Scienza – Sfoggiare Inutile Erudizione https://www.inutile-erudizione.it Una valida alternativa a YouPorn Sat, 28 Mar 2020 21:21:55 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 Pillola n. 11 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-11/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-11/#respond Mon, 28 May 2018 11:57:40 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1698 Ah! Le stelle! Ah! Le galassie! Ah! L’immensità del cosmo! Quante volte vi siete sentiti annichiliti e minuscoli di fronte ad esse? Quante volte avete contemplato la scura volta del firmamento con occhi sognanti? Quante volte vi siete recati in campagna, o su un alto monte per potervi beare del lontano scintillio di quegli astri? La vista spazia all’infinito, per miliardi e miliardi di chilometri, osservando oggetti celesti che esistono dalla notte dei tempi e che si trovano a distanze inconcepibili dal nostro naso all’insù.

Ma sapete, fra tutta questa cosmica quantità di materiale siderale, quante galassie sono visibili a occhio nudo?
Quattro, di cui una è ovviamente la Via Lattea.
Oltre ad essa, solo la galassia di Andromeda e la Piccola e Grande Nube di Magellano si mostrano al nostro sguardo.

Ahi lasso! Come siamo piccoli e isolati, in mezzo a tanta dovizia di astronomica grandezza!

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Lascia stare i santi… Ma non i truffatori! https://www.inutile-erudizione.it/lascia-stare-i-santi-ma-non-i-truffatori/ https://www.inutile-erudizione.it/lascia-stare-i-santi-ma-non-i-truffatori/#comments Thu, 03 May 2018 18:06:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/lascia-stare-i-santi-ma-non-i-truffatori/ Visto che il blog è ancora in fase di lancio e serve un argomento scottante per fare i big likes da cui derivano ineluttabilmente i big moneys (sì, lo so che non ci vanno le “s” finali. Sono errori intenzionali. È raffinato umorismo, giuro!), eccoci finalmente al post dedicato al mondo della religione e dei miracoli! Stavolta sì che scuoteremo il web e faremo parlare di noi dappertutto. Marketing di livello avanzatissimo!
Va beh, scherzi a parte… Mi rendo conto benissimo che è un argomento molto delicato e che può urtare la sensibilità di qualcuno, ma proprio per la sua importanza, secondo me, più si è credenti, più bisogna essere scettici per distinguere il vero dal falso.
In tal senso faccio subito una doverosa premessa: la scienza non può per definizione indagare i dogmi, le affermazioni delle Scritture, né tantomeno dirci se davvero esiste una specifica divinità. Se anche trovassimo una  spiegazione scientifica per l’origine dell’universo che mettesse d’accordo tutti, ciò non significherebbe nulla, da questo punto di vista, perché potrebbe benissimo esserci un dio che abbia scelto di crearlo in quel modo (e in tal caso al limite si potrebbe obiettare che non possa essere infinitamente buono, avendo inventato una cosa astrusa e incomprensibile come la fisica quantistica).
Da sempre esistono scienziati atei e scienziati credenti (il primo esempio che mi viene in mente è il matematico Ramanujan, che accettò di fare il viaggio dall’India a Cambridge, dove avrebbe realizzato il sogno della sua vita, solo dopo che la madre gli disse che le era apparsa in sogno la sua dea protettrice, che lo autorizzava a farlo) e la maggior parte di essi non pretende affatto di andare a indagare questo genere di temi (chiosa personale: mi viene in mente almeno uno che lo fa, e trovo che lo faccia in modo pessimo. Cercare di convertire un credente all’ateismo come fa lui è inutile, dannoso e superspocchioso, a mio avviso).
Quello che però si può fare è analizzare i supposti miracoli che vengono annunciati in giro per il mondo. Li dividerò in 3 categorie:
  1. Veri miracoli (un morto che risorge, un bambino che sta per essere investito da un’auto e invece si solleva e si posa delicatamente in salvo sul marciapiede,  una montagna che va da Maometto, io che mi sposo): qui si torna il discorso di prima. La scienza non può far altro che prendere atto dell’avvenuto miracolo e accettarne la realtà. Casi come questi, però, devono necessariamente essere documentati da prove certe, perché, sì, dobbiamo accettarli come reali, ma solo se davvero avvengono. In tal senso ce ne sono a bizzeffe nei racconti medievali, ma ben pochi, per non dire nessuno, in tempi recenti.
  2. Eventi reali di cui non si può accertare scientificamente la natura prodigiosa: per esempio sappiamo che alcune persone guariscono spontaneamente dai tumori. Semplicemente, il corpo li combatte e li guarisce e, così come sono arrivati, se ne vanno. È un’eventualità rara, purtroppo, ma a volte succede. Ma in tal caso, c’è modo di capire se si tratta di miracoli o no? Evidentemente non è possibile, e ci saranno sempre persone che affermano che tutti quelli che vengono visti come miracoli sono naturali remissioni spontanee e altre che sostengono che tutte le remissioni sono sempre state miracolose. Chi ha ragione? Beh, allo stato attuale delle cose non possiamo davvero dirlo e così sarà fino a quando non se ne scoprirà la causa scientifica o fino a quando l’autore di questi miracoli non si paleserà apertamente per dare ragione ai propri sostenitori. Non a caso, persino a Lourdes, la Chiesa riconosce come miracolose solo 70 guarigioni, delle migliaia che sono state reclamate dai fedeli.
  3. Eventi od oggetti indagabili scientificamente: esistono, sono la stragrande maggioranza e sono quelli di cui ci occuperemo nel resto di questa puntata!
Anche qui, ovviamente, bisogna fare parecchie distinzioni, prima fra tutte quella fra i miracoli già riconosciuti dalla Chiesa e quelli solo rivendicati come tali da persone o associazioni indipendenti.
Di norma, la Chiesa è (giustamente) molto restia a concedere lo status di miracolo a un evento, perciò quelli da essa accertati sono generalmente i più misteriosi e quelli di cui effettivamente non si può trarre una conclusione scientificamente definitiva. Facciamo qualche esempio:
  • sangue di S. Gennaro: si è riusciti a riprodurre in laboratorio un liquido che si comporta nello stesso modo, usando solo ingredienti disponibili nel 1300, inoltre proprio in quei secoli la produzione di reliquie raggiunse livelli tali da indurre la Chiesa a metterne a freno gli abusi nel Concilio di Trento. Ne è testimonianza addirittura Boccaccio, che si fece beffe del fenomeno intitolando una novella del Decameron: Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrare loro la penna dello àgnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo.
  • Sindone: non se ne trova traccia prima del 1355 (infatti il vescovo della diocesi in cui apparve all’epoca la ritenne un falso) e l’analisi del tessuto, realizzata da diversi laboratori, l’ha datata proprio intorno al XIV secolo. Anch’essa è stata riprodotta con tecniche e materiali dell’epoca. In realtà i dubbi in merito sono comunque di natura principalmente storica, perché la Chiesa stessa, nei primi anni in cui ne è documentata l’esistenza, la riteneva una pregevole opera d’arte, autorizzandone la venerazione a patto che venisse ritenuta un’icona di fattura umana.
    Negli anni successivi, la posizione ufficiale della Chiesa è cambiata più volte, e al momento non c’è una posizione ben precisa. Sostanzialmente dicono che non è così importante sapere se è vero o no, e che il culto ne è libero e approvato. Alcuni papi, fra cui Giovanni Paolo II, la ritenevano autentica, ma precisando che fosse una propria convinzione personale.
    Comunque sia, è una questione in evoluzione continua, come dimostrano anche articoli recentissimi.
  • Miracolo di Bolsena (in cui un’ostia iniziò a sanguinare di fronte a un parroco dubbioso sulla vera presenza di Cristo al suo interno): anche qui, il fenomeno è spiegabile scientificamente e replicabile in laboratorio. Si tratta di un batterio, come spiegato nel link.
In tutti questi casi, tutto ciò che abbiamo sono spiegazioni plausibili di come potrebbe essere avvenuto il fenomeno prodigioso e ci sono ricostruzioni in laboratorio di repliche degli oggetti. Certamente non basta a bollarli come falsi, ma sono osservazioni che è giusto conoscere prima di trarre le proprie conclusioni sull’argomento.

Caso un po’ diverso, perché il Sole è uno solo e lo possiamo vedere tutti, è il Miracolo del Sole di Medjugorje o di Fatima, che potrebbe essere spiegabile scientificamente come un effetto dell’osservazione prolungata a occhio nudo del nostro astro, che può comportare l’illusione di vederlo muovere, pulsare o cambiare colore, ma anche qui nessuna certezza.

Peraltro, riguardo a Medjugorje, la Chiesa stessa non si è mai pronunciata per l’autenticità delle apparizioni e Papa Francesco stesso ha raccomandato di stare attenti ai possibili falsi emissari della Madonna.

Altro discorso che trovo interessante è quello sulle statue che lacrimano (sangue o altri liquidi, non importa). Premetto che la Chiesa, fra le centinaia di casi di cui si è parlato negli ultimi decenni, ha riconosciuto come miracolosa solo la Madonna delle Lacrime di Siracusa (anche questo riproducibile su copie della statua, ma non analizzato direttamente sulla reliquia). Ovviamente non c’è spazio per citarli tutti, ma prendiamone in esame alcuni emblematici:
  • Il caso della Madonnina di Civitavecchia, che nel 1995 lacrimò sangue umano maschile, è molto interessante perché fu sotto i riflettori per lungo tempo, fu indagato scientificamente e fu oggetto anche di un’inchiesta da parte della magistratura. Per lasciarvi la possibilità di farvi un’idea sulla situazione segnalo un articolo favorevole all’ipotesi miracolistica e uno contrario.
  • Statue che lacrimano per cause naturali, come il Cristo Risorto di Medjugorje o quella di Padre Pio a Castel di Iudica, che presenta un fenomeno simile: in pratica si tratta di statue cave da cui fuoriesce liquido accumulatosi all’interno da qualche microfrattura. Ciò spiega anche perché queste “lacrimazioni” avvengano dal ginocchio, come nel caso del Cristo, o dal gomito, come nel caso di Padre Pio (su cui fra l’altro ci sarebbe tantissimissimo da scrivere, ma per farlo servirebbe non essere pigro, quindi rimandiamo l’argomento a una prossima puntata, forse).
  • Statue che bevono, abbastanza frequenti nella cultura indù, dove di norma è il dio Ganesh, dalla testa di elefante, a sorbire il latte che gli viene offerto. La spiegazione in questo caso è puramente fisica ed è legata proprio alla forma della statua.
  • Vere e proprie truffe come nel caso della Madonna di Assemini, il cui sangue era banalmente quello della sua proprietaria.
A tutto ciò si aggiungono i vari casi di pareidolia o di apparizioni mistiche a cui abbiamo già accennato in puntate precedenti e altri eventi ancora, come le voci sentite da alcuni veggenti e inquadrabili in situazioni cliniche patologiche perfettamente plausibili (qualcuno ipotizza, per esempio, che fosse il caso di Giovanna d’Arco).
Potrei andare avanti con altri esempi, più o meno famosi, ma credo che non servirebbe a molto (è una scusa che uso anche quando devo lavorare), proprio per via della premessa fatta all’inizio. Addirittura, alcuni filosofi sostengono che i miracoli non siano MAI indagabili scientificamente, perché anche in caso di evidenza, potrebbe sempre trattarsi di un intervento della divinità, che cambia le cose nel momento in cui le osserviamo: per esempio, i creazionisti affermano la Terra abbia 6.000 anni come scritto nella Bibbia e che i fossili di milioni di anni fa siano stati creati da Dio per mettere alla prova la nostra fede. Trovo che sia un ragionamento che a livello teorico possa anche avere una sua validità, ma che in pratica mi sembra davvero troppo pericoloso. Là fuori è pieno di truffatori che vogliono approfittare della buona fede (è proprio il caso di dirlo) o, peggio ancora, della disperazione della gente per lucrare e secondo me è una cosa da combattere e condannare con tutte le forze.
Non credo che la ricerca spasmodica dell’evento prodigioso sia poi così utile, per raggiungere la propria dimensione spirituale o, ancor di più, per costruire i propri valori morali: anche senza miracoli, o anche senza credere letteralmente a tutto ciò che dicono la Bibbia, il Corano, il Talmud o altri testi, è possibile comunque essere credenti ed è legittimo esserlo, almeno finché si rispettino anche le idee altrui.
Sarebbe bello se la religione potesse essere solo fonte di serenità, gioia e condivisione per molte persone, senza essere terreno fertile per malintenzionati e manigoldi, che spesso si avvalgono di trucchi da prestigiatore per turlupinare la gente. Quando invece si tratta di eventi naturali scambiati per miracoli in buona fede la situazione è un po’ diversa, perché la ricerca di conforto e sicurezza da parte dei fedeli è perfettamente comprensibile, ma trovo giusto conoscere le possibili spiegazioni scientifiche di tali episodi prima di accettarli acriticamente come soprannaturali. Magari poi alcuni sono davvero prodigi, ma sicuramente più dati si hanno, minore è il rischio di farsi truffare o anche solo di prendere una cantonata. Poi ognuno tragga le sue conclusioni in base alla propria sensibilità e alle proprie convinzioni.
Con questo vi do appuntamento alla prossima puntata, e se per caso conoscete qualcuno capace di trasformare l’acqua in vino presentatemelo, che ho delle importantissime questioni da discutere con lui!
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Le stelle sono tante, milioni di milioni… https://www.inutile-erudizione.it/le-stelle-sono-tante-milioni-di-milioni/ https://www.inutile-erudizione.it/le-stelle-sono-tante-milioni-di-milioni/#respond Sat, 24 Mar 2018 23:00:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/le-stelle-sono-tante-milioni-di-milioni/  Di certo non stupirà nessuno se scrivo che l’universo è grande. Ma  avete davvero idea di quanto sia grande??
Tanto per capire di cosa stiamo parlando, diamo un’occhiata a casa nostra, ovvero il Sistema Solare, e partiamo dicendo che le rappresentazioni che trovate sui libri di scuola sono dichiaratamente artistiche e totalmente fuori scala.
Non si tratta di un complotto della lobby dei disegnatori di pianeti, ma è una scelta dovuta al fatto che è impossibile disegnare il Sistema Solare in scala su un libro. Se disegnassimo la Terra grande così→ O, per esempio, Giove dovrebbe essere a circa 300 metri e Nettuno a quasi due chilometri!
In questo bellissimo video potete vedere una dimostrazione pratica di ciò che sto dicendo (in questo caso usano una Terra più grande di quella da me ipotizzata, quindi le distanze sono ancora più grandi).
A ciò si aggiunga il fatto che, anche se Nettuno è il pianeta più esterno (almeno a quanto ne sappiamo finora), il Sistema Solare non finisce certo lì. Non solo perché, come tutti sapete, esiste anche Plutone (1), ma soprattutto perché, anche oltrepassandolo, non saremmo neanche a un duemillesimo del Sistema Solare: intorno al nostro astro ci sono ancora la Fascia di Kuiper, la Nube di Oort e un sacco di altre cose che in realtà conosciamo ancora molto poco perché sono lontanissime, visto che il campo di attrazione gravitazionale del Sole si estende indisturbato per circa 15 milioni di miliardi di chilometri, prima di soccombere a quelli di altri oggetti al di fuori del suo eponimo Sistema (fun fact: il rapporto fra le masse in questione è una cosa tipo: 99,85% Sole, 0,10 Giove, 0,05 tutti gli altri miliardi di oggetti messi insieme).
Si tratta di distanze davvero enormi, vero?
No.
Il Sistema Solare non è altro che una piccolissima porzione dell’universo. Basti pensare che, continuando a ragionare con la stessa scala, Proxima Centauri (la stella più vicina al sole) si troverebbe a 16000 chilometri. Cioè, per capirci, disegnando la Terra così → O, la stella più vicina si troverebbe a Sidney.
In realtà, visto che fortunatamente il nostro pianeta è parecchio più grande, Proxima Centauri è a 4,2 anni luce da noi. Confido che non serva a nessuno di voi, spiegare cosa sia un anno luce, ma vorrei che vi fermaste un attimo a riflettere su questo dato. Viaggiando alla velocità della luce (300.000 km al secondo), ci mettereste più di quattro anni per arrivare nei pressi della stella più vicina a noi. E una volta giunti lì, tralasciando il fatto che vi sareste persi altri quattro scudetti della Juve e una dozzina di rimpasti di governo, probabilmente non trovereste neanche nessuno a farvi  compagnia per passare la serata. Già, perché, proprio per la sua vicinanza, questa stella è stata molto studiata, anche alla ricerca di forme di vita e di tecnologia, per esempio tramite il programma SETI che sostanzialmente cerca segnali di natura artificiale in giro per il cosmo, ma senza risultati, quindi se voleste vivere mirabolanti avventure alla Star Trek dovreste proseguire il vostro viaggio. Il lato negativo è che, a oggi, nessuna ricerca di nessun tipo ha mai trovato il minimo indizio di vita extraterrestre neanche altrove. Il lato positivo è che i mondi abitabili, che per semplicità definirò “pianeti simili alla Terra, che si trovino in posizioni simili a quella in cui si trova Terra rispetto a stelle simili al Sole”, pare siano davvero tanti: al momento abbiamo trovato più di 3000 pianeti extrasolari, molti dei quali inadatti alla vita, ma il loro numero aumenta  letteralmente tutti i giorni e nella massa è ovvio che ci siano anche dei candidati adatti. tanto che si stima che siano più di otto miliardi solo nella nostra galassia. Il problema, però è che la Via Lattea ha un diametro di circa centomila anni luce, che espresso in chilometri fa un numero con talmente tanti zeri che neanche Paperon dé Paperoni riuscirebbe a comprenderlo in pieno. E soprattutto, cosa ben più importante, viaggiando alla velocità della luce ci vorrebbero appunto centomila anni per attraversarla (o anche solo per ricevere un segnale radio), ed è qui che sta il problema.
A quanto sappiamo, la velocità della luce non è superabile. Anzi, non è neppure raggiungibile da nulla che abbia massa, perché raggiungerla significherebbe avere massa infinita e superarla vorrebbe dire avere massa più che infinita, il che è chiaramente assurdo. È vero che a quel punto, potremmo viaggiare indietro nel tempo (forse per tornare ai giorni felici in cui eravamo più magri, perché la massa infinita, diciamolo, presuppone anche infinite smagliature), quindi i centomila anni non  sarebbero forse neanche così terribili, però… Beh, in realtà stiamo parlando di pure speculazioni teoriche, impossibili da realizzare in realtà. Certo, in questo particolare campo non c’è nulla di certo al 100%, però se davvero c’è un modo per superare la velocità della luce restando nel nostro universo quadridimensionale, beh… Non abbiamo davvero la più pallida idea di come  farlo.
Quindi, in conclusione cosa possiamo dire?
  • L’universo è immensamente grande, contiene una quantità enorme di pianeti abitabili, quindi è probabile al 99,99% che esistano tantissime forme di vita aliene, sparse qua e là.
  • L’universo è immensamente grande e tutto fa pensare  che la velocità della luce sia un limite irraggiungibile, quindi è probabile al 99,99% che non ci sono mai stati, né mai ci saranno, incontri con nessuna di queste forme di vita, per il semplice motivo che i viaggi interstellari sono concretamente irrealizzabili, a differenza di ciò che avviene in milioni di libri, fumetti e film. Tutt’al più ci potrebbero essere dei contatti radio, ma per il momento, letteralmente, tutto tace.
E allora, tutti gli avvistamenti e gli incontri ravvicinati riportati nella storia?

Beh, di alcuni abbiamo già dato una spiegazione plausibile, anzi due, ascrivendoli sostanzialmente a buffi scherzi che ci fa la nostra mente.  Ce ne sono poi altri più concreti, che hanno spiegazioni perfettamente plausibili e, se il ritmo di pubblicazione degli articoli resta questo, vedrete che in uno o due decenni ne parleremo!

(1) Piccola digressione su Plutone: è stato un abbaglio considerarlo un pianeta: è solo uno dei tanti oggetti, fra cui alcuni pianeti nani, che esistono dopo Nettuno, e non è neppure il più grande. È talmente piccolo che se lo appoggiassimo sugli Stati Uniti non li coprirebbe neppure tutti. E poi, se davvero avessero pensato che fosse un pianeta non gli avrebbero dato il nome del cane di Topolino, no?
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Pillola n. 8 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-8/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-8/#respond Thu, 08 Mar 2018 13:15:14 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1387 In occasione della Giornata Internazionale della Donna, parliamo di tre dotte figure femminili in campo scientifico. La prima che vorrei portare alla vostra attenzione è Sophie Germain, a cui si devono importanti scoperte matematiche.
A causa delle bieche discriminazioni sessuali in voga all’epoca, dovette iscriversi all’École Polytecnique di Parigi con il falso nome di Antoine-August Leblanc. Con tale pseudonimo intrattenne anche una fruttuosa corrispondenza con Carl Gauss. Quando Gauss scoprì che dietro quel nome maschile si celava in realtà Sophie, cercò invano di convincere l’Università di Gottinga a darle una laurea honoris causa, ma senza successo.
Le cose migliorarono un secolo dopo: pensate che Emmy Noether addirittura insegnò per sette anni all’università di Erlangen… Senza ovviamente essere pagata! Che pretese!
Che anni bui, invero!
Non ha invece bisogno di presentazione alcuna Marie Curie, prima persona a vincere due premi Nobel (fra l’altro uno in fisica e uno in chimica), che in vita poté sì godere dei meritati onori per il suo lavoro, ma lo dovette fare in Francia, poiché nella natia Polonia le donne non potevano studiare.
E proprio in merito a questa eminentissima scienziata, ecco una perla di erudizione che a dire il vero potrebbe non essere inutile: sapete che ancora oggi i suoi appunti, sono troppo radioattivi per poter essere consultati senza protezione?
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Pillola n. 7 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-7/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-7/#respond Fri, 02 Mar 2018 13:26:14 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1383 Una figura che mi affascina molto è quella di Edmund Halley, noto ai più solo per via dell’eponima cometa, ma in realtà notevolissimo scienziato che fu autore di millanta fondamentali scoperte in campo astronomico e meteorologico.
Inoltre, e qui veniamo all’aneddotica che tanto ci aggrada, quando si rivolse a Newton per discorrere di alcune sue idee in merito al moto dei pianeti, scoprì che questi aveva già spiegato tutto in alcuni suoi lavori autonomi, ma che semplicemente non aveva interesse a pubblicare (era un tipo ben bizzarro, Sir Isaac)!
Fu Halley a convincerlo a dare alle stampe Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, pagando altresì tale pubblicazione di tasca propria. In tale poderosa opera venivano annunciati, fra gli altri, i principi della dinamica e la legge di gravitazione universale.
Un plauso, signor Halley!

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Pillola n. 2 https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-2/ https://www.inutile-erudizione.it/pillola-n-2/#respond Tue, 13 Feb 2018 20:57:18 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=1309 Ah, quante facezie! Ah, quante lepidezze sono state scritte intorno ai minuscoli arti superiori del Tyrannosaurus rex! Eppure, è ormai assodato che fossero tutt’altro che vestigiali o atrofici. Non vi è, naturalmente, certezza assoluta in merito, ma senz’altro essi erano assai adatti a tenere ferma con erculea forza qualsiasi preda che il mastodontico bestio catturasse con la bocca. Era infatti la testa ad essere utilizzata come organo d’attacco e di caccia, mentre le braccia servivano come supporto.
In buona sostanza, i nostri arti lunghi e sottili sono particolarmente adatti a movimenti repentini e scattanti, mentre i suoi erano certo meno agili, ma presumibilmente dotati di notevolissima muscolatura che garantiva una presa solidissima!

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Il calabrone non può volare, ma lo fa lo stesso (e punge pure)! https://www.inutile-erudizione.it/il-calabrone-non-puo-volare-ma-lo-fa-lo-stesso-e-punge-pure/ https://www.inutile-erudizione.it/il-calabrone-non-puo-volare-ma-lo-fa-lo-stesso-e-punge-pure/#respond Sun, 28 Jan 2018 13:37:00 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/il-calabrone-non-puo-volare-ma-lo-fa-lo-stesso-e-punge-pure/ Io non ho un buon rapporto con la forza di gravità. Soprattutto quando decido finalmente di rimuovere dalla scrivania il cumulo di fragilissime tazzine sporche di caffè e cerco di portarlo verso il lavandino. Però esiste e mi ci sono sempre dovuto adattare, come ogni essere vivente (e anche non vivente) su questo pianeta.

Cioè, tranne il calabrone, ovviamente!
Tutti avrete senz’altro sentito o letto la frase che sta nella foto d’apertura di questo articolo, spesso attribuita addirittura ad Einstein (che mai si sognò di dire nulla del genere, ma tanto gli attribuiscono pure i bigliettini dei Baci Perugina, quindi non ci stupiamo). Beh, senza neanche preoccuparmi di mantenere un po’ di suspense, vi dico subito che è falsa (ed è pure un errore di traduzione, perché in realtà si riferirebbe al bumblebee, cioè al bombo). Le origini della leggenda sono incerte: sicuramente se ne è iniziato a parlare negli anni ’30, ma non si sa il nome dello scienziato che fece i calcoli secondo cui le ali di tali insetti sarebbero troppo piccole per fare sufficiente presa sull’aria e ne renderebbero quindi impossibile il volo. Però, suvvia, se la scienza si fosse fermata (ricorrendo a spiegazioni miracolose o magiche) ad ogni errore di calcolo di un fisico, col cavolo che adesso sareste capitati su questo sito mentre cercavate “rimorchiare grazie all’erudizione” col vostro smartphone. In realtà sappiamo ormai da molto tempo come stanno le cose e non c’è davvero alcun mistero intorno a questa dinamica.
La faccio molto semplice: l’errore del nostro amico scienziato fu considerare lisce le ali dell’insetto, che in realtà sono molto ruvide e frastagliate e quindi hanno un elevato coefficente di attritto che, unito all’impressionante velocità con cui si muovono, crea vortici e correnti che sostengono l’animale. Insomma, per intenderci, il calabrone, il bombo e altri insetti simili, non volano come un aereo (come fanno invece certi uccelli), ma come un elicottero.
Quindi, se vi sta puntando e si dirige verso di voi col pungiglione spianato, mettervi in posa da Gandalf e urlargli “Tu non puoi volareeee….” non funzionerà.
Quello che però mi intristisce di questa leggenda, è che davvero esiste gente pensa che il calabrone violi le leggi della fisica e accetta il fatto con un’alzata di spalle, commentando “toh, che cosa curiosa”, o peggio ancora “Oh, che ficata! Vai calabrone vai, sei tutti noi, fagliela vedere, a quella maledetta fisica”.
Sigh 🙁
Purtroppo temo che non si tratti di semplice superficialità, ma di vera e propria sfiducia nei confronti della scienza, a favore di qualche affascinante quanto improbabile spiegazione secondo cui il calabrone, chissà perché, sarebbe l’unico animale magico della Terra, alla facciaccia di gatti neri, corvi, capri e famigli vari. È una visione davvero deprimente, perché la scienza ci ha allungato e semplificato la vita in mille modi ed è assurdo che ci sia gente che la sminuisce a favore di ciarlatanerie e superstizioni. È vero, a volte gli scienziati sbagliano. È vero, ci sono cose che la scienza non è ancora riuscita a spiegare, ma ciò che la differenzia da certe castronerie è proprio la franchezza con cui ammette la propria fallibilità e la tenacia con cui cerca di correggere gli errori e, soprattutto, con cui continua a cercare le soluzioni che ancora non sono state trovate, a differenza di chi semplicemente inventa frottole per giustificare il fatto che la realtà non corrisponda alle proprie teorie inventate.
Va beh, dopo aver sollevato questo vespaio (ahahahah, l’avete capita? Calabrone… Vespaio… No? Non faceva ridere eh? Uff….), devo però ammettere che esiste un animale il cui volo la scienza non è mai riuscita a spiegare!
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