di Puerto Rico o, ovviamente, l’arcipelago delle Bermuda. Un tratto considerato maledetto per via dei molti inquietanti episodi di sparizioni che lo coinvolgono.
Il più famoso risale al 5 dicembre 1945: una pattuglia di cinque aerei Avenger, in volo durante una missione di avvistamento di routine, sparisce nel nulla dopo che il caposquadriglia, aviatore di provata abilità e dal notevole sangue freddo, ha lanciato un inquietante SOS in cui dice che tutti gli strumenti sono impazziti e il mare è diventato “strano”. Immediatamente partono i soccorsi, ma dei due aerei decollati a tale scopo, ne torna solo uno: del secondo, e della pattuglia scomparsa, non si troverà più traccia. È solo uno dei tantissimi casi di sparizioni misteriose associate a quello che non esito a definire “il secondo triangolo più inquietante della storia dell’umanità” (il primo è questo): le cronache narrano di navi misteriosamente scomparse e ritrovate intatte, ma senza equipaggio, sparito nel nulla, a volte addirittura con il pranzo pronto sul fornello. Navi come la Rubicon, la Marine Sulphur Queen, la Stavenger, la Elizabeth, il Bill Verity, lo Sno’ Boy, rinvenute integre e senza alcun problema, ma deserte e senza alcuna traccia che facesse capire cos’era successo, o come la Raifuku Maru, scomparsa e mai più ritrovata, dopo un ultimo drammatico appello: “venite, presto, è tremendo! Non possiamo fuggire!”. Addirittura, Cristoforo Colombo, quando arrivò in quella zona, annotò malfunzionamenti nella strumentazione, il passaggio di una meteora e strane luci nel mare al punto che dovette tranquillizzare la ciurma assicurando che erano presagi che la costa era vicina (e infatti la avvistarono il giorno dopo).
Ma quali sono le cause di questi incredibili avvenimenti? UFO? Manufatti atlantidei? Anomalie gravitazionali? Porte su altre dimensioni? Gestione del tratto di mare affidata all’ANAS? Cosa ha spinto sei aerei dell’aviazione più progredita del mondo (e molti altri in altre occasioni) a sparire senza lasciare traccia?
La risposta, senz’altro deludente, è davvero semplice ed è composta di 3 punti:
  1. La storia della navigazione e dell’aviazione è costellata di incidenti, in questo e in tutti gli altri tratti di mare del pianeta;
  2. Il triangolo è una zona di 2000 km di lato, quindi non certo particolarmente piccola. Inoltre è soggetta a cicloni e tempeste che provocano anche forti venti in quota, quindi non è difficile trovare una ricca casistica di incidenti;
  3. Non bisogna mai fidarsi in modo acritico di quanto si trova su certi libri e su internet, compreso anche quello che ho scritto sopra, che è ripreso in modo abbastanza fedele dal best seller  di C. Berlitz: IL TRIANGOLO MALEDETTO, da cui in pratica è nato questo mito.
La banale realtà è che in questa zona la media degli incidenti è esattamente la stessa che nel resto del mondo. Consultando i registri della navigazione e delle compagnia assicurative (le più interessate in assoluto a scoprire la verità dei fatti, ovviamente), si scopre infatti che, restando agli esempi citati sopra, la Rubicon è stata vittima di un uragano mentre era ormeggiata (fra l’altro, l’uragano si portò via tutto il molo), la Marine Sulphure Queen è affondata in mezzo a una tempesta per un cedimento strutturale, lo Sno’ Boy e il Bill Verity persero la rotta, ma furono tratti in salvo entrambi, la Raifuku Maru affondò durante una tempesta e il suo messaggio mysterioso è attribuibile al pessimo inglese del comandante giapponese. E che dire della Stavenger e della Elizabeth, non registrate in nessun archivio navale e quindi semplicemente inventate di sana pianta dall’autore del libro?
E ancora: Cristoforo Colombo scrisse sì di aver visto una luce nel cielo (una meteora, probabilmente) e che la bussola non funzionava bene, ma è falso dire che ciò causò panico e sgomento in lui e nell’equipaggio. In realtà Colombo si limitò a osservare che non puntava esattamente in direzione della Stella Polare, ma ciò non stupisce nessuno, visto che tale astro non si trova esattamente in corrispondenza del polo nord magnetico. Inoltre, era un marinaio esperto, e capì che la terra sarebbe stata avvistata da un momento all’altro da ben altri segni, come giunchi che galleggiavano sull’acqua o pesci e uccelli tipici delle zone costiere.
E per quanto riguarda la squadriglia di espertissimi piloti americani? Beh, anche qui il discorso è molto diverso da come scritto nel libro di Berlitz: il solo pilota esperto era il caposquadriglia, Charles C. Taylor,  mentre gli altri quattro erano allievi che lo seguivano con fiducia. Peccato  però che Taylor non avesse mai volato in quella zona prima e, quando i suoi strumenti di navigazione si guastarono (succede anche ai superefficientissimi americani), si perse, e con lui anche gli altri quattro aerei che si fidavano di lui. Le comunicazioni con la base furono poco chiare. I soccorsi partirono circa tre ore dopo, quando fu certo che i piloti non erano dove pensavano di essere, ma ormai avevano il serbatoio quasi vuoto, il sole era tramontato e il tempo si era messo al peggio. Finito il carburante, ammararono e poi si inabissarono in meno di un minuto. Nel frattempo, uno degli aerei di soccorso, un PBM-5 Mariner (aereo considerato poco sicuro in condizioni di maltempo) fu visto esplodere a causa del carico di carburante che portava e di un presumibile errore umano. Insomma, una storia tragica senz’altro, ma dovuta a un misto di sfortuna, inesperienza e cocciutaggine. La sequenza di comunicazioni radio è riportata qui, insieme al racconto della giornata, mentre sul sito di Luigi Garlaschelli trovate un breve elenco di altre sparizioni non-poi-così-mysteriose.
Chiudo con una chiosa, che penso sia il vero messaggio importante di questo articolo (che per il resto ha ben poco di sconvolgente): nel 1977 una spedizione italiana, guidata dal compianto Ambrogio Fogar, si recò sul posto per appurare la realtà dei fatti. Quello che trovò, però, fu sostanzialmente un’industria pronta a prosperare sul mito del triangolo maledetto: sedicenti esperti pronti ad avallare qualsiasi ipotesi, a patto che il committente pagasse bene. Ed è proprio questo, il vero messaggio di questa storia: un mistero basato sul nulla, creato ad arte da autori disonesti che hanno omesso particolari risolutivi, hanno spostato in questa zona tragedie avvenute altrove e se ne sono inventati altre di sana pianta. Tutto questo è stato fatto a tal punto che è ormai difficile, cercando su internet, trovare i dati veri in mezzo a quelli fasulli, ormai ripetuti talmente tante volte da essere diventati i più frequenti e quindi, apparentemente, veritieri. Ogni volta che qualcuno condivide un’informazione falsa, rende più difficile la ricerca di quelle vere. Ricordatelo sempre a quelli che lo fanno con troppa leggerezza: la ricerca della verità passa anche da qui.
E dopo questa conclusione filosofica, vi saluto e mi dedico a un mystero molto più difficile e inquitante: cosa rallenta tutte le auto fra Roncobilaccio e Barberino del Mugello??
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Pillola n. 14 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-14/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-14/#respond Mon, 16 Jul 2018 11:38:27 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1733 Chi non ha mai speso alcuni istanti ad ammirare la dorata maestosità della Luna? Tutti sanno che il selenico astro è l’unico satellite naturale del nostro pianeta, ma è meno noto il fatto che nei pressi della Terra orbitino anche alcuni QUASI SATELLITI, attratti sia dal Sole, sia dal nostro azzurro globo.

Tali corpi, dunque, non ruotano propriamente intorno alla Terra, ma compiono un tragitto ellittico che include sia la nostra stella, sia il nostro mondo, accompagnando quest’ultimo in modo molto più discreto rispetto al nostro assai più noto satellite, contemplato dagli umani occhi sin dalla notte dei tempi.
Purtroppo, non vi capiterà però di fare lo stesso con questi piccoli corpi stringendo romanticamente una mano amata, dacché non sono visibili a occhio nudo, ahivoi!

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Pillola n. 13 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-13/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-13/#respond Sat, 14 Jul 2018 09:37:53 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1701 “Alla Bastiglia la gran folla si scaglia, è la vigilia di una nuova battaglia”, cantavano i bardi all’indomani della Rivoluzione Francese. La presa di quel luogo era un obiettivo di grande importanza per gli insorti e probabilmente molti dei vostri commensali nei salotti culturali si immaginano che da quelle grate spalancate siano corse fuori centinaia di persone tenute in catene dalla Monarchia oppressiva. Ma sapete quanti prigionieri furono liberati, in quel fatidico 14 luglio 1789?
Sette, e nessuno di loro era un prigioniero politico. Gli insorti ne furono delusi e arrivarono persino a inventare la figura del recluso Conte di Lorges per dare all’avvenimento un significato di portata maggiore.

Va comunque detto che, dopo quell’iniziale scoramento, già dai giorni successivi l’accadimento assunse un valore simbolico e che, in seguito, assurse a vero e proprio punto d’avvio del processo rivoluzionario.
Quindi, forse fu solo un misero uovo, quel giorno, ma una ben pasciuta gallina in quelli a venire!

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Pillola n. 12 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-12/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-12/#respond Wed, 13 Jun 2018 07:41:42 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1703 In questi tempi bui in cui ancora vige sì tanta disparità fra le genti di varie condizioni sociali, ci piace ricordare la storia di Enrique di Molucca, che POTREBBE essere stato il primo uomo a circumnavigare il nostro azzurro globo.

Acquistato come schiavo da Magellano in Malesia e da lui poi portato in Europa, fece parte della spedizione che il celebre navigatore non portò a termine perché fu ucciso nelle Filippine. Sopravvissuto a questa triste circostanza, Enrique ritornò, passando però da ovest, nei propri luoghi di origine. Non tutte le fonti sono concordi nel dire che ciò effettivamente avvenne, perché secondo alcuni, il nostro eroe partì un meridiano più a ovest di dove arrivò, ma a noi piace pensare che sia lui, uno schiavo, a detenere questo prestigioso primato.

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Ma quale mistero d’Egitto! https://www.inutile-erudizione.it/ma-quale-mistero-degitto/ https://www.inutile-erudizione.it/ma-quale-mistero-degitto/#comments Sat, 09 Jun 2018 10:24:06 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=673 Egitto! Culla di civiltà e patria di misteri più di ogni altra, al punto che non ne ho parlato prima solo perché c’è talmente tanto materiale su questo tema che ho dovuto passare tutte queste settimane a studiarlo e documentarmi approfonditamente (oppure ero troppo pigro per affrontare un argomento così vasto, vedete voi). Questa fama di certo non stupisce: una civiltà lontana nel tempo, che ha lasciato moltissimi monumenti incredibili e maestosi e un’innumerevole mole di iscrizioni in un linguaggio rimasto inspiegabile fino al XIX secolo non poteva che suscitare miti e leggende più di ogni altra.
Già, perché i geroglifici sono carogne, visto che a volte vanno interpretati in modo alfabetico e a volte in modo simbolico (cioè, lo stesso segno a volte è usato come lettera e a volte come parola, un po’ come quando parlo con una certa mia amica). Di fatto, se non fosse stata trovata la Stele di Rosetta, probabilmente saremmo ancora in alto mare e a tutt’oggi non sapremmo capire se un’iscrizione parla di una cortigiana minorenne o della nipote del faraone Mubarakis.
Partiamo proprio da quest’argomento, quindi, e iniziamo analizzando alcuni esempi di OOPart nelle iscrizioni egizie:
il più famoso è probabilmente quello delle Lampade di Dendera, che mostro qui sotto:
In effetti la figura è affascinante e ricorda una moderna lampadina, ma in un caso come questo è lampante (è proprio il caso di dirlo) che non può esserlo: se davvero gli Egizi avessero scoperto l’elettricità, perché nessun documento ne ha mai parlato? Tenete sempre a mente che ci sono moltissime testimonianze su questo popolo, che ha avuto contatti in epoca storica sia con gli Ebrei che coi Romani. Sono stati studiati e osservati da sempre! Ogni affermazione che li riguarda deve essere necessariamente corredata da prove archeologiche o documentali, che del resto abbiamo in abbondanza, a loro riguardo.
In realtà il disegno rappresenta un fiore di loto con dentro un serpente, come viene spiegato nel blog Mistero Risolto.
Altro geroglifico mysterioso è il cosiddetto “Alieno di Saqqara”, cioè quello raffigurato in questa celebre immagine:
Qui l’enigma, però, è ben poca cosa, perché, come viene spiegato su Egittologia.net, il disegno sembra un extraterrestre solo a causa della scarsa qualità dell’immagine, unita a un po’ di pareidolia. Se ne osserviamo una nitida, vediamo bene che si tratta di un vaso di fiori:

 

Il terzo esempio è quello dei geroglifici di Abido, riportati in cima a questa pagina, che in effetti sembrerebbero raffigurare un elicottero, un carro armato e un disco volante. In questo caso, ne convengo, si resta davvero esterrefatti e non me la sento di condannare chi sospetta che ci sia dietro una spiegazione mysteriosa, però in realtà la strana forma di queste tre figure deriva dall’abitudine degli Egizi di cancellare i nomi dei vecchi faraoni con l’intonaco e poi scolpire il proprio, lasciando inalterati gli altri testi di lode (un po’ come le frasi su Facebook che vengono dette da qualche anonimo cialtrone e poi attribuite immancabilmente ad Einstein). Ovviamente, dopo una manciata di millenni, l’intonaco tende a sgretolarsi ed emergono nuove figure, formate dalla sovrapposizione delle varie incisioni (i dettagli vengono spiegati in questa pagina, verso il fondo). In pratica, le tre enigmatiche figure sono il risultato di una pura, per quanto improbabile, coincidenza. La trovate una spiegazione banale e poco convincente? Beh, sappiate che in realtà proprio le coincidenze sono alla base di parecchi misteri. So che molti pensano che “non esistano”, ma l’analisi dei fatti dimostra che quest’affermazione, semplicemente, è falsa (a meno che non si stia parlando di Trenitalia, ovviamente).
Detto questo, passiamo veloci a un altro argomento, visto che di carne al fuoco ce n’è davvero tantissima, e parliamo dell’agghiacciante maledizione di Tutankhamon!

(Vignetta apparsa su Rat-Man Collection n. 28, pubblicata grazie alla gentile concessione dell’autore Leo Ortolani)

 La leggenda (perché di questo si tratta) è ben nota: la sfarzosa tomba del giovane faraone fu scoperta nel 1922 da Howard Carter, grazie al finanziamento di Lord Carnavon, che effettivamente morì pochi mesi dopo. Probabilmente fu proprio questo tragico accadimento, unito al fatto che Carnavon avesse ceduto l’esclusiva per la scoperta al Times, tagliando fuori tutti gli altri giornali, a far venire a qualcuno l’idea di vendere copie mettendo in piedi la trovata della maledizione: di fatto, coloro che erano presenti al momento della scoperta non sono morti particolarmente giovani, né per cause strane. Negli anni, i media hanno ingigantito i fatti, inserendo nell’elenco delle morti sospette quelle del canarino e del cane di Lord Carnavon (!!!), quella del padre di Carter, del suo segretario o di altre persone a lui legate, ma che non parteciparono alla spedizione. Quindi, anche se è vero che Tutankhamon veniva chiamato “Il Renzi egizio” (attenzione: potrebbe non essere vero, N.d.A), perché fu uno dei più giovani faraoni della storia e per la sua volontà di rottamare la casta sacerdotale imposta dalla riforma di Akhenaton, e se è vero (questo sì) che morì giovane e che era pieno di malattie e sfighe in prima persona, ciò non basta a farci pensare che la sua tomba abbia portato sfortuna ai suoi scopritori. Più in generale, bisognerebbe smetterla di pensare che qualcuno possa portarla a qualcun altro, ma questo è un altro discorso, che affronteremo più avanti.

Ok, continuiamo a correre veloci e affrontiamo ora il terzo argomento che da solo basterebbe a riempire due puntate (ma risolveremo la questione trattandolo con estrema superficialità): parliamo dei misteri delle piramidi!
Su questi monumenti, i fantaarcheologi si sono davvero sbizzarriti. I temi si possono riassumere principalmente nei seguenti:
1: chi le ha costruite?
Risposta: senz’altro gli Egizi, molto probabilmente non schiavi, ma operai specializzati che ricevevano un salario per questo lavoro.
1.1: Impossibile: come potevano gli uomini trasportare pesi così grandi?
Chissà perché, nel caso delle Piramidi, tutti danno per scontato che sia impossibile muovere blocchi di 50 tonnellate (in realtà sono quasi tutti da 3-4 tonnellate, ma ce ne sono alcuni di questo peso), mentre esistono altre costruzioni, nella storia, per le quali è accettato, e ampiamente documentato, lo spostamento di carichi ben più pesanti, anche nello stesso Egitto. Per avere un esempio di costruzione sicuramente umana (visto che si trova ancora nel sito dove venne lavorato), possiamo parlare dell’Obelisco incompiuto di Assuan, che pesa circa 1200 tonnellate. È vero: questo non è mai stato trasportato da nessuna parte, ma i tantissimi altri sparsi per il Paese sì. Addirittura, in anni più recenti, ma comunque molto prima dell’invenzione di macchinari a motore, l’Obelisco Lateranense (fra i più pesanti del mondo) fu portato a Roma nel 357 d.C. Avete capito bene? Un blocco di oltre 300 tonnellate è stato portato per migliaia di km quasi 2000 anni fa! E la gente si stupisce che blocchi di 3-4 tonnellate siano stati mossi per qualche centinaio di metri? In questa pagina si citano altri esempi interessanti.
In generale, non riesco a capire perché ci si stupisca tanto della costruzione delle Piramidi e niente affatto per quella di edifici immensamente più complessi, come cattedrali, palazzi o, per restare negli stessi posti e all’incirca negli stessi anni, complessi mastodontici come quello di Abu Simbel.
2: ma lo sai che la posizione delle tre Piramidi corrisponde precisamente alle stelle della cintura di Orione nel 10.500 avanti Cristo? È una prova lampante che sono state costruite in quell’epoca.
No.
A parte la fallacia logica del dire che se non c’è una corrispondenza in epoca egizia, bisogna andare a cercarla prima, in una data del tutto arbitraria, scelta allo scopo di far quadrare le cose, che già basterebbe a smontare la tesi, c’è anche da dire che comunque, anche in quella data, la corrispondenza non c’è. L’angolo fra le piramidi e le stelle non è lo stesso, ma soprattutto, Orione ha la stella meno luminosa spostata verso nord, mentre a Giza, la piramide di Micerino è a sud!
Guardate questa celebre immagine, che si trova su parecchi libri e siti:

 

Già a occhio si vede che l’angolo non è lo stesso, ma soprattutto. Andate su google maps a vedere l’effettiva posizione dei tre monumenti di Giza:

 

Notate niente?
Già: l’immagine delle piramidi è comunemente proposta al contrario, per farla combaciare con quella delle stelle! Furbi, certi autori!
Attenzione, in merito a questo ci tengo a dire che non è una banale questione di convenzioni cartografiche per cui il nord sta in alto e magari per gli Egizi poteva stare in basso: le stelle di Orione sono in quella posizione rispetto al polo nord celeste, mentre le piramidi stanno nell’altra rispetto al polo nord terrestre. Non ci sono dubbi che non siano una rappresentazione di quelle tre stelle, o quantomeno non una rappresentazione precisa che riporta a una data precisa. Ne è anche prova il fatto che Bauval e Hancock, i principali assertori di questa teoria, trovino corrispondenze con altre stelle di Orione in altre piramidi sparse altrove. Però… Sorpresa! Mancano proprio quelle corrispondenti a Riegel e Betelgeuse, ovvero le due stelle più brillanti della costellazione. Mah…

3: ma la piramide di Cheope ha un allineamento con il nord troppo perfetto. Inoltre, è stato calcolato che all’interno ci sono dei messaggi numerici nascosti, quindi gli Egizi avevano conoscenze matematiche troppo avanzate per la loro epoca!
Riguardo all’allineamento, abbiamo già spiegato sopra che gli Egizi erano ben più abili di quanto comunemente si pensi. Sono stati parecchio bravi a costruirle, perché non avrebbero dovuto essere in grado di orientarle? Riguardo ai messaggi numerici, il più famoso assertore di tale teoria è stato Charles Piazzi Smyth, un astronomo ottocentesco che scoprì cose incredibili, alcune delle quali trovate qui. Ora, a parte il fatto che il pollice piramidale è un’unità di misura inventata da lui stesso, evidentemente per far quadrare i propri conti (molto comodo, come metodo), resta comunque il fatto che, giocando coi numeri, si può veramente ottenere di tutto. Se volete un esempio divertente, andate su questa pagina, grazie alla quale ho scoperto, per esempio, che il rapporto tra il numero di maglia che indossa il mio personaggio in Fifa 17 e il codice del mio bancomat sotto radice quadrata è un centomillesimo dell’anno della Settima Crociata, o che il prodotto fra il mio numero di scarpe e le gambe delle donne sotto radice cubica è dieci volte la distanza media dal Sole di Marte in Unità Astronomiche (EDIT: al momento la pagina non sembra funzionare correttamente. Lascio il link sperando che la sistemino).

4: beh, però spiegami perché in tempi antichi costruivano opere così imponenti e da un certo momento in poi hanno smesso di farle!
Beh, questo è in effetti un enigma. Una delle ipotesi è che la copertura si rovinasse troppo e forse ritennero che non valesse la pena di fare tanto lavoro per un risultato che diventava ben presto deludente. Dopotutto, pur se meno mastodontiche dal punto di vista delle dimensioni, le tombe delle dinastie più recenti (per esempio, quelle della Valle dei Re) sono certamente più curate a livello scultoreo e architettonico.

5: sì, ma la Sfinge? E la mancanza di geroglifici nella piramide di Cheope? E le nuove scoperte? E…
…E abbiamo finito lo spazio e soprattutto il tempo che mi è rimasto per indagare anche questi argomenti. Ma interessano anche me, sono curioso di capirli e ne parleremo più avanti, promesso!
Chiosa finale: l’Egitto è davvero una terra piena di fascino e misteri, ma proprio per questo mi sembra che sia una mancanza di rispetto nei confronti di chi l’ha abitata, pensare che i monumenti siano stati costruiti da alieni o civiltà sconosciute. Gli Egizi erano in gamba e la storia è lì a dimostrarlo. Per rafforzare questa tesi propongo anch’io un calcolo numerico: moltiplicando il numero di blocchi che compone la piramide di Cheope per il numero di artefatti tecnologicamente impossibili per l’epoca ritrovati finora, si ottiene 0.
Indovinate un po’ perché?
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Pillola n. 11 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-11/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-11/#respond Mon, 28 May 2018 11:57:40 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1698 Ah! Le stelle! Ah! Le galassie! Ah! L’immensità del cosmo! Quante volte vi siete sentiti annichiliti e minuscoli di fronte ad esse? Quante volte avete contemplato la scura volta del firmamento con occhi sognanti? Quante volte vi siete recati in campagna, o su un alto monte per potervi beare del lontano scintillio di quegli astri? La vista spazia all’infinito, per miliardi e miliardi di chilometri, osservando oggetti celesti che esistono dalla notte dei tempi e che si trovano a distanze inconcepibili dal nostro naso all’insù.

Ma sapete, fra tutta questa cosmica quantità di materiale siderale, quante galassie sono visibili a occhio nudo?
Quattro, di cui una è ovviamente la Via Lattea.
Oltre ad essa, solo la galassia di Andromeda e la Piccola e Grande Nube di Magellano si mostrano al nostro sguardo.

Ahi lasso! Come siamo piccoli e isolati, in mezzo a tanta dovizia di astronomica grandezza!

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