Pareidolia – Sfoggiare Inutile Erudizione https://www.inutile-erudizione.it Una valida alternativa a YouPorn Sat, 28 Mar 2020 21:21:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 Un mistero extraterrestre… poco extra e molto terrestre! https://www.inutile-erudizione.it/un-mistero-extraterrestre-poco-extra-e-molto-terrestre/ https://www.inutile-erudizione.it/un-mistero-extraterrestre-poco-extra-e-molto-terrestre/#respond Wed, 20 Feb 2019 23:18:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/un-mistero-extraterrestre-poco-extra-e-molto-terrestre/ Finalmente Occulturiamoci torna sui vostri schermi! Dov’era finita? Mistero! Per quanto resterà prima di sparire ancora? Misterissimo! Ha un argomento succoso e interessante per farsi perdonare la lunga attesa? Sì!
In questa puntata, infatti, si parla di UFO!
Il più classico degli argomenti mysteriosi, che affascina l’umanità dall’alba dei tempi, dall’inizio dei giorni, dal momento della creazione!
In pratica, dal giorno in cui un tizio trovò i resti di un pallone sonda in un prato negli Stati Uniti.
La storia è ben nota: siamo nel 1947 e il fattore W.W. Brazel trova dei misteriosissimi e ultratecnologici resti di disco volante, composti, a suo dire, da carta stagnola, asticelle di legno, pezzi di gomma e nastro adesivo a fiorellini, indispensabile per affrontare un viaggio interstellare.
“Lo giuro a me stesso: un giorno anche noi terrestri riusciremo a produrre dei fiorellini così!”
La notizia del ritrovamento suscita scalpore in tutto il mondo, ma viene smentita già il giorno dopo, quando i resti vengono identificati come appartenenti a un pallone sonda di tipo diverso rispetto a quelli in cui Brazel già si imbatteva di tanto in tanto. Il clamore si smorza e tutto torna tranquillo per una trentina d’anni, finché Charles Berlitz, già nostra vecchia conoscenza per essersi inventato il mistero del Triangolo delle Bermuda, pensa bene di scrivere un libro con William Moore, intitolato The Roswell Incident e dare il via anche a questo nuovo mystero che permetterà all’umanità di aprire gli occhi e, incidentalmente, a lui di vendere un sacco di copie. Il libro, in sostanza, è una raccolta di testimonianze prese a trent’anni di distanza dall’incidente, come lo sono anche parecchi altri volumi usciti sull’onda del suo successo. Si parla di due navicelle, di militari insabbiatori, di corpi alieni portati via dalla CIA e di un grande complotto per tenerci tutti all’oscuro dell’arrivo dei nostri graditi ospiti spaziali.
In effetti qualcosa di strano c’è, nel comportamento delle autorità dell’epoca e qualche solerte funzionario si mette ad indagare. Nel ’94 finalmente si scopre il vero complotto che il governo USA nascondeva in merito all’incidente: il pallone faceva parte del Progetto Mogul, allora segreto, che serviva a intercettare i test atomici dell’Unione Sovietica. I contribuenti possono tirare un sospiro di sollievo, anche se di sicuro qualcuno penserà che sotto ai colbacchi, i Russi celino teste da marziano. Potete trovare una ricostruzione “scettica” dell’evento qui e una “extraterrestre” qui.
Fin qui, la storia del più famoso impatto UFO di tutti i tempi, su cui sono poi stati versati fiumi d’inchiostro e sono stati girati metri di pellicola (anzi, ecco perché la nostra rubrica non è uscita per tanto tempo! Perché dovevamo aspettare l’annuncio del remake della serie televisiva! Sì, sì, è solo per quello, non certo per mia pigrizia!!!).
Uscendo dal caso particolare e facendo una riflessione generale, però, vorrei prendere in esame il ruolo delle evidenze fisiche rispetto a quello delle testimonianze. Di fatto, la maggior parte degli avvistamenti (a partire da quello di Kenneth Arnold, da cui arrivò la definizione dischi volanti) e la totalità dei rapimenti alieni non hanno alcun riscontro concreto, ma hanno come uniche prove le parole di chi li racconta. Non sto dicendo che queste persone mentano, per carità (beh, a dire il vero, statisticamente è molto probabile che alcune di loro lo facciano), ma in molti casi la spiegazione è del tutto interna alla loro psiche. L’abbiamo già visto in passato: il cervello può essere ingannato da allucinazioni (quantitativamente meno frequenti, ma molto convincenti per chi le subisce), pareidolia (meno efficace, ma molto più comune), o attenzione selettiva, che fa sì che vengano ignorate le spiegazioni terrestri in favore di quelle più affascinanti. In tutti i casi, se la persona è convinta già all’inizio, col tempo creerà dei falsi ricordi che imprimeranno nella sua mente visioni sempre più vivide e convincenti, che faranno credere a chi ascolta che sia tutto vero (e ciò è particolarmente probabile quando, come nel caso di Roswell, si raccolgono testimonianze a trent’anni di distanza dagli eventi). Questi meccanismi mentali sono molto subdoli, perché di fatto come si può capire se una cosa è accaduta davvero o se è frutto di un abbaglio o immaginazione? È davvero impossibile, anche perché entrano in gioco anche altri fattori di cui potete trovare qualche esempio in questa pagina di Wikipedia, che a me sembra parecchio interessante.
Alcune volte, però, ci sono i reperti fisici, spesso sotto forma di filmati. La quasi totalità sono spiegabili come falsialtri falsiaerei strani o eventi naturali. Anche le strane forme presenti in certi quadri medievali si sono rivelate rappresentazioni dello Spirito Santo, di cappelli cardinalizi o di altre allegorie e convenzioni stilistiche. Per finire, potete anche dare un’occhiata a questo sito in cui si spiegano molti aspetti del fenomeno.
Comunque, quello che ci tengo a sottolineare è che i casi in cui c’è davvero un fenomeno irrisolto (filmato, foto o reperto che sia), sono veramente pochi e anche qui il fatto che sia inspiegato non significa necessariamente che sia inspiegabile, o spiegabile solo come attività aliena. Di fatto, viste le considerazioni appena fatte circa la possibilità di inganno o autoinganno da parte dei testimoni e soprattutto visto che, come abbiamo già spiegato, l’universo è davvero enorme e le distanze da coprire sono inimmaginabili, secondo me è praticamente impossibile che si tratti davvero di veicoli alieni, anche perché se lo fossero, perché dovrebbero rivelarsi solo a pochi pazz svitat fortunati eletti e non al resto del genere umano? Se hanno la tecnologia per arrivare fino a noi, non hanno quella per mantenere segreta la loro esistenza? E se vogliono renderla invece palese, perché non lo fanno? Probabilmente hanno paura che gli chiediamo in prestito tutto il nastro adesivo a fiorellini.
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Ma quale mistero d’Egitto! https://www.inutile-erudizione.it/ma-quale-mistero-degitto/ https://www.inutile-erudizione.it/ma-quale-mistero-degitto/#comments Sat, 09 Jun 2018 10:24:06 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=673 Egitto! Culla di civiltà e patria di misteri più di ogni altra, al punto che non ne ho parlato prima solo perché c’è talmente tanto materiale su questo tema che ho dovuto passare tutte queste settimane a studiarlo e documentarmi approfonditamente (oppure ero troppo pigro per affrontare un argomento così vasto, vedete voi). Questa fama di certo non stupisce: una civiltà lontana nel tempo, che ha lasciato moltissimi monumenti incredibili e maestosi e un’innumerevole mole di iscrizioni in un linguaggio rimasto inspiegabile fino al XIX secolo non poteva che suscitare miti e leggende più di ogni altra.
Già, perché i geroglifici sono carogne, visto che a volte vanno interpretati in modo alfabetico e a volte in modo simbolico (cioè, lo stesso segno a volte è usato come lettera e a volte come parola, un po’ come quando parlo con una certa mia amica). Di fatto, se non fosse stata trovata la Stele di Rosetta, probabilmente saremmo ancora in alto mare e a tutt’oggi non sapremmo capire se un’iscrizione parla di una cortigiana minorenne o della nipote del faraone Mubarakis.
Partiamo proprio da quest’argomento, quindi, e iniziamo analizzando alcuni esempi di OOPart nelle iscrizioni egizie:
il più famoso è probabilmente quello delle Lampade di Dendera, che mostro qui sotto:
In effetti la figura è affascinante e ricorda una moderna lampadina, ma in un caso come questo è lampante (è proprio il caso di dirlo) che non può esserlo: se davvero gli Egizi avessero scoperto l’elettricità, perché nessun documento ne ha mai parlato? Tenete sempre a mente che ci sono moltissime testimonianze su questo popolo, che ha avuto contatti in epoca storica sia con gli Ebrei che coi Romani. Sono stati studiati e osservati da sempre! Ogni affermazione che li riguarda deve essere necessariamente corredata da prove archeologiche o documentali, che del resto abbiamo in abbondanza, a loro riguardo.
In realtà il disegno rappresenta un fiore di loto con dentro un serpente, come viene spiegato nel blog Mistero Risolto.
Altro geroglifico mysterioso è il cosiddetto “Alieno di Saqqara”, cioè quello raffigurato in questa celebre immagine:
Qui l’enigma, però, è ben poca cosa, perché, come viene spiegato su Egittologia.net, il disegno sembra un extraterrestre solo a causa della scarsa qualità dell’immagine, unita a un po’ di pareidolia. Se ne osserviamo una nitida, vediamo bene che si tratta di un vaso di fiori:

 

Il terzo esempio è quello dei geroglifici di Abido, riportati in cima a questa pagina, che in effetti sembrerebbero raffigurare un elicottero, un carro armato e un disco volante. In questo caso, ne convengo, si resta davvero esterrefatti e non me la sento di condannare chi sospetta che ci sia dietro una spiegazione mysteriosa, però in realtà la strana forma di queste tre figure deriva dall’abitudine degli Egizi di cancellare i nomi dei vecchi faraoni con l’intonaco e poi scolpire il proprio, lasciando inalterati gli altri testi di lode (un po’ come le frasi su Facebook che vengono dette da qualche anonimo cialtrone e poi attribuite immancabilmente ad Einstein). Ovviamente, dopo una manciata di millenni, l’intonaco tende a sgretolarsi ed emergono nuove figure, formate dalla sovrapposizione delle varie incisioni (i dettagli vengono spiegati in questa pagina, verso il fondo). In pratica, le tre enigmatiche figure sono il risultato di una pura, per quanto improbabile, coincidenza. La trovate una spiegazione banale e poco convincente? Beh, sappiate che in realtà proprio le coincidenze sono alla base di parecchi misteri. So che molti pensano che “non esistano”, ma l’analisi dei fatti dimostra che quest’affermazione, semplicemente, è falsa (a meno che non si stia parlando di Trenitalia, ovviamente).
Detto questo, passiamo veloci a un altro argomento, visto che di carne al fuoco ce n’è davvero tantissima, e parliamo dell’agghiacciante maledizione di Tutankhamon!

(Vignetta apparsa su Rat-Man Collection n. 28, pubblicata grazie alla gentile concessione dell’autore Leo Ortolani)

 La leggenda (perché di questo si tratta) è ben nota: la sfarzosa tomba del giovane faraone fu scoperta nel 1922 da Howard Carter, grazie al finanziamento di Lord Carnavon, che effettivamente morì pochi mesi dopo. Probabilmente fu proprio questo tragico accadimento, unito al fatto che Carnavon avesse ceduto l’esclusiva per la scoperta al Times, tagliando fuori tutti gli altri giornali, a far venire a qualcuno l’idea di vendere copie mettendo in piedi la trovata della maledizione: di fatto, coloro che erano presenti al momento della scoperta non sono morti particolarmente giovani, né per cause strane. Negli anni, i media hanno ingigantito i fatti, inserendo nell’elenco delle morti sospette quelle del canarino e del cane di Lord Carnavon (!!!), quella del padre di Carter, del suo segretario o di altre persone a lui legate, ma che non parteciparono alla spedizione. Quindi, anche se è vero che Tutankhamon veniva chiamato “Il Renzi egizio” (attenzione: potrebbe non essere vero, N.d.A), perché fu uno dei più giovani faraoni della storia e per la sua volontà di rottamare la casta sacerdotale imposta dalla riforma di Akhenaton, e se è vero (questo sì) che morì giovane e che era pieno di malattie e sfighe in prima persona, ciò non basta a farci pensare che la sua tomba abbia portato sfortuna ai suoi scopritori. Più in generale, bisognerebbe smetterla di pensare che qualcuno possa portarla a qualcun altro, ma questo è un altro discorso, che affronteremo più avanti.

Ok, continuiamo a correre veloci e affrontiamo ora il terzo argomento che da solo basterebbe a riempire due puntate (ma risolveremo la questione trattandolo con estrema superficialità): parliamo dei misteri delle piramidi!
Su questi monumenti, i fantaarcheologi si sono davvero sbizzarriti. I temi si possono riassumere principalmente nei seguenti:
1: chi le ha costruite?
Risposta: senz’altro gli Egizi, molto probabilmente non schiavi, ma operai specializzati che ricevevano un salario per questo lavoro.
1.1: Impossibile: come potevano gli uomini trasportare pesi così grandi?
Chissà perché, nel caso delle Piramidi, tutti danno per scontato che sia impossibile muovere blocchi di 50 tonnellate (in realtà sono quasi tutti da 3-4 tonnellate, ma ce ne sono alcuni di questo peso), mentre esistono altre costruzioni, nella storia, per le quali è accettato, e ampiamente documentato, lo spostamento di carichi ben più pesanti, anche nello stesso Egitto. Per avere un esempio di costruzione sicuramente umana (visto che si trova ancora nel sito dove venne lavorato), possiamo parlare dell’Obelisco incompiuto di Assuan, che pesa circa 1200 tonnellate. È vero: questo non è mai stato trasportato da nessuna parte, ma i tantissimi altri sparsi per il Paese sì. Addirittura, in anni più recenti, ma comunque molto prima dell’invenzione di macchinari a motore, l’Obelisco Lateranense (fra i più pesanti del mondo) fu portato a Roma nel 357 d.C. Avete capito bene? Un blocco di oltre 300 tonnellate è stato portato per migliaia di km quasi 2000 anni fa! E la gente si stupisce che blocchi di 3-4 tonnellate siano stati mossi per qualche centinaio di metri? In questa pagina si citano altri esempi interessanti.
In generale, non riesco a capire perché ci si stupisca tanto della costruzione delle Piramidi e niente affatto per quella di edifici immensamente più complessi, come cattedrali, palazzi o, per restare negli stessi posti e all’incirca negli stessi anni, complessi mastodontici come quello di Abu Simbel.
2: ma lo sai che la posizione delle tre Piramidi corrisponde precisamente alle stelle della cintura di Orione nel 10.500 avanti Cristo? È una prova lampante che sono state costruite in quell’epoca.
No.
A parte la fallacia logica del dire che se non c’è una corrispondenza in epoca egizia, bisogna andare a cercarla prima, in una data del tutto arbitraria, scelta allo scopo di far quadrare le cose, che già basterebbe a smontare la tesi, c’è anche da dire che comunque, anche in quella data, la corrispondenza non c’è. L’angolo fra le piramidi e le stelle non è lo stesso, ma soprattutto, Orione ha la stella meno luminosa spostata verso nord, mentre a Giza, la piramide di Micerino è a sud!
Guardate questa celebre immagine, che si trova su parecchi libri e siti:

 

Già a occhio si vede che l’angolo non è lo stesso, ma soprattutto. Andate su google maps a vedere l’effettiva posizione dei tre monumenti di Giza:

 

Notate niente?
Già: l’immagine delle piramidi è comunemente proposta al contrario, per farla combaciare con quella delle stelle! Furbi, certi autori!
Attenzione, in merito a questo ci tengo a dire che non è una banale questione di convenzioni cartografiche per cui il nord sta in alto e magari per gli Egizi poteva stare in basso: le stelle di Orione sono in quella posizione rispetto al polo nord celeste, mentre le piramidi stanno nell’altra rispetto al polo nord terrestre. Non ci sono dubbi che non siano una rappresentazione di quelle tre stelle, o quantomeno non una rappresentazione precisa che riporta a una data precisa. Ne è anche prova il fatto che Bauval e Hancock, i principali assertori di questa teoria, trovino corrispondenze con altre stelle di Orione in altre piramidi sparse altrove. Però… Sorpresa! Mancano proprio quelle corrispondenti a Riegel e Betelgeuse, ovvero le due stelle più brillanti della costellazione. Mah…

3: ma la piramide di Cheope ha un allineamento con il nord troppo perfetto. Inoltre, è stato calcolato che all’interno ci sono dei messaggi numerici nascosti, quindi gli Egizi avevano conoscenze matematiche troppo avanzate per la loro epoca!
Riguardo all’allineamento, abbiamo già spiegato sopra che gli Egizi erano ben più abili di quanto comunemente si pensi. Sono stati parecchio bravi a costruirle, perché non avrebbero dovuto essere in grado di orientarle? Riguardo ai messaggi numerici, il più famoso assertore di tale teoria è stato Charles Piazzi Smyth, un astronomo ottocentesco che scoprì cose incredibili, alcune delle quali trovate qui. Ora, a parte il fatto che il pollice piramidale è un’unità di misura inventata da lui stesso, evidentemente per far quadrare i propri conti (molto comodo, come metodo), resta comunque il fatto che, giocando coi numeri, si può veramente ottenere di tutto. Se volete un esempio divertente, andate su questa pagina, grazie alla quale ho scoperto, per esempio, che il rapporto tra il numero di maglia che indossa il mio personaggio in Fifa 17 e il codice del mio bancomat sotto radice quadrata è un centomillesimo dell’anno della Settima Crociata, o che il prodotto fra il mio numero di scarpe e le gambe delle donne sotto radice cubica è dieci volte la distanza media dal Sole di Marte in Unità Astronomiche (EDIT: al momento la pagina non sembra funzionare correttamente. Lascio il link sperando che la sistemino).

4: beh, però spiegami perché in tempi antichi costruivano opere così imponenti e da un certo momento in poi hanno smesso di farle!
Beh, questo è in effetti un enigma. Una delle ipotesi è che la copertura si rovinasse troppo e forse ritennero che non valesse la pena di fare tanto lavoro per un risultato che diventava ben presto deludente. Dopotutto, pur se meno mastodontiche dal punto di vista delle dimensioni, le tombe delle dinastie più recenti (per esempio, quelle della Valle dei Re) sono certamente più curate a livello scultoreo e architettonico.

5: sì, ma la Sfinge? E la mancanza di geroglifici nella piramide di Cheope? E le nuove scoperte? E…
…E abbiamo finito lo spazio e soprattutto il tempo che mi è rimasto per indagare anche questi argomenti. Ma interessano anche me, sono curioso di capirli e ne parleremo più avanti, promesso!
Chiosa finale: l’Egitto è davvero una terra piena di fascino e misteri, ma proprio per questo mi sembra che sia una mancanza di rispetto nei confronti di chi l’ha abitata, pensare che i monumenti siano stati costruiti da alieni o civiltà sconosciute. Gli Egizi erano in gamba e la storia è lì a dimostrarlo. Per rafforzare questa tesi propongo anch’io un calcolo numerico: moltiplicando il numero di blocchi che compone la piramide di Cheope per il numero di artefatti tecnologicamente impossibili per l’epoca ritrovati finora, si ottiene 0.
Indovinate un po’ perché?
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Lascia stare i santi… Ma non i truffatori! https://www.inutile-erudizione.it/lascia-stare-i-santi-ma-non-i-truffatori/ https://www.inutile-erudizione.it/lascia-stare-i-santi-ma-non-i-truffatori/#comments Thu, 03 May 2018 18:06:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/lascia-stare-i-santi-ma-non-i-truffatori/ Visto che il blog è ancora in fase di lancio e serve un argomento scottante per fare i big likes da cui derivano ineluttabilmente i big moneys (sì, lo so che non ci vanno le “s” finali. Sono errori intenzionali. È raffinato umorismo, giuro!), eccoci finalmente al post dedicato al mondo della religione e dei miracoli! Stavolta sì che scuoteremo il web e faremo parlare di noi dappertutto. Marketing di livello avanzatissimo!
Va beh, scherzi a parte… Mi rendo conto benissimo che è un argomento molto delicato e che può urtare la sensibilità di qualcuno, ma proprio per la sua importanza, secondo me, più si è credenti, più bisogna essere scettici per distinguere il vero dal falso.
In tal senso faccio subito una doverosa premessa: la scienza non può per definizione indagare i dogmi, le affermazioni delle Scritture, né tantomeno dirci se davvero esiste una specifica divinità. Se anche trovassimo una  spiegazione scientifica per l’origine dell’universo che mettesse d’accordo tutti, ciò non significherebbe nulla, da questo punto di vista, perché potrebbe benissimo esserci un dio che abbia scelto di crearlo in quel modo (e in tal caso al limite si potrebbe obiettare che non possa essere infinitamente buono, avendo inventato una cosa astrusa e incomprensibile come la fisica quantistica).
Da sempre esistono scienziati atei e scienziati credenti (il primo esempio che mi viene in mente è il matematico Ramanujan, che accettò di fare il viaggio dall’India a Cambridge, dove avrebbe realizzato il sogno della sua vita, solo dopo che la madre gli disse che le era apparsa in sogno la sua dea protettrice, che lo autorizzava a farlo) e la maggior parte di essi non pretende affatto di andare a indagare questo genere di temi (chiosa personale: mi viene in mente almeno uno che lo fa, e trovo che lo faccia in modo pessimo. Cercare di convertire un credente all’ateismo come fa lui è inutile, dannoso e superspocchioso, a mio avviso).
Quello che però si può fare è analizzare i supposti miracoli che vengono annunciati in giro per il mondo. Li dividerò in 3 categorie:
  1. Veri miracoli (un morto che risorge, un bambino che sta per essere investito da un’auto e invece si solleva e si posa delicatamente in salvo sul marciapiede,  una montagna che va da Maometto, io che mi sposo): qui si torna il discorso di prima. La scienza non può far altro che prendere atto dell’avvenuto miracolo e accettarne la realtà. Casi come questi, però, devono necessariamente essere documentati da prove certe, perché, sì, dobbiamo accettarli come reali, ma solo se davvero avvengono. In tal senso ce ne sono a bizzeffe nei racconti medievali, ma ben pochi, per non dire nessuno, in tempi recenti.
  2. Eventi reali di cui non si può accertare scientificamente la natura prodigiosa: per esempio sappiamo che alcune persone guariscono spontaneamente dai tumori. Semplicemente, il corpo li combatte e li guarisce e, così come sono arrivati, se ne vanno. È un’eventualità rara, purtroppo, ma a volte succede. Ma in tal caso, c’è modo di capire se si tratta di miracoli o no? Evidentemente non è possibile, e ci saranno sempre persone che affermano che tutti quelli che vengono visti come miracoli sono naturali remissioni spontanee e altre che sostengono che tutte le remissioni sono sempre state miracolose. Chi ha ragione? Beh, allo stato attuale delle cose non possiamo davvero dirlo e così sarà fino a quando non se ne scoprirà la causa scientifica o fino a quando l’autore di questi miracoli non si paleserà apertamente per dare ragione ai propri sostenitori. Non a caso, persino a Lourdes, la Chiesa riconosce come miracolose solo 70 guarigioni, delle migliaia che sono state reclamate dai fedeli.
  3. Eventi od oggetti indagabili scientificamente: esistono, sono la stragrande maggioranza e sono quelli di cui ci occuperemo nel resto di questa puntata!
Anche qui, ovviamente, bisogna fare parecchie distinzioni, prima fra tutte quella fra i miracoli già riconosciuti dalla Chiesa e quelli solo rivendicati come tali da persone o associazioni indipendenti.
Di norma, la Chiesa è (giustamente) molto restia a concedere lo status di miracolo a un evento, perciò quelli da essa accertati sono generalmente i più misteriosi e quelli di cui effettivamente non si può trarre una conclusione scientificamente definitiva. Facciamo qualche esempio:
  • sangue di S. Gennaro: si è riusciti a riprodurre in laboratorio un liquido che si comporta nello stesso modo, usando solo ingredienti disponibili nel 1300, inoltre proprio in quei secoli la produzione di reliquie raggiunse livelli tali da indurre la Chiesa a metterne a freno gli abusi nel Concilio di Trento. Ne è testimonianza addirittura Boccaccio, che si fece beffe del fenomeno intitolando una novella del Decameron: Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrare loro la penna dello àgnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo.
  • Sindone: non se ne trova traccia prima del 1355 (infatti il vescovo della diocesi in cui apparve all’epoca la ritenne un falso) e l’analisi del tessuto, realizzata da diversi laboratori, l’ha datata proprio intorno al XIV secolo. Anch’essa è stata riprodotta con tecniche e materiali dell’epoca. In realtà i dubbi in merito sono comunque di natura principalmente storica, perché la Chiesa stessa, nei primi anni in cui ne è documentata l’esistenza, la riteneva una pregevole opera d’arte, autorizzandone la venerazione a patto che venisse ritenuta un’icona di fattura umana.
    Negli anni successivi, la posizione ufficiale della Chiesa è cambiata più volte, e al momento non c’è una posizione ben precisa. Sostanzialmente dicono che non è così importante sapere se è vero o no, e che il culto ne è libero e approvato. Alcuni papi, fra cui Giovanni Paolo II, la ritenevano autentica, ma precisando che fosse una propria convinzione personale.
    Comunque sia, è una questione in evoluzione continua, come dimostrano anche articoli recentissimi.
  • Miracolo di Bolsena (in cui un’ostia iniziò a sanguinare di fronte a un parroco dubbioso sulla vera presenza di Cristo al suo interno): anche qui, il fenomeno è spiegabile scientificamente e replicabile in laboratorio. Si tratta di un batterio, come spiegato nel link.
In tutti questi casi, tutto ciò che abbiamo sono spiegazioni plausibili di come potrebbe essere avvenuto il fenomeno prodigioso e ci sono ricostruzioni in laboratorio di repliche degli oggetti. Certamente non basta a bollarli come falsi, ma sono osservazioni che è giusto conoscere prima di trarre le proprie conclusioni sull’argomento.

Caso un po’ diverso, perché il Sole è uno solo e lo possiamo vedere tutti, è il Miracolo del Sole di Medjugorje o di Fatima, che potrebbe essere spiegabile scientificamente come un effetto dell’osservazione prolungata a occhio nudo del nostro astro, che può comportare l’illusione di vederlo muovere, pulsare o cambiare colore, ma anche qui nessuna certezza.

Peraltro, riguardo a Medjugorje, la Chiesa stessa non si è mai pronunciata per l’autenticità delle apparizioni e Papa Francesco stesso ha raccomandato di stare attenti ai possibili falsi emissari della Madonna.

Altro discorso che trovo interessante è quello sulle statue che lacrimano (sangue o altri liquidi, non importa). Premetto che la Chiesa, fra le centinaia di casi di cui si è parlato negli ultimi decenni, ha riconosciuto come miracolosa solo la Madonna delle Lacrime di Siracusa (anche questo riproducibile su copie della statua, ma non analizzato direttamente sulla reliquia). Ovviamente non c’è spazio per citarli tutti, ma prendiamone in esame alcuni emblematici:
  • Il caso della Madonnina di Civitavecchia, che nel 1995 lacrimò sangue umano maschile, è molto interessante perché fu sotto i riflettori per lungo tempo, fu indagato scientificamente e fu oggetto anche di un’inchiesta da parte della magistratura. Per lasciarvi la possibilità di farvi un’idea sulla situazione segnalo un articolo favorevole all’ipotesi miracolistica e uno contrario.
  • Statue che lacrimano per cause naturali, come il Cristo Risorto di Medjugorje o quella di Padre Pio a Castel di Iudica, che presenta un fenomeno simile: in pratica si tratta di statue cave da cui fuoriesce liquido accumulatosi all’interno da qualche microfrattura. Ciò spiega anche perché queste “lacrimazioni” avvengano dal ginocchio, come nel caso del Cristo, o dal gomito, come nel caso di Padre Pio (su cui fra l’altro ci sarebbe tantissimissimo da scrivere, ma per farlo servirebbe non essere pigro, quindi rimandiamo l’argomento a una prossima puntata, forse).
  • Statue che bevono, abbastanza frequenti nella cultura indù, dove di norma è il dio Ganesh, dalla testa di elefante, a sorbire il latte che gli viene offerto. La spiegazione in questo caso è puramente fisica ed è legata proprio alla forma della statua.
  • Vere e proprie truffe come nel caso della Madonna di Assemini, il cui sangue era banalmente quello della sua proprietaria.
A tutto ciò si aggiungono i vari casi di pareidolia o di apparizioni mistiche a cui abbiamo già accennato in puntate precedenti e altri eventi ancora, come le voci sentite da alcuni veggenti e inquadrabili in situazioni cliniche patologiche perfettamente plausibili (qualcuno ipotizza, per esempio, che fosse il caso di Giovanna d’Arco).
Potrei andare avanti con altri esempi, più o meno famosi, ma credo che non servirebbe a molto (è una scusa che uso anche quando devo lavorare), proprio per via della premessa fatta all’inizio. Addirittura, alcuni filosofi sostengono che i miracoli non siano MAI indagabili scientificamente, perché anche in caso di evidenza, potrebbe sempre trattarsi di un intervento della divinità, che cambia le cose nel momento in cui le osserviamo: per esempio, i creazionisti affermano la Terra abbia 6.000 anni come scritto nella Bibbia e che i fossili di milioni di anni fa siano stati creati da Dio per mettere alla prova la nostra fede. Trovo che sia un ragionamento che a livello teorico possa anche avere una sua validità, ma che in pratica mi sembra davvero troppo pericoloso. Là fuori è pieno di truffatori che vogliono approfittare della buona fede (è proprio il caso di dirlo) o, peggio ancora, della disperazione della gente per lucrare e secondo me è una cosa da combattere e condannare con tutte le forze.
Non credo che la ricerca spasmodica dell’evento prodigioso sia poi così utile, per raggiungere la propria dimensione spirituale o, ancor di più, per costruire i propri valori morali: anche senza miracoli, o anche senza credere letteralmente a tutto ciò che dicono la Bibbia, il Corano, il Talmud o altri testi, è possibile comunque essere credenti ed è legittimo esserlo, almeno finché si rispettino anche le idee altrui.
Sarebbe bello se la religione potesse essere solo fonte di serenità, gioia e condivisione per molte persone, senza essere terreno fertile per malintenzionati e manigoldi, che spesso si avvalgono di trucchi da prestigiatore per turlupinare la gente. Quando invece si tratta di eventi naturali scambiati per miracoli in buona fede la situazione è un po’ diversa, perché la ricerca di conforto e sicurezza da parte dei fedeli è perfettamente comprensibile, ma trovo giusto conoscere le possibili spiegazioni scientifiche di tali episodi prima di accettarli acriticamente come soprannaturali. Magari poi alcuni sono davvero prodigi, ma sicuramente più dati si hanno, minore è il rischio di farsi truffare o anche solo di prendere una cantonata. Poi ognuno tragga le sue conclusioni in base alla propria sensibilità e alle proprie convinzioni.
Con questo vi do appuntamento alla prossima puntata, e se per caso conoscete qualcuno capace di trasformare l’acqua in vino presentatemelo, che ho delle importantissime questioni da discutere con lui!
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Eh sì, questa mi pare… idolia! https://www.inutile-erudizione.it/eh-si-questa-mi-pare-idolia/ https://www.inutile-erudizione.it/eh-si-questa-mi-pare-idolia/#respond Sun, 11 Mar 2018 09:20:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/eh-si-questa-mi-pare-idolia/
Avete riconosciuto il volto nella foto di presentazione del post? Pare proprio che appaia anche in questa foto, vero??
 

E invece no! In realtà si tratta semplicemente di un bambino in braccio a suo padre, con un cespuglio sullo sfondo. L’immagine colorata rende meglio l’idea.

Diamo un’occhiata a un’altra foto, che destò clamore e accese forti speranze che ci fosse (o ci fosse stata) vita aliena nel sistema solare.  È quella della faccia su Marte, scattata nel 1976 dalla sonda Viking 1. Sicuramente è molto affascinante, ma, come potete vedere osservando la ricostruzione di quella regione del pianeta (ripresa con telecamere ad alta definizione da diverse angolazioni dalla sonda Mars Reconaissance Orbiter nel 2005), si tratta solo di una formazione collinare. In particolare l’occhio visibile non è altro se non una zona in ombra e la narice, addirittura, uno dei tanti punti neri dovuti alla mancanza di dati nell’immagine originale.

 

Peraltro, il concetto stesso di “marziani” arrivava dalle osservazioni di Giovanni Schiapparelli, che vide al telescopio dei canali artificiali sulla superficie del pianeta rosso. E indovinate un po’? Nonostante non esistessero, li videro anche molti altri astronomi, dopo di lui. Il motivo c’è e capirete di cosa si tratta proseguendo nella lettura.

Proseguiamo con un’altra immagine celeberrima: il demone nel fumo delle Twin Towers. Qui non servono altri link, perché si vede già quello che è: fumo!
Ma perché ci ostiniamo a vedere tutte queste facce dove in realtà ci sono solo ammassi casuali di altre cose? Il fenomeno è ben noto: si chiama pareidolia e da millenni ci permette di scorgere forme e animali nelle nuvole, o anche un bizzarro volto nell’immagine qui sotto.

 
Lo vedete anche voi, vero?  Sicuramente sì. Non è possibile che non lo vediate. Non riuscireste a non vederlo neanche volendo. È il modo che ha il cervello per categorizzare quello che percepiamo o, se vogliamo, per mettere ordine in mezzo a  tutti gli stimoli che ci arrivano. Inoltre, è un meccanismo difensivo: in epoca più remota, il fatto di vedere con facilità i volti ci poteva mettere al riparo dai predatori (o, al giorno d’oggi, dagli scocciatori): meglio fuggire di fronte a un pericolo inesistente, che stare tranquillamente spulciarsi in presenza di uno reale, per poi finire sbranati (o peggio, ritrovarsi a comprare ombrelli, abbonamenti librari o test di Scientology).
Se volete un’infarinatura con qualche esempio, potete andare qui, mentre se siete interessati a un articolo più tecnico e riferito espressamente alla spiegazioni di fenomeni apparentemente paranormali, eccolo qui (in inglese). Diciamo che, rispetto a quelle di cui abbiamo parlato la volta scorsa, si tratta di “fantasmi” più concreti, perché gli oggetti e i riflessi che vediamo, stavolta esistono davvero. Insieme, comunque, forniscono la spiegazione a molti avvistamenti mysteriosi, come vedremo in una puntata successiva.
Un esempio che mi tocca molto da vicino per ragioni geografiche è quello di Padre Pio a Orta (NO), che è apparso miracolosamente, ma, come avverte il tizio che ti ferma per strada per parlartene, si vede bene solo in certi momenti del giorno e con la luce giusta. Da un miracolo, francamente mi aspetterei qualcosa di più, ma forse Padre Pio deve timbrare il cartellino e operare prodigi solo in orari ben stabiliti.
Similmente a questo, ci sono numerose altre apparizioni a tema religioso spiegabili con questo fenomeno e, purtroppo, molte di esse vengono biecamente sfruttate  per fini commerciali (a volte, sono addirittura dei veri e propri falsi).
Ma non è finita: oltre a quella visiva, esiste anche la pareidolia acustica (di cui parleremo più diffusamente in una puntata successiva), che consiste nel tentativo del cervello di dare significato a suoni disarticolati, oppure al silenzio, e che permette di spiegare altri generi di mysteri, come per esempio certe voci spiritiche registrate in luoghi infestati, messaggi alieni, o, banalmente, il fatto che ascoltando al contrario la produzione musicale di un qualsiasi artista, potete trovarci di tutto: dall’inno a Satana alla ricetta della carbonara (ovviamente, poi alcuni gruppi ci hanno marciato sopra e hanno inserito davvero i messaggi, ma questo è un altro discorso). Anche qui, nulla di davvero inquietante, ma solo la nostra umana esigenza di dare un senso a ciò che non ne ha, come per esempio i discorsi di certi politici.
PS: avete riconosciuto il volto nella tortilla, vero? Io sì!
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