Sfoggiare Inutile Erudizione https://www.inutile-erudizione.it Una valida alternativa a YouPorn Thu, 16 Dec 2021 18:12:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.2 Lèo Major https://www.inutile-erudizione.it/leo-major/ https://www.inutile-erudizione.it/leo-major/#respond Thu, 16 Dec 2021 18:12:31 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2977
“Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.”
 

Uomo del mio tempo.

Lo scriveva Salvatore Quasimodo nel 1946, resta comunque tutt’ora -e ritengo lo sarà fino all’estinzione della razza umana- parecchio attuale.

Perchè iniziare con una poesia?

Per evitare di scrivere in modo uguale l’ennesima premessa già fatta per altre Personalità Buffe (Churchill, Pegahmagabow, Baracca, Luckner) in cui descrivo quanto negli anni la guerra ci abbia sempre accompagnato mantenendo la sua doppia componente di atroci sofferenze/sommo eroismo che tanto ha fatto (e fa) presa su stuoli di persone in tutto il globo.

Dopotutto veniamo tirati su con l’illusione che i buoni sparano ai cattivi per risolvere i problemi.
E’ poi naturale che la figura di uno bravo ad uccidere diventi sotto tanti aspetti eroica e degna di essere raccontata.

Anche se poi sempre di un essere umano che uccide un altro essere umano stiamo parlando.

‘Eroe’, ‘buono’, ‘cattivo’ sono tutti concetti relativi. Ho sempre preferito la definizione ‘badass’ (=cazzuto).

La trovo più adeguata per queste storie.

Il Canada è uno di quei paesi che ti vengono in mente sempre dopo quando pensi alla seconda guerra mondiale, scioccamente si collega che siano entrati in guerra seguendo a ruota i vicini Stati Uniti, invece si mossero appena una settimana dopo la Gran Bretagna, il 10 settembre 1939, schierandosi insieme agli Alleati a difesa di Hong Kong a oriente e seguendo tutti i raid e le invasioni varie sul suolo europeo.

Su undici milioni e mezzo di abitanti ne venne mobilitato circa un milione durante tutto il conflitto: 55.000 tornarono feriti e 45.000 non tornarono affatto.
 

Il Régiment de la Chaudière fa parte della Primary Reserve della seconda divisione dell’esercito canadese (il grosso delle sue truppe di terra per capirci).

La Chaudière ha uno stemma stupendo DUE MITRAGLIATRICI VIKERS INCROCIATE CON SOPRA UN CAZZO DI CASTORO SORMONTATO DA UN FIORDALISO CON AL DI SOTTO UN FOGLIO DI PERGAMENA RICAMATO DA FOGLIE D’ACERO RECITANTE IL MOTTO “ÆRE PERENNIUS” (=più duraturo del bronzo).

Non chiedetemelo, non ho idea di quanto avesse bevuto chi l’ha disegnato e soprattutto chi l’ha approvato, ma il nostro eroe di oggi arriva proprio da qui. Si è arruolato, addestrato ed è poi partito per la guerra venendo riallocato più volte prima di essere gettato insieme a molti altri in una grossa operazione militare avuta luogo nel giugno del 1944 -forse ne avete sentito parlare- il D-Day.

Sword Beach non viene in mente quasi mai quando si pensa allo sbarco in Normandia.

Non è così famosa come Omaha o Utah Beach, eppure per numero di morti ha ben poco da invidiargli.

Sword non era la più difesa (il primato spetta ad Omaha) ma era decisamente insidiosa ed essendo pesantemente minata e piena di ostacoli ci si avanzava molto lentamente. Il che è un problema quando hai alle spalle una torma di uomini che spinge per sbarcare, poichè si finisce inevitabilmente per congestionare le poche zone sicure rendendo poi schifosamente facile il lavoro di chi deve solo sparare nel grumo di corpi per beccare qualcosa.

Prima che la spiaggia venisse messa in sicurezza la germanica ventunesima divisione Panzer calò con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno in un contrattacco teso a fare a pezzi chiunque non urlasse “Sieg Heil!”.

Coraggiosamente la terza divisione britannica resistette con le unghie e con i denti, fino a che gli estimatori del bratwürst non si ritrovarono costretti ad arretrare.

La testa di ponte era stata creata, ma ci si era lasciati alle spalle le vite di almeno 1000 uomini -sto considerando solo gli attaccanti e solo una spiaggia-.

Un problema grosso per i nazisti (fra gli altri) è che quel giorno Léo Major era sopravvissuto.

Se ne sarebbero presto pentiti.

Appena qualche ora dopo lo sbarco il nostro è in missione solitaria di ricognizione (come centinaia di altri scout in quel momento) per preparare il terreno all’avanzata terrestre.

Individua un blindato tedesco per il trasporto truppe (un Hanomag) su una delle strade secondarie che ha appena finito di radunare una squadra di soldati in ritirata.

Potrebbe lasciarlo sfilare via e tornare a comunicarne la posizione, ma è appena sopravvissuto ad una delle più grandi mattanze della storia ed ha una tonnellata di adrenalina ancora in circolo.

Quando il blindato gli passa a fianco lui è acquattato in un fosso.

i tedeschi non lo notano e sentono solo qualcosa che rimbalza sul pavimento di metallo, pochi secondi dopo c’è un esplosione e l’hanomag si va ad affossare in un campo.

Major gli è subito addosso, uccide uno dei sopravvissuti, cattura il caposquadra e dando uno sguardo all’interno esclama “Jackpot!” quando si accorge che il mezzo stava trasportando attrezzature radio e codici di comunicazione.

Giorni dopo è ancora di ricognizione nei pressi di un boschetto, quando nota una pattuglia nemica di quattro uomini avvicinarsi alla sua posizione.

Da buon cecchino si nasconde sotto un cespuglio e da qui attende che escano allo scoperto. Quando accade è ben pronto: stende i primi due prima che possano capire chi stia sparando a cosa, fa un profondo respiro e ripete meccanicamente.

Dopo qualche minuto si alza e decide si avvicina per perquisirli anche perchè non aveva ancora incontrato direttamente dei soldati con delle uniformi come quelle…non era da tutti uccidere quattro SS in una botta sola.

Arrivato vicino ai corpi ha però una sorpresaccia: uno di loro si riprende quel tanto che basta per sganciare la spoletta di una granata al fosforo.
Esplosione.
Buio.

Léo si risveglia in un ospedale militare dove è stato portato da una pattuglia inglese attirata dal fumo.

Ha perso un occhio, ma non la voglia di combattere.

Quando i suoi superiori provano a cambiargli mansioni per le ferite lui se ne esce con: “mi basta un occhio per trovare nazisti e sparare con il fucile…poi così somiglio ad un pirata!”, tutti concordano e lui può tornare in prima linea.

Olanda, siamo nel bel mezzo della ‘battaglia della Schelda’, una serie di operazioni militari condotte dall’esercito canadese per la riconquista di Belgio e Paesi Bassi.

Ormai dovreste averlo capito, a Major piace lavorare da solo quando è in ricognizione.

È ormai buio quando individua su un terrapieno due soldati tedeschi di picchetto, si ripete nella testa “ho il culo bagnato e gelato per colpa di voi crucchi, qualcuno dovrà pagare per questo!” per cui decide di avvicinarsi di soppiato e attendere.

Quando i due si separano Léo salta fuori dalle ombre e catturato il primo puntandogli il coltello alla gola e gli intima di chiamare l’altro. Ci devono essere stati incomprensioni nella traduzione canadese-tedesco, poichè il soldato arriva di rinforzo ad armi spianate.

Un attimo dopo è a terra con il coltello piantato in fronte.

Il nostro canadese guarda col suo unico occhio buono fisso il primo prigioniero e si limita ad aggiungere: “se lo fai di nuovo sei morto. Ora portami dal tuo capitano”.

Mettetevi nei panni di sto poveraccio.

Sì, lo ha portato dal suo capitano.

Ne scaturisce un conflitto a fuoco che lascia a terra tre tedeschi e vede l’intera guarnigione arrendersi quando il loro comandante arriva fra le calda braccia di Major.

In un villaggio vicino sono di stanza delle SS che vengono avvertite da uno dei soldati semplici mandati a chiamare rinforzi che: “l’intera guarnigione è stata catturata da un solo soldato spuntato dal nulla! Ha ucciso sette uomini e ne ha feriti almeno il doppio! Ora sta scortando tutti dietro le linee nemiche, dobbiamo aiutarli!”

Le SS sulle prime pensano sia una streich (=burla), ma l’altro è così pallido da fugare ogni dubbio.
Radunano baracca e burattini e partono all’inseguimento.

Il nostro orbo preferito intanto è stato raggiunto sulla strada da una squadra di carristi alleata, la fa posizionare lungo il terrapieno con visuale sul villaggio e quando arrivano le SS di rinforzo fa aprire il fuoco.

Qualche ora dopo sta marciando verso il campo con NOVANTATRE prigionieri.

Per questa azione viene scelto per ricevere la Distinguished Conduct Medal, ma quando scopre che ad appuntargliela sarebbe stato il generale Montgomery in persona rifiuta seccamente l’onorificienza commentando:

“È un cazzo di incompetente! Non sarebbe nella posizione di dare medaglie nemmeno al mio cane!”

Febbraio 1945: la guerra procede con tutto il carico di morte che un conflitto mondiale può portarsi dietro.

Léo questa volta non è solo, sta aiutando un cappellano a caricare su un trasporto Bren i corpi di una squadra che ha avuto la peggio scontrandosi con un Tiger.


Finito il lavoro risale sul mezzo per tornare alla base.
Il cappellano è davanti col pilota, Major siede nel cassone coi morti, tutto tranquillo.

Finchè non passano sopra ad una mina anticarro.
Esplosione.

Buio.

Lo avete capito ormai, il nostro è un soldato cazzuto. Si risveglia con intorno due ufficiali medici che cercano di stabilizzare le sue condizioni, lui chiede solo come stia il cappellano ma il loro silenzio è più eloquente delle fiamme che si alzano dall’ammasso di lamiere alle loro spalle, tocca pensare ai vivi.

Lo caricano su una jeep per portarlo all’ospedale da campo più vicino (distante 50 km) facendo una pausa ogni quarto d’ora per iniettargli litri di morfina.

Arrivati al sicuro il dottore da campo lo informa che per lui la guerra è finita: ha la schiena rotta in tre punti, quattro costole sbriciolate ed entrambe le caviglie più adatte a far polenta che a correre.

“Doc, l’ho già sentita una volta la frase ‘non puoi più combattere’, sarà finita solo quando lo deciderò io!

Dopo qualche settimana Léo si organizza con altri commilitoni per farsi dare un passaggio fino a Nijmegen, una cittadina olandese in cui aveva conosciuto precedentemente una famiglia. In accordo con loro passa un mese nascosto in casa a riprendersi dopodichè torna a rapporto dopo un periodo di tempo che ad una persona normale basterebbe a malapena per smettere di pisciare in una padella.

I suoi superiori hanno sulla scrivania un fascicolo a suo nome che lo accusa di AWOA (Absent WithOut Autority), la stracciano, felici del suo ritorno.

Agli inizi di aprile il reggimento de la Chaudiére si sta avvicinando alla città di Zwolle, pesantemente difesa.

Il comandante chiede due volontari per una ricognizione atta ad individuare bersagli sensibili prima di dare fuoco alle polveri dell’artiglieria. Si fanno avanti Major ed il suo migliore amico, il caporale Willie Arseneault.


Mentre si stanno avvicinando alle prime case i due discutono di quanto sarebbe un peccato raderla al suolo con tutti gli abitanti dentro: “dai, secondo me è fattibile catturarla da soli se entriamo in contatto con la resistenza”.

Intorno alla mezzanotte il piano subisce uno scossone quando Arseneault rimane ucciso in un imboscata.

 

Il nostro orbo va in berserk, uccide due nemici (di cui uno a pugni) mentre il resto della pattuglia tedesca si ritira velocemente.

“Tutti…vi ammazzo tutti…”

Non sarei voluto essere un tedesco a Zwolle quella notte.

Léo si sposta sulla strada che collega il suo obiettivo da Sassenport e attende che passi una delle tante macchine-staffetta. Trascina uno dei cadaveri dei soldati che si è portato dietro in mezzo alla strada e quando la macchina si ferma a controllare salta fuori dal terrapieno e mette le mani addosso al guidatore.

“Ascoltami bene perchè sono PARECCHIO nervoso: se fai qualcosa di strano sei morto, se provi a scappare sei morto, se anche solo mi guardi storto sei morto. Ora tu mi porti fino a dove vanno a bere gli ufficiali. Se non lo fai sei FOTTUTAMENTE morto.”

Le doti diplomatiche erano una sua grande virtù.

Ora lo so che vi state immaginando più o meno la scena del bar di ‘bastardi senza gloria’

… ma in realtà arrivato fino al tavolo degli ufficiali, si siede, ordina tranquillamente da bere e poi, semplicemente, bluffa: “Non so come sia la situazione qui in città, ma siete completamente circondati mon frère. Alle 06:00 l’artiglieria canadese aprirà il fuoco e farà piovere di tutto uccidendo gran parte di voi e, questo vorrei evitarlo, parecchi civili. Vi sto dando la possibilità di fare una cosa onorevole e scegliere tra il ritirarvi, arrendervi o il morire tutti.”

Major finisce il suo drink, RESTITUISCE LA PISTOLA al portaordini preso in ostaggio e si avvia semplicemente verso la porta, aspettandosi che qualcuno gli spari alle spalle.

Non succede.

Per il resto della notte corre da una parte all’altra della città sparando raffiche col suo mitra e lanciando granate per fare più casino possibile così che i crucchi credano di essere sotto un soverchiante attacco.

Ogni volta che viene attaccato da piccoli gruppi di soldati (dagli otto ai dieci), il numero dei prigionieri che cattura e scorta alle linee canadesi aumenta.

Quando comincia ad essere stanchino trova riparo in casa di alcuni civili.

Per dieci volte ripete la procedura.

Poi individua il quartier generale della Gestapo e gli sale il sangue al cervello.

Senza pensare più a niente irrompe, dentro ci sono otto ufficiali, in un attimo quattro giacciono a terra morti e gli altri sono scappati dal retro.

Léo da fuoco a tutto.

Alle 4:30 il nostro esausto soldato vede delle colonne di automezzi uscire dalla città, il suo piano ha inaspettatamente funzionato: HA LIBERATO UNA CITTÀ COMPLETAMENTE DA SOLO, stappa la fiaschetta di whiskey che si porta dietro e ne butta giù un sorso “per te Arseneault”.

Quando torna al campo base della Chaudiére, tutti (e intendo TUTTI) si mettono sull’attenti.

Il suo superiore lo informa che stavolta riceverà la Distingued Conduct Medal indipendentemente da cosa pensa di chi gliela appunterà al petto.

La seconda guerra mondiale vede la fine.


 Le guerre, come dicevo all’inizio, sono però ben lontane dal farlo e quando c’è un conflitto dei soldati come Major non vengono lasciati a casa.

Durante la Guerra di Corea -che è il motivo per cui oggi dobbiamo avere a che fare con quella faccia da raviolo di Kim Jong-Un- il nostro orbo preferito è insieme alla terza divisione di fanteria statunitense a cui è stato affidato il controllo di una collina importante, ma così importante da non avere un nome ma solo un numero, la collina 355.

Gli americani sono 10.000 e sono americani, quindi sicuri di essere invincibili.

Cosa da rivalutare quando dall’altra parte arriva la 64esima armata cinese che conta 40.000 uomini ed attacca tutta insieme.

In due giorni di battaglia le difese cedono e la collina viene abbandonata al nemico, esponendo il fianco di un altra collina fondamentale, la 227, persa la quale si metteva malissimo per gli yankee.

Dopo diversi tentativi falliti per riconquistare la 355, difesa ora dalla 190esima e 191esima divisione cinese, il comandante in capo al secondo reggimento inglese decide di inviare una piccola squadra di 18 uomini alle spalle dei cinesi per alleviare la pressione sulla forza principale.

Quando deve decidere chi metterci a capo non ha dubbi: Léo Major, il liberatore di Zwolle.


La squadra formata da scout e cecchini d’elite si arrampica su per la collina silenziosamente durante la notte e una volta posizionata IN MEZZO alle linee nemiche comincia a scompaginarne le fila sparando a tutto quello che ha gli occhi a mandorla. Quando il panico è ormai a livelli ragguardevoli e sono più i cinesi che si sparano da soli non capendo più chi spara a cosa, Major ed il suo team salgono sulla 355 e segnalano al resto degli americani di iniziare l’assalto.

La collina chiave è ripresa e anche se nell’arco di tre giorni all’incirca 14.000 nemici proveranno a recuperarla questa volta le difese tengono.

Per questa azione Léo verrà insignito per la seconda volta della Distinguished Conduct Medal e diventerà uno dei tre soldati in tutto il Commonwealth ad averne ricevute due in due guerre distinte.
 
Sopravvissuto a due conflitti ragguardevoli, orbo, con nel suo palmarès un esorbitante conteggio di uccisioni e catture confermate decise infine che è arrivato per lui il momento di ritirarsi.
Vive il resto della sua vita a Longueuil, in Québec, sposando una donna di una trentina d’anni più giovane e muore nel 2008, alla veneranda età di 87 anni.
 
Sono quasi certo che anche passati gli ottanta era meglio non farlo incazzare troppo.

Un pacatissimo Major durante le celebrazioni per la liberazione di Zwolle, nel 1995.
]]>
https://www.inutile-erudizione.it/leo-major/feed/ 0
Somali e lo spirito della foresta. https://www.inutile-erudizione.it/somali-e-lo-spirito-della-foresta/ https://www.inutile-erudizione.it/somali-e-lo-spirito-della-foresta/#respond Sun, 12 Dec 2021 12:11:14 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2970 Ci sono persone che mettono tutti i loro risparmi in banca, chi se li sperpera in amenità passeggere (tipo droga, puttane, videopoker, tappeti di Telemarket TV o gratta e vinci), chi si rifugia in beni di lusso come gioielli, pietre preziose, macchine potenti o lingotti d’oro e c’è chi invece sa molto bene che il futuro premierà chi ha investito tutto in tappi, carte di Magic, miniature di Warhammer, POG e fumetti.

Io faccio senz’altro parte dell’ultima categoria.

Per quanto il mio personale caveau mi garantisca in caso di improvviso crollo dei mercati mondiali di poter avere un bene rifugio cartaceo di ragguardevoli dimensioni (credo che se mi rimanesse un anno di vita potrei vendere tutto e darmi alla pazza gioia in località esotiche quali Biandrate e Cassano d’Adda) non lo ritengo affatto ancora sufficiente.

E il mio fumettaro di fiducia (Planet Comics) questo negli anni credo che lo abbia capito bene.

Ho sempre posato un occhio (e una fiche) sulle nuove uscite, e se questo mi ha portato nel tempo in inevitabili vicoli ciechi -VI PREGO DATE IL COLPO DI GRAZIA ALL’ATTACCO DEI GIGANTI! ORMAI SAREBBE COMPARABILE LEGALMENTE ALL’EUTANASIA!- molte volte mi ha fatto scoprire delle perle che altrimenti sarebbero passate inosservate.

Che a pensarci è un po’ il senso che vorrei avesse la rubrica: ‘Shottini di Carta Stampata’.

Partiamo dal titolo: ‘Somali e lo Spirito della Foresta’ non c’entra una beneamata fava con la Repubblica Federale di Somalia.

Dovrebbe essere ovvio alle persone normali ma il mio cervello fa una fatica terribile a ricordarselo e la prima volta che mi è caduto l’occhio sul titolo credevo fosse interamente ambientato nel corno d’Africa.

Questo è comunque niente se considerate cosa avrebbe potuto accadere mantenendo il titolo originale (Somari to Mori no Kamisama) che avrei associato immediatamente e per sempre a Ciuchino di Shrek.

Il manga di Yako Gureishi ha iniziato la serializzazione online nel 2015, utilizzando un modello relativamente giovane di diffusione di queste opere (il web) che sta negli ultimi tempi dando notevoli frutti, come ben sa chiunque abbia idea da dove -e come- sia partito One Punch Man.

Ma torniamo a noi.

Nel mondo fantasy di Somali gli uomini e i non-uomini si sono scontrati anni addietro e hanno visto gli ultimi trionfare dando il via negli anni seguenti alla grande guerra a una caccia all’essere umano per guadagnarsi una di quelle scimmie troppo cresciute come servitore coatto o semplicemente come spuntino.

Dopo di questo gli uomini sono praticamente scomparsi dal mondo, quindi quando uno dei golem guardiani della foresta trova una bambina nei propri domini non sa bene come comportarsi, anche perché in teoria i costrutti non dovrebbero poter provare nessun sentimento.

Dopo qualche tempo il guardiano prende la decisione di partire per andare alla ricerca di altri esseri umani a cui affidare questa strana creatura che ha iniziato a chiamarlo ‘papà’.

Il viaggio di Somali si snoda in soli sei volumi interrotti a causa dei soliti problemi di salute che affliggono la vita di un mangaka molto spesso (più un adattamento animato uscito per ora solo in patria) che oltre a presentare una finezza notevole nel tratteggiare un mondo fantasy abbastanza diverso dai canoni del genere ha dalla sua dei disegni meravigliosi (specie quelli che riguardano la natura selvaggia, boschi e foreste in primis) che per me hanno un’assonanza solo con le tavole di un capolavoro conclamato quale è Berserk.

Quanto detto fin qui dovrebbe essere sufficiente ad attirare l’attenzione di chiunque abbia capito come nella guerra atomica ormai prossima i manga saranno una valuta di scambio vantaggiosa, quindi mi rimane poco altro da aggiungere.

SOMALI E LO SPIRITO DELLA FORESTA:

Ed. Planet Manga

Voto: 8.5 osti donne-rana che badano molto poco alla presentazione delle loro pietanze ma che mi pare ovvio che comunque cucinino bene su 10

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/somali-e-lo-spirito-della-foresta/feed/ 0
Sard Max: Milk Road https://www.inutile-erudizione.it/sard-max-milk-road/ https://www.inutile-erudizione.it/sard-max-milk-road/#respond Mon, 08 Nov 2021 17:32:37 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2958 Davanti a me il deserto, dietro di me il deserto, alla mia destra il deserto e alla mia sinistra…ci siamo capiti.

Dovunque si posi il mio sguardo vedo terra brulla, ciottoli, massi e una vegetazione secca e bassa tipica di questi luoghi e di questo clima.

L’inferno? Ma nemmeno per idea!

Questo posto è splendido ma a modo suo.


Qui dove la natura è stata imbrigliata a fatica dall’uomo si può avere davvero il sentore della sua intera magnificenza, era così anche nei tempi addietro alla Grande Siccità, ben prima che l’uomo riuscisse ad autodistruggersi.

Il problema al giorno d’oggi è che non è molto salutare rimanere appiedato all’esterno di un’enclave.

Radiazioni, animali selvatici, cannibali, branchi di leghisti mutati…i modi per morire sono variegati, come nel resto del paese e d’altronde come nel resto del pianeta.

Potrei camminare per giorni in una direzione casuale sperando che le munizioni del mio fucile a pompa bastino a tenere alla larga qualsiasi cosa decida di assalirmi.

Potrei spostarmi su uno dei passaggi principali e pregare di incrociare una delle colonne di rifornimento trimestrali che si spostano da un’enclave all’altra.

Potrei puntare alla costa e tentare di sopravvivere pescando qualcosa di diverso dalle innumerevoli bottiglie di plastica.

Potrei…ODDIO!

Quella nuvola all’orizzonte è polvere!

Forse per una volta qualcosa va per il verso giusto!

Un polverone del genere vuol dire cisterne! Cisterne vuol dire rifornimenti!

Rifornimenti vuol dire vita!

 

-la formazione rocciosa aveva resistito per millenni in cima alla collina. Sebbene in parte collassata era uno dei passaggi obbligati per arrivare alla ‘strada di collegamento’, oltre che un punto di osservazione perfetto per l’uomo col binocolo appostato sulla cima di un ammasso di ciottoli-

“Cazzo! Cazzo! Cazzo!” l’uomo si alzò di scatto iniziando a scivolare nella scarpata per fare più in fretta, la mano che non reggeva il fucile era premuta sul tasto di una sorta di walkie talkie rudimentale.
“Shy a Porcabru! Shy a Porcabru! Mi ricevete?”

“Qui Porcabru! Non si era detto di mantenere il silenzio radio se non in caso di emergenza?”

“Guarda nel cazzo di specchietto e dimmi se non è un’emergenza.”

“PORCA PUTTANA!”

 

-A bordo della cisterna c’è agitazione, tre di quelli che paiono un bizzarro incrocio fra un uomo e una pecora (non giudicate, sono stati tempi bui durante la Grande Siccità) stanno prendendo posizione sul tetto, ancorandosi con dei grossi moschettoni-

“Mirate al bastardo con la zampogna-lanciafiamme sotto al manifesto di Salvini! Io penso a tenere in strada questo bestione! Forza ragazzi, se riusciamo a tenere duro fino all’arrivo di Shy prometto di pagarvi due giorni alla casa socchiusa!”

-STACCO-

Sono arrivato fottutamente tardi, come sempre nella mia vita del cazzo!

La carcassa della cisterna sta ancora bruciando in un fosso sul lato della strada mentre i cadaveri di tre uominipecora sono avvolti in un manifesto elettorale di Salvini in cui si sproloquia di un euro per litro di latte.

Fottuti leghisti! Sono mutati a tal punto da non accorgersi nemmeno di aver perso la loro intera memoria storica.

Si muovono solo in base agli ordini del loro Capitano.

Ora il problema principale è che al momento non ho idea di come fare per sopravvivere qua fuori.

Sto pensando a questo mentre sono inginocchiato a cercare di recuperare qualche goccia di ‘oro bianco’.

Poi il rumore dello scatto di un otturatore mi riporta alla realtà.

“BUTTA IL CAZZO DI FUCILE E GIRATI LENTAMENTE!”

A urlarlo è un uomo sulla cinquantina.

È affannato ma la presa sul suo fucile è molto più ferma della mia, decido che contrariarlo non è una buona idea.

Indossa una bella maglietta comunque.

“Ehi amico, calmati! Sono appena arrivato e non c’entro nulla con questo macello” indico con la testa uno dei corpi avvolti nel faccione di MechaSalvini.

“Cazzo! Dei leghisti sulla strada di collegamento è una pessima notizia. E tu chi saresti allora? Parli in italiano corretto, non puoi essere dei loro lo dice raccogliendo il mio fucile e mettendoselo a tracolla mentre mi tiene sotto tiro.

Nemmeno una disattenzione.

Proprio una bella maglietta.

“Che tu ci creda o no sono rimasto a piedi a una ventina di chilometri da qui, ho seguito la polvere sollevata dalla cisterna sperando di trovare un passaggio per non morire da solo nella Zona Selvaggia ma sono chiaramente arrivato tardi. Mi chiamo Massimo Matto.

“Io sono Alessandro ma puoi chiamarmi Shy, oramai lo fanno tutti. Se quello che dici è vero posso condurti al mio villaggio e trovarti un passaggio per un’enclave. Un aiuto per arrivarci farà comodo anche a me”.

“A me sta bene, prima di muoverci devi dirmi assolutamente una cosa”

“Se posso…”

“Dove trovo una maglietta come la tua?”

“Non hai mai sentito parlare di Heya? Devi venire dal continente…”

I due si incamminano verso un tramonto che lascia a intendere molto di quella magnificenza della natura descritta all’inizio.

Dissolvenza.

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/sard-max-milk-road/feed/ 0
Lafayette Ronald Hubbard https://www.inutile-erudizione.it/lafayette-ronald-hubbard/ https://www.inutile-erudizione.it/lafayette-ronald-hubbard/#respond Tue, 10 Aug 2021 15:39:30 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2944 Lafayette Ronald Hubbard -che scopro ora che oltre ad essere un nome è anche un MARCHIO REGISTRATO- è stato tante cose nella vita: uno scrittore, un esoterista, un marinaio, un affarista, un truffatore, un ricercato…

Ma di sicuro non è una pornostar!

Ho idea che sarà una cosa lunga seguire il racconto della sua vita. Voi seguitemi mentre provo a sbrogliare sta matassa -sperando che gli avvocati di Scientology non leggano mai queste righe- andando per gradi.

Hubbard ha un infanzia ed un adolescenza relativamente normali, proprio come Gesù Cristo abbiamo questo salto nelle cronache da un Ron bambino portato in gita dai genitori nell’entroterra di Guam a un Ron appena ventenne che molla l’università e comincia a collaborare con diverse riviste di fantasy e fantascienza abbastanza famose negli anni ’30.

Sforna una quantità numericamente impressionante -benché mediocre e abbastanza tutta uguale- di racconti e inizia così a farsi un nome nel settore.

Da ricordare in particolare un suo romanzo, Ritorno al Domani, farcito di razzismo malcelato in ogni pagina.


Nel 1941 si arruola in marina e qui esistono essenzialmente due versioni degli avvenimenti, quella degli adepti di Scientology (1) e quella di tutti gli altri (2).

Lungi da me giudicare quale sia quella più realistica, lascio a voi la decisione:

(1) Entra in contatto con la dura realtà del conflitto, prende comando di una nave da guerra per la caccia ai sottomarini venendo ferito e accecato nell’adempimento del dovere.

(2) Non prenderà mai parte a nessuna operazione nel conflitto mondiale, viene assegnato nelle Filippine ma mentre è di stanza in Australia riesce nel non facile compito di farsi odiare talmente tanto dai superiori che viene deciso all’unanimità di rispedirlo con un calcio in culo verso casa. Qui gli viene affidato il comando di un motopeschereccio convertito e gli unici colpi che sparerà mai saranno quelli durante un esercitazione nelle acque di Boston.
Nel 1943 gli affidano il riarmo di un altra nave, ma viene sollevato dall’incarico quando si mette a CANNONEGGIARE UN ISOLA MESSICANA, provocando un incidente diplomatico.
Esce dal servizio attivo nel ’45 e si dimette ufficialmente nel 1950.


Dopo questa magnifica esperienza nella marina degli Stati Uniti, fa un incontro abbastanza importante con Jack Parsons, un ricercatore universitario con il pallino dei motori a reazione, che nel tempo libero è anche un mago nonché il maestro della loggia locale dell’Ordo Templis Orientis.

Come un novello Harry Potter Hubbard si trasferisce nel pensionato di Parsons rimanendo affascinato dall’occulto, ma soprattutto ai riti magico/sessuali volti ad evocare la dea Babalon per poter procreare il Moonchild…in altre parole rimane affascinato dalla figa -10 punti a Ingrifondoro!-.

Ron diventa molto amico di Parsons, così tanto amico che nel 1946 gli frega un sacco di soldi che si era fatto affidare per un investimento e già che c’è anche la donna, che diventerà la sua seconda moglie MENTRE è ancora sposato alla sua prima fiamma, quindi alle tante cose che Ron Hubbard è stato nella vita potete aggiungere la bigamia.

Ma comunque non è una pornostar!

Oh giusto, esiste anche la versione di Scientology di questa cosa:

Hubbard era un agente segreto della marina ed è stato mandato da Parsons per smantellare le sue attività magiche dall’interno.

Anche qui decidete da soli cosa ha più senso.

Nel 1950 torna a scrivere e dopo aver fatto una ottima campagna di lancio al suo Dianetics, facendolo passare come “…il risultato di una ricerca psicoterapica sul funzionamento della mente umana in grado di risolvere ogni problema del corpo e far sviluppare capacità latenti della mente”. Nel primo anno il libro vende tantissimo, trova sostenitori spontanei a questa disciplina, che Hubbard si affretta a riunire nei ‘centri di ricerca per la Dianetica’ bollando come invidiosi e incompetenti tutti i detrattori -tra i quali si ricordano Asimov e qualsiasi medico abbia mai sfogliato la sua opera maxima-.

Il mondo non lo sapeva ma era appena nato il primo embrione di Scientology.

Un embrione che oggi costa 19 euro.

Un anno dopo, la rete intessuta da Hubbard rischia quasi di autodistruggersi quando presenta a una platea in estasi il primo risultato dei suoi centri di ricerca, Sonya Bianca era la prima (e unica in 60 anni) ‘Clear’, ovverosia una persona che aveva portato a termine il percorso tracciato in Dianetics sviluppando capacità straordinarie, tra cui una memoria fotografica perfetta. Peccato che quando qualcuno dal pubblico chiede se ricorda il colore della cravatta indossata da Hubbard, la poverina -perché immagino sia stata menata fortissimo poco dopo- non sa cosa rispondere.


La sala misteriosamente si svuota, insieme alle casse di Ron, che vista la mala parata fugge tra le braccia coccolose di un adepto milionario.

Spaparanzato in una villa non sua raffina per tutto l’anno successivo l’idea alla base di Dianetics, ma dato che raccontare a COSA crede chi è iscritto a Scientology rischia sempre di far scattare una denuncia, qui vi dirò solo cosa ci racconta South Park sull’argomento -essenzialmente è la stessa cosa, ma almeno mi paro il culo. Preparatevi perché questa storia la potete usare al bar per scoccare da bere-.

Tenete solo a mente che per sapere queste cose bisognava essere livello Scientology OST3, che corrispondeva al versare centinaia di migliaia di dollari nelle casse della chiesa:

 

Vi sembra fuori di testa? Bhe tenete conto che il Cristianesimo predica di un Dio alieno onnipotente e padre di sé stesso che è sceso sulla terra per morire per i nostri peccati salvo poi risorgere come zombie e l’Islam racconta di come Maometto ascese al cielo in groppa ad un cavallo alato.

Il boom di Scientology è effettivamente straordinario. Hubbard questa volta mette insieme un sistema fatto di segretezza, livelli, piramidi e soprattutto Big Money fondendo tutto ciò imparato nel tempo trascorso nella loggia di Parsons e introducendo un guazzabuglio di magia, fantascienza e, non ho dubbi, sesso sesso e ancora sesso.

Per chiunque denigri o semplicemente racconti le cose oggettivamente, ci sono torme di avvocati pronti a far scattare denuncie, per chi prova a lasciare la congregazione invece ci sono altre denuncie e intimidazioni.

Ron è ricchissimo e lo diventa sempre di più, Ron è il profeta, Ron è Dio, Ron…Ron? Ron, dove sei?

Ron è scappato, si, perché dopo la fondazione della chiesa, dal 1965 in avanti tutti quegli spostamenti di denaro richiamano il fisco di diversi paesi e sono in molti a voler fare quattro chiacchere con Mr. Hubbard che però continua a spostarsi di paese in paese sulla sua miniflotta di yacht -ci sarebbe da dire che storie riportano ci fosse una nave caricata di bambini ad uso sessuale, ma lasciamo stare-.

Rimaniamo sul fatto che tutti i suoi ‘marinai’ venivano pagati a sputi e ceffoni. Quando andava bene…

Vengono emesse diverse condanne e mandati di comparizione, sia per reati fiscali sia perché dai controlli venne fuori che Scientology ha messo su una vera e propria rete di spionaggio che viene utilizzata per sapere tutto sulla vita degli adepti per poi poterli sfruttare al meglio.

Vi ricorda mica QUALCUNO?

Quando le condanne diventano definitive nel 1980 Ron, semplicemente, sparisce del tutto.

Per i successivi 6 anni rimane nascosto nel ranch di ALTRI suoi adepti ricchi, sfornando ancora un altro paio di libri prima che una pancreatite si decidesse a portarselo via.

Ma come? E la Dianetica che cura l’anima e il corpo? Come? Devo stare zitto e pagare?


Se la sua anima è riuscita ad arrivare da Xenu spero che l’imperatore non sia clemente, perché lui ormai è andato, ma qui rimangono frotte di adepti con cui fare i conti.

 

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/lafayette-ronald-hubbard/feed/ 0
In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo. https://www.inutile-erudizione.it/in-attesa-degli-altri-trasmettiamo-musica-da-ballo/ https://www.inutile-erudizione.it/in-attesa-degli-altri-trasmettiamo-musica-da-ballo/#respond Fri, 09 Jul 2021 17:35:06 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2935 19 marzo 1946: settantatrè anni che possono trasformare tantissime cose in un polveroso ricordo in bianco e nero.

L’Italia è appena uscita insieme al resto del mondo dalla guerra, le sue distruzioni e i suoi massacri sono ancora una ferita aperta sotto agli occhi di tutti e la gente alterna la felicità per essere sopravvissuta a un presente fatto di fame, povertà e incertezza per il futuro.

Il mezzo di trasporto più comune fra le macerie fumanti è la bicicletta e non è un caso se LO sport per antonomasia è il ciclismo, che tutti seguivano prima che schivare bombe e pallottole diventasse il gesto atletico più importante.

Nel tentativo di ridare al paese un senso di normalità una delle prime competizioni che viene organizzata è la Milano-Sanremo, gara che nel 1946 è alla sua prima edizione postbellica fra strade quasi impraticabili, crateri di bombe non ancora riempiti, fiumane di gente e due giganti come Coppi e Bartali che divorano sotto i copertoni un chilometro dietro l’altro.


La voglia di dimostrare alla gente che i massacri e la paura sono DAVVERO terminati è talmente tanta che già dopo poco dalla partenza il francese Lucienne Teisseire parte in volata, trascinandosi dietro un gruppetto di inseguitori che vengono lasciati andare fra le risatine del resto dei corridori con la consapevolezza che partire così presto a quell’andatura è una cosa folle.

Il problema è che dietro Teisseire c’è anche Fausto Coppi.

Mica un pirla qualunque.

Dopo aver letteralmente bruciato il francese sul passo del Turchino, il corridore italiano si ritrova completamente solo al comando della gara, talmente solo che narra la leggenda che nei dintorni di Imperia qualcuno lo informa di quanto vantaggio abbia accumulato sul secondo e lui per tutta risposta SCENDE DALLA BICICLETTA PER CONCEDERSI UN CAFFÈ AL BAR.

Giunto al traguardo il distacco è così mostruoso che Nicolò Carosio, il radiocronista che sta seguendo la gara, se ne deve uscire con: “Primo Fausto Coppi, in attesa di altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo“.

Quattordici minuti di musica.

 

-Il tutto sfuma fra le note-

23 luglio 2010: Antonio Di Pinto sparisce dai campi pugliesi in cui ha lavorato per tutta una vita, mettendo in apprensione amici e familiari (tutti caratterizzati stupendamente) che non riescono a venire a capo di cosa può essere capitato a una persona così normale e senza grilli per la testa, tutta casa e massacrante lavoro in campagna.

La cosa fa riflettere soprattutto la moglie e le figlie (le figlie, ognuna con uno spicchio della personalità paterna), che si trovano a chiedersi se hanno conosciuto davvero Antonio Di Pinto.

Quando sembrano avvicinarsi a qualcosa capita che…

-Nell’aria le note di quattordici minuti di musica da ballo, il tutto sfuma di nuovo.-

10 giugno 1956: Antonino vive una vita povera, ma felice nella sua ottica di bambino, in quel della campagna di Bisceglie, prima che come molti altri figli del sud si ritrovi spedito su di un treno in direzione Milano, la Milano del 1956, da alcuni parenti lontani.

Qui Antonino crescerà (fin troppo in fretta) fra turni di lavoro di quattordici ore, la concezione che lo vuole ‘terrone e scarafaggio’, le sue prime erezioni, un frappo di botte e con lo sfondo di una città bellissima, misteriosa e a tratti così diversa come Milano sa essere.


Forse è qui la chiave per capire dove Antonino (oggi Antonio) sia sparito?

Potrebbe essere ma in fondo ci si perde in una miriade di emozioni che…

-Altre note di quattordici minuti di musica da ballo, il tutto sfuma.-

17 maggio 2019: Malusa fa la presentazione del suo libro in quel di Domodossola, io sono parecchio interessato perché dagli scampoli che ho letto la sua creatura mi piace molto e anche perché una diatriba sul web sul libro di Fabrizio Corona me l’ha fatta diventare da subito molto simpatica, ma non sono mai stato a una presentazione di un libro e temo di essere un cicinino inadeguato.

Quindi faccio quello che faccio sempre quando mi sento inadeguato.

Bevo.


Seguo la presentazione molto interessato (l’alcool a volte non serve davvero) e scopro che oltre la sparizione di cui avevo già letto, c’è una parte centrale che tutti quelli che si sono sentiti dare del terrone almeno una volta nella vita dovrebbero leggere per ricordarsi di quello che eravamo. E di come eravamo visti.

Mi ritrovo a presentazione finita seduto al tavolo di un bar a offrirle giri di spritz e a parlare di serie TV.

Se le presentazioni dei libri sono tutte così devo andare a più presentazioni di libri.

-Note-

4 settembre 2019: salgo su un treno diretto a Trieste che già prima della partenza ha un’ora di ritardo.

Essendo io (fra le altre cose) un procrastinatore del cazzo con enormi problemi nell’iniziare un nuovo libro prima di aver finito la pila che aveva già comprato, mi ritrovo solo ora a iniziare ‘In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo’.

5 ore di lettura ininterrotta dopo mi ritrovo ad avere fra le mani un libro con i controfiocchi.

Poi riguardo la dedica di maggio.

“Sei sicuro che vuoi che ci scrivo questo?”
“Più che sicuro!”
“Vado eh!”

‘A quello sporco terrone di Luca…’

In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo.

Ed. Bookabook

Voto: 10 Antonio Di Pinto su 10

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/in-attesa-degli-altri-trasmettiamo-musica-da-ballo/feed/ 0
Appunti della dottoressa Melinda Ramponi, incontro n. 12.410 https://www.inutile-erudizione.it/appunti-della-dottoressa-melinda-ramponi-incontro-n-12-410/ https://www.inutile-erudizione.it/appunti-della-dottoressa-melinda-ramponi-incontro-n-12-410/#respond Thu, 10 Jun 2021 16:24:45 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2929 “Sono finalmente maturato e all’alba dei miei trentaquattro anni sono diventato un adulto conscio di sè stesso e pronto a prendere in mano la sua sorte e il suo ruolo nella società!”

“Quindi cosa hai intenzione di fare?”

“Inizierò col migliorare la mia percentuale di canestri da tre punti perchè sono ancora convinto che Bugs Bunny possa venire a cercarmi a casa per giocare una partita di basket contro gli alieni.”


“Luca…lo sai che quello era Space Jam vero? È un film. Dovresti iniziare a pensare a cose come una famiglia, un mutuo, un matri…”

“NON LA SENTO DOTTORESSA! HO IL VOLUME DELLA SIGLA DEI POKÈMON TROPPO ALTO IN CUFFIA! LO ALZO SEMPRE PRIMA DI GUARDARMI I VIDEO SU YOUTUBE SULLE TOP 10 INSALATE DI MARE DA MANGIARE GUARDANDO L’ANIME DI YU DEGLI SPETTRI!”

“Questo rifiuto della sua condizione non ci porterà da nessuna parte se non…”

“LA MIA SFERA LANCEROOOOÒ E TUTTI I POKÈMON COSÌ CATTURERÒÒOOÒÒ UÒHHHHH!”

 

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/appunti-della-dottoressa-melinda-ramponi-incontro-n-12-410/feed/ 0
I lotofagi https://www.inutile-erudizione.it/i-lotofagi/ https://www.inutile-erudizione.it/i-lotofagi/#respond Thu, 29 Apr 2021 16:17:52 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2921 1929 d.C:

Harry Ansilnger viene messo a capo del Dipartimento del Proibizionismo di Washington negli anni finali in cui il governo americano ha messo fuorilegge gli alcolici.

I distillati sono presenti nella storia umana da circa 10.000 anni e, stranamente, non sono scomparsi con il diciottesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti del 1919. Semplicemente produzione, distribuzione e proventi derivati si sono spostati (come sempre accade in questi casi) nei portafogli della malavita organizzata che sentitamente ringrazia.

Anslinger arriva alla fine di tutto questo bailamme politico-culturalcolico e gli viene ordinato dall’alto di trovare un nuovo obiettivo per tenere calme e tranquille le torme di associazioni che hanno come scopo primario quello di difendere la moralità dei cittadini e pensare ai bambini.

 


Loro pensano un sacco ai bambini.

Harry riflette per qualche tempo, poi dopo aver scartato di netto le armi (su cui si è fondata l’intera nazione) ha un’illuminazione: la cannabis.

Passa in poco tempo dal dichiarare “La cannabis non rappresenta un problema. Non è nociva e non c’è niente di più assurdo dell’idea che possa rendere le persone violente” a “Fa cadere in una rabbia delirante. Si cade in una voragine di sogni a sfondo erotico e si perde la capacità di formulare pensieri connessi tra loro. In ultimo si raggiunge l’inevitabile punto finale, la pazzia. La marijuana trasforma il consumatore in una bestia selvaggia. SE LA MARIJUANA INCONTRASSE FRANKENSTEIN QUEST’ULTIMO MORIREBBE DI PAURA!

 

Meh.

Il tutto nonostante il parere contrario di 29/30 scienziati interpellati sull’argomento che gli fanno sommessamente notare non ci sia ALCUNO STUDIO a riguardo.

Ad essere proprio proprio cospirazionisti il bando (poi esportato a forza nel mondo come nel caso del Messico che si ritrova senza antibiotici fin quando non accetta di piegarsi alla linea degli Stati Uniti) POTREBBE essere legato al fatto che nel 1937 l’Hemp Body Car di Henry Ford dimostra come sia possibile creare un’automobile realizzata quasi esclusivamente con un materiale plastico ottenuto dai semi di canapa e di altre piante quali soia, grano, lino e ramiè.

 

Comunque meglio di una Panda.

Per l’estrema gioia che potete immaginare di chi aveva milioni di dollari investiti nell’industria petrolchimica e che CASUALMENTE controllava anche i media e di rimando l’opinione pubblica.

Circa 1250 a.C:

Ulisse mi è sempre stato sui coglioni.

Dopo aver escogitato un modo pavido per prendere Troia e aver fatto incazzare di brutto Giove se ne vuole tornare a casuccia sua bello tranquillo ma non prima di essersi messo a saccheggiare per far provviste alcuni villaggi dei Ciconi (una popolazione che viveva nel sud-est dell Tracia).

I Ciconi sono gente tranquilla ma comprensibilmente dopo aver visto LE LORO DONNE RAPITE e la loro capitale Ismara distrutta optano per radunare le forze e rispediscono Ulisse e i suoi uomini a calci in culo per mare, dove Giove gli devasta le vele e li manda alla deriva fino all’approdo fortuito sulle terre del Lotofagi.

I Lotofagi ringraziano il grande Dio ma ne avrebbero fatto pure a meno.


Questi due avvenimenti storici paiono slegati giusto? Non troppo.

I ragazzi di www.plantasia.it sono riusciti a unirle in qualche modo.

I libricini della collana Read&Weed sono un’idea che trovo oggettivamente geniale.

Per 15 euro vi portate a casa un piccolo estratto di un grande classico della letteratura -nel mio caso Omero ma il box ha anche Baudelaire e Carroll- abbinati a un grammo di canapa legale -nel mio caso Kush ma c’è anche Skunk o Widow, con le loro relative percentuali infinitesimali di CBD e THC-.

Ci si lamenta SEMPRE di due cose, da che ne ho memoria: la gente non legge e si cala la peggio merda (uscita molte volte da un intestino sconosciuto usato come valigia) arricchendo in maniera spropositata un meccanismo illegale che ha nelle droghe lo stabile fondamento finanziario per poter fare quello che vuole.

Mi spiace per i benpensanti, ma come gli statunitensi non hanno mai smesso di bere durante gli anni del proibizionismo l’umanità non ha mai smesso di fare uso di droghe solo perchè una legge ha decretato che non si potesse.

L’uomo checché se ne dica non funziona così.

Trovo che una corretta informazione (il contrario della demonizzazione tutto tondo) e un controllo (di qualità, sulle tasse versate e su tutta la filiera) sia l’unica mossa sensata che uno stato possa fare a riguardo.

Anche perchè tutti i paesi in cui questo viene effettuato ottengono UNA CATERVA DI SOLDI e non sono certo ricoperti da uno mostri famelici che si aggirano tentando di mangiarvi il cervello.

Read&Weed resta comunque la si guardi un’idea bellissima, unico miglioramento possibile lo stampare il libricino direttamente sulla carta da filtro.

I Lotofagi, Omero.
Collana dei ‘Grandi Autori in Erba’, Plantasia.
Voto: 1 grammo con il 19% CBD.

CIÒ DETTO OVVIAMENTE NON HO ASSOLUTAMENTE INTENZIONE DI FARNE UN USO DIVERSO DA QUELLO TECNICO O DI COLLEZIONE, NON LA INGERIRÒ, INALERÒ O FUMERÒ IN ALCUN MODO.

GLI OGGETTI NELLA FOTO SONO STATI RIPRESI VICINI PER UNA PURA CASUALITÀ ESTEMPORANEA E IL PRINCIPIO DI CASUALITÀ È UNA LEGGE FISICA RICONOSCIUTA!

ANCHE PERCHÈ COME RICORDATO DAL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO IN CASO CONTRARIO SI PUÒ INCORRERE AD ACCERTAMENTI SIMILI A QUELLI PREVISTI DALLA LEGGE 309/90.

*WINK WINK*

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/i-lotofagi/feed/ 0
Joshua Abraham Norton https://www.inutile-erudizione.it/joshua-abraham-norton/ https://www.inutile-erudizione.it/joshua-abraham-norton/#respond Sat, 10 Apr 2021 17:16:59 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2911 Prima o poi arriverò a parlarvi anche qui di Paddy Roy Bates, un uomo stufo delle regole della società e delle imposizioni sociali che ha trovato come soluzione quella di crearsi un suo stato personale su di un forte marino in disuso, Sealand, che sebbene sia riconosciuto tutt’oggi a livello internazionale come una mera barzelletta ha una storia molto più buffa e piena di avvenimenti divertenti di quella di parecchi stati sovrani. 

Oggi però siamo a un paio di livelli più in alto, il protagonista di questa storia si è autodichiarato capo di un impero che forse avrete già sentito nominare: gli Stati Uniti d’America…


Joshua nasce a Londra il 17 gennaio 1819, la famiglia Norton, benestante, si trasferisce poco dopo nel ridente Sudafrica dove il nostro eroe rimarrà coccolato nella bambagia parentale prima di venire colto intorno ai trent’anni da un irrefrenabile voglia di affermazione personale, cui fa seguito la sottrazione del corrispettivo odierno di 40.000 dollari dai risparmi del padre e la partenza verso la terra delle grandi opportunità.

Salpato in California si mette subito al lavoro e nei successivi quattro anni si dedica con tutto sè stesso a far fruttare, con discreti risultati, il suo denaro negli investimenti più disparati.

1853, dalla parte opposta del mondo la Cina sta attraversando una gravissima carestia che porta come reazione immediata il blocco totale dell’esportazione di uno dei suoi prodotti più caratteristici, il riso, che per una delle più basilari leggi del mercato vede decuplicare il suo prezzo in tutto il globo in poco tempo.

-Torniamo a San Francisco-

Abraham passeggia per la banchina del porto in cerca di una buona idea per aumentare il suo capitale, quando uno dei suoi informatori gli passa la dritta di un bastimento appena partito dal Perù stracolmo dei prodotti delle coltivazioni di Oryza Sativa -comunemente detto riso-.

Il nostro investitore preferito decide di prendere la palla al balzo, raduna tutti i suoi averi e si fa riservare l’intera stiva, certo di rivenderla a dieci volte tanto in poco tempo.

-se avete letto altre Personalità Buffe a questo punto avrete già intuito come va a finire-

Non appena Norton stacca la penna dal foglio giungono notizie che la nave di cui è testè divenuto esclusivo proprietario è solo una delle innumerevoli salpate con lo stesso identico carico, cosa che fa ritornare immediatamente il prezzo del riso sul mercato ad una valutazione anche più bassa di quella di partenza.

Le leggi del capitalismo sono ferree e spietate -come ben dovrebbero sapere tutti gli investitori che perdono i loro soldi rischiando tutto, invece di correre a piangere dalle autorità quando va male- e Joshua si ritrova sostanzialmente con molti meno denari nelle sue finanze. Rimane deciso a non darla vinta al sistema e si impegola in una causa di quattro anni per tentare di far dichiarare nullo l’infelice contratto adducendo ad una qualità scadente del carico.
La corte però gli dà torto e l’ultima botta al suo portafoglio viene dagli avvocati e dalle spese legali, che lo lasciano rovinato e praticamente senza un soldo.

Qui avviene una reazione abbastanza comune in casi come questi: Norton impazzisce e si allontana da San Francisco (auto)dichiarandosi in esilio.

Ritorna in città solamente due anni dopo, in evidente stato confusionale e facendo ormai strettamente parte della moltitudine di disadattati che affollano le strade della città in quegli anni -anche ora a dirla tutta, ma non divaghiamo- covando un enorme rancore verso il sistema statale e giudiziario del paese ritenendolo profondamente ingiusto e corrotto.

Non essendoci ancora internet dove poter sfogare le sue frustrazioni fondando magari un movimento pieno di stelle, decide di dotarsi di una più modesta carta e penna ed invia a destra e a manca una lettera, datata 17 settembre 1859 (che riporto fedelmente) in cui in poche parole SI DICHIARA IMPERATORE MAXIMO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA:

«A perentoria richiesta e desiderio di una larga (?) maggioranza di questi Stati Uniti, io, Joshua Norton, un tempo cittadino di Algoa Bay, Capo di Buona Speranza, e oggi e per gli ultimi scorsi 9 anni e 10 mesi cittadino di San Francisco, California, dichiaro e proclamo me stesso Imperatore di questi Stati Uniti (??); e in virtù dell’autorità in tal modo acquisita (???), con la presente ordino ai rappresentati dei diversi Stati dell’unione di riunirsi in assemblea presso il Music Hall di questa città, in data primo Febbraio prossimo venturo, e lì procedere alla modifica delle leggi esistenti dell’Unione al fine di correggere i mali sotto i quali questa nazione si trova ad operare, e in tal modo ripristinare la fiducia, sia in patria che all’estero, nell’esistenza della nostra stabilità e integrità.
Norton I, imperatore degli Stati Uniti»

Il proclama viene preso in considerazione più o meno da tutti (in particolar modo dalle autorità) come la carta da culo già usata -com’è anche giusto che sia- ma il San Francisco Bullettin decide di pubblicarla per dare quella fine vena satirica che di solito fa aumentare la tiratura delle copie di un giornale.

Incredibilmente il giorno dopo la messa in stampa Norton viene ripetutamente fermato per tutta la città da gente che in un misto di goliardia, velata ironia o pura pazzia prende a chiamarlo davvero ‘imperatore’, gli chiede consiglio o gli dona il suo aiuto per costruire un grande stato.

Cosa succede solitamente quando si asseconda un pazzo? Che il livello di follia si innalza…

Tipo.

Abraham si libera degli stracci da barbone che ha addosso sostituendoli con un uniforme blu ed inizia a girare per la citta effettuando controlli sui cantieri in lavorazione -sostanzialmente come un pensionato di oggi- raccogliendo richieste dai suoi sudditi e spargendo proclami.

Il top viene raggiunto quando comincia a stampare note di credito (dai 50 centesimi ai 10 dollari) che iniziano a venire accettati dai negozianti.


Ad un certo punto si è talmente calato nella parte che si (auto)dichiara PROTETTORE DEL MESSICO tra gli scroscianti applausi dei suoi seguaci.

Follia o meno Joshua passerà il resto della sua vita (che terminerà nel 1880 in uno sfarzoso funerale -pagato dal comune della città- a cui presenziarono 30.000 persone su una popolazione totale di 230.000) senza mai più pagare nulla a San Francisco, dai mezzi pubblici, agli alberghi, ai ristoranti.

Tra i suoi più fidati amici si ricordano scrittori del calibro di Mark Twain -il personaggio del Re di Huckleberry Finn è costruito a sua immagine e somiglianza-, Robert Luis Stevenson ed Herbert Asbury.

Giusto per capire quanto fosse elevata la sua fama in quel periodo basti considerare che nel 1867 viene tratto in arresto da tale Armand Barbier, un poliziotto nuovo in città, che lo conduce al più vicino manicomio dove lo rinchiudono per il corrispettivo di un odierno TSO.

Nei giorni successivi il capo della polizia viene letteralmente sommerso da lettere e telegrammi di cittadini sdegnati ad un livello talmente elevato che non si trova altra soluzione se non quella di rilasciare l’imperatore con tanto di scuse ufficiali delle forze dell’ordine.

Dal canto suo Norton si dimostra un imperatore magnanimo concedendo la grazia alle azioni di Barbier poiché “non sapeva con chi aveva a che fare”.

Da quel giorno tutti i poliziotti che incrociano il nostro eroe lo salutano mettendosi sull’attenti.

Un altro aneddoto abbastanza famoso è quello in cui durante il 1870 ebbe luogo per le strade della città una manifestazione anti-cinese che rischiò quasi di sfociare in linciaggi per le strade. La polizia può fare poco e niente per arginare la situazione ed è solo con l’intermediazione dell’imperatore che si riesce a risolvere la questione, riportando la calma col solo ausilio del suo carisma.

Come dargli torto, del resto.

San Francisco a tutt’oggi lo ricorda come un personaggio importante della sua storia e insieme alla sua figura ricorda molto bene i suoi proclami più significativi:

1859: ordina di sciogliere il Congresso poiché:

“Ci è evidente che si abusa del suffragio universale; che la frode e la corruzione impediscono l’espressione giusta e corretta della pubblica opinione; che si verifica costantemente un’aperta violazione delle leggi a causa di folle, partiti, fazioni e dell’indebita influenza politica delle sette […]».

Non ricevendo alcuna risposta dalle camere (non poteva essere altrimenti) l’imperatore ordina all’esercito di intervenire.

L’esercito abbozza.

1860: dichiara sciolta definitivamente la Repubblica e istituisce permanentemente la sua monarchia.

1862: licenzia Abraham Lincoln e nel 1868 ordina l’arresto del suo successore, Andrew Johnson, condannandolo a pulirgli gli stivali.

“Vuoi anche una fetta di culo?”
]]>
https://www.inutile-erudizione.it/joshua-abraham-norton/feed/ 0
PSYAHIAHI! https://www.inutile-erudizione.it/psyahiahi/ https://www.inutile-erudizione.it/psyahiahi/#respond Mon, 01 Mar 2021 17:13:12 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2906 È buio. Buio pesto.
Riesco a percepire il mio corpo solo perché continuo a sentire il dolore.
Dolore.
Quello che non mi abbandona mai.

Sono nato in un laboratorio di Yoyoyo Town, una città con un nome simpatico che cela fra i suoi vicoli e sotterranei dei veri e propri mattatoi per quelli della mia razza.

Alcuni di noi nascono e muoiono senza mai vedere altro che la propria gabbia.
Senza mai sentire sulla pelle un raggio di sole o aver visto il cielo.
Senza mai sapere che esiste altro oltre il dolore e la paura.

Per me è stato diverso.

Il dolore.

La prima immagine che ho chiara nella mente è mia madre e il fetore della massa dei corpi smembrati sotto cui ha tentato di nascondermi quando sono venuti a prendermi i ‘guanti di lattice’, con le loro iniezioni e i loro seghetti. Non ci riuscì per molto.
La presero facilmente qualche mese dopo la mia nascita e le tagliarono gambe e braccia, lasciandola semplicemente lì per poterle iniettare più facilmente il loro ‘composto’.

In fondo non eravamo che “stupide cavie”, come non mancavano di ripeterci giorno dopo giorno, dopo giorno.

Il dolore.

Credo sia iniziato nel momento in cui vidi gli effetti del composto su ciò che restava di lei.

All’inizio fu come una puntura d’insetto sul retro della testa, poi aumentò e aumentò fino a che non smisi di urlare.

A quel punto c’era solo sangue e cervella sulle pareti.

Svenni.

Quando mi svegliai il giorno dopo per un attimo mi fermai sbigottito a riflettere sul fatto che tutto ciò che avevo intorno aveva acquisito un nome e un senso.

Sapevo cos’era un laboratorio, capii che cosa ci stavano iniettando e compresi il perché lo stavano facendo.

Era molto strano passare in poche ore dallo stadio istintivo di animale direttamente a quello di entità superiore.

Eppure avvenne.

I miei poteri si erano sbloccati tutti insieme e questo mi fece comprendere che avevo danneggiato, probabilmente per sempre, qualcosa nel mio cervello.
Era quello che continuava a provocarmi insistentemente dolore e insieme a donarmi così tanta potenza.
Più ne facevo uso e meno riuscivo a esprimermi e a farmi capire dagli squallidi ‘scienziati’ che stavano giocando con le vite di quelli come me.

Grazie ai miei poteri vagai per la città a lungo, apprendendo sempre più cose su quello che mi circondava e su quello che ero in grado di fare.

Sperimentai anche io.
Sperimentai tutti i modi che mi vennero in mente per provocare dolore, molte e molte volte.

L’intera organizzazione di scienziati venne distrutta, letteralmente, un pezzo alla volta.

E io persi un po’ di me ad ogni uccisione, esplosione e massacro.

Ci volle del tempo.

Non credevo di poter perdere ancora così tanto.

Allo stato attuale il vero me stesso è sopito all’interno di un corpo che non può più reggere il peso di quello che vorrei scatenare. È una specie di meccanismo di difesa inconscio.
“Perderai tutto ciò che hai acquisito continuando così!” furono le parole dello scienziato capo, prima che lo costringessi a mangiare le budella di sua figlia.

Le sue urla.

Le sento ancora adesso.

Sul momento non mi importava altro, se non la vendetta.

Ora riesco a venire a galla solo quando mi trovo qui dentro, al buio, quando tacciono tutti gli stimoli esterni del corpo.
Fuori di qui devo sembrare un idiota.


Eppure, nonostante questo basta la mia sola presenza per continuare a provocare dolore al mio corpo.
Intere aree del mio cervello sono ormai spente o inutilizzabili.

In rari, rarissimi, casi riesco a tornare in me per qualche secondo.

Per l’umana che continua a darmi dell’idiota, prevalentemente.


Inizialmente non capivo perché quella ragazzina interessasse il mio subconscio a tal punto.

Credevo fosse affetto.

Ma ora so.

Da quando sono riuscito ad analizzare un frammento del suo DNA ora so.

So che quella stronza è la figlia illegittima dello scienziato che mi ha fatto diventare l’orrore che sono.

Ma lei non sa nulla di tutto questo.

È per quello che continuo a proteggerla nonostante gli insulti quotidiani.

Perché la mia vendetta non è ancora finita.

E se qualcuno dovrà ucciderla quello sono solo e soltanto io.

Un giorno il mio corpo riuscirà ad accumulare abbastanza dolore da farmi tornare in me per più di qualche secondo.

E quel giorno la mia vendetta sarà completa.

“…SCELGO TE!”

“Psyahiahi!”

“Stupido Pokemon, perché continui a uscire quando non sei stato chiamato! Sei completamente inutile!”

“Misty lascialo stare, poverino, sembra che soffra molto!”

Già. Soffro molto.

Ogni secondo è un’agonia.

Non è ancora abbastanza.

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/psyahiahi/feed/ 0
Joseph Smith https://www.inutile-erudizione.it/joseph-smith/ https://www.inutile-erudizione.it/joseph-smith/#comments Wed, 06 Jan 2021 15:46:09 +0000 https://www.inutile-erudizione.it/?p=2888 Benvenuti a questa nuova puntata del filone: “prendiamo in giro l’accozzaglia delle inutili superstizioni comunemente definite ‘religioni’, i loro santoni truffaldini ed i loro tristi adepti mentecatti”.

La storia di oggi potete collocarla agilmente fra la papaya del principe Filippo, il pene cosmico di Chizuo Matsumoto ed i bicchierini al kool-aid avvelenato di James Warren Jones. Va da sé che se non avete idea dei riferimenti descritti il mio consiglio è di cliccare sui link sopracitati e farvi una cultura.

O farvi una cultura e basta, che va sempre bene.

Joseph Smith (Junior) nasce il 23 dicembre 1805 a Sharon, in Vermont, da una famiglia di coltivatori e piccoli commercianti di prodotti agricoli. Quintogenito di una prole affollata (in totale mamma Smith sforna undici figli per la regola: “sopra la decina sono il numero di figli che sopravvivono”), dopo aver contratto un’infezione ossea derivante da una febbre tifoidea (le condizioni igieniche del 1800 non sono famose per evitare il contatto bocca/feci) pare essere condannato sin dalla tenera età ad una vita intera in stampelle.

Sorprendentemente però si riprende alla grande e verrà in seguito descritto come: “alto, di bell’aspetto e dal fisico prestante”.

Nel 1816, dopo un’annata disastrosa per chi vive del lavoro dei campi, il padre deve trasferire tutto il nucleo familiare nel villaggio di Palmyra, nello stato di New York. Sono tempi particolari per le terre nordamericane, attraversate da una recrudescenza di misticismo religioso che smuove indistintamente metodisti, presbiteriani, battisti, luterani e cattolici.


Di fondo si venera tutti lo stesso Dio, ma di fronte alle grandi domande della fede si trovano risposte alla mano nell’intolleranza mista all’ignoranza, facendo scontrare gente che prega la sera anzichè al mattino o che mangia carne di venerdì invece che di sabato.

La situazione era molto simile a quella odierna insomma.

In questo periodo Joseph inizia ad interessarsi alla ‘religione’ nella sua accezione più ampia (non propenderà mai per nessuna in particolare, se non la sua) dividendo il suo tempo rimanente fra il lavoro nei campi della fattoria del padre e saltuariamente la scuola primaria.

Fino al 1820.

Un anno descritto da lui (in seguito) come “fondamentale per l’intera umanità”.

-Tenetevi forte perchè sto per raccontarvi in cosa credono i mormoni-.


Una sera di primavera, il nostro protagonista all’epoca quattordicenne ha appena finito di leggere un passo della Bibbia, Giacomo 1,5: “Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data”.

Colpito da queste parole decide di andare a rompere la balle direttamente a Nostro -loro- Signore (dimenticandosi evidentemente la parte della Bibbia in cui si dice che Dio è onnipresente) nel posto migliore che gli viene in mente per parlare con una magica entità aliena, che si rivela essere IL BOSCO DIETRO CASA!

Qui, un Joseph raccolto in preghiera, percepisce delle non meglio precisate FORZE DEMONIACHE che tentano di blandirlo, ma viene salvato da due misteriosi ESSERI DIVINI che gli appaiono davanti nella loro luce sfolgorante rivelandogli che tutte le chiese del mondo sono in torto poiché l’unico culto che Dio ha scelto per spargere la realtà del vero Vangelo sarà quello che un giorno lo vedrà a capo.


Già questo dovrebbe essere abbastanza per definire il personaggio, ma il meglio deve ancora arrivare.

Il 21 settembre 1823 gli appare per tre volte in una notte un angelo vestito di una tunica luminescente.
Questo portatore del messaggio di Dio gli si presenta come Moroni, uno dei profeti dimenticati dalla storia che ha calcato il suolo americano nel 400 d.C. e, guarda alle volte il caso, HA SEPPELLITO UN TESTO SACRO INCISO SU TAVOLETTE D’ORO IN UNA COLLINA POCO DISTANTE.

Junior è l’unico che può trovarlo.


A chi è che non è mai capitato di fare un sogno simile -magari dopo aver esagerato con la peperonata-?
Quello che accade di rado è prendere però pala e piccone, farsi guidare nel luogo indicato dalla voce di un fantasma di MILLEQUATTROCENTO anni prima, scavare come un matto nel mezzo della notte e trovare -a suo dire- un SARCOFAGO DI PIETRA SIGILLATO che gli viene affidato col divieto assoluto di aprirlo prima di qualche anno, ma al cui interno -sosterrá in seguito- riposa un’antica armatura ebraica in grado di far comprendere la parola di Dio all’uomo comune e due tavole d’oro su cui Mormon, primogenito di un generico profeta che nel 590 d.C. partì da Gerusalemme per poi arrivare -chissà come- in centroamerica stabilendo la nascita della cultura del -mai comprovato- popolo Nefita che ha trascritto l’intera Bibbia mormonica, altresì chiamata ‘Libro di Mormon’.

-sembra folle? Non molto di più di tre pastorelli portoghesi santificati per aver detto di aver visto la Madonna-

Questo ritrovamento il quattordicenne Smith lo tiene per sè, dato che dal 1825 non gioca ancora il ruolo del leader religioso ma quello del -sempre truffaldino- “cercatore di tesori”, venendo assunto da Josiah Stowell e William Hale (famoso inventore inglese che diverrà in seguito l’apripista per lo sviluppo futuro dei razzi) per dare la caccia ad una fantomatica miniera d’argento spagnola abbandonata.

Che poi sia stato proprio il nostro eroe a mettere in giro questa storia è un altro discorso.

Quando la ricerca dell’argento lo porta a Bainbridge, New York, viene arrestato e spedito a scoppoloni in tribunale con l’accusa di essere “un impostore sregolato che si finge un ‘glass looker’ (=veggente), ma si svicola dalla legge con poco più che un rimbrotto.

Quello da cui non riesce invece ad uscire è la relazione con la figlia di William, Emma Hale, che sposa pur senza l’approvazione della famiglia di lei, dopo la più classica delle ‘fuitine’.

Nel 1827 i due novelli sposi tornano alla collina delle visioni, dove il fantasma di Moroni autorizza l’apertura del sarcofago affidando a Smith la traduzione delle tavole d’oro proibendogli però di farle vedere a qualcun altro -molto, MOLTO, comodo-, ed in seguito traslocano ad Harmony, in Pennsylvania.

Qui mentre Emma ha il suo daffare per sfornare il primo figlio, Joseph UTILIZZA IL POTERE MAGICO DELL’ARMATURA EBRAICA PER DETTARE IN STATO DI TRANCE ALLA MOGLIE LA PAROLA DI DIO INCISA IN ‘EGIZIANO RIFORMATO’ -una lingua come un’altra per indicare: “non so neanche io cosa cazzo inventarmi ancora”-.

I due trascorrono il loro tempo così.

Capite bene anche voi perchè in breve si ritrovino a fare la fame.

In loro soccorso arriva però un vicino abbastanza gonzo da credere a questa sequela di minchiate, Martin Harris, che IPOTECA TUTTI I SUOI AVERI per finanziare la traduzione. Il tutto, ovviamente, SENZA VEDERE MAI NULLA di concreto poichè: “sono le regole imprescindibili del fantasma di un millennio e mezzo fa, non possiamo trasgredire o succede che come se fosse antani denaturato a destra”.

Ci può stare che ad una certa ad Harris saltarono i nervi e presentandosi dal nostro protagonista pretendendo di conoscere lo stato dei lavori. Junior deve aver detto qualcosa del tipo: “Trovo insopportabile la tua mancanza di fede!” perchè brucia L’UNICA COPIA DEL MANOSCRITTO REDATTO fin lì.

L’unica speranza per Harris di non perdere ulteriormente la faccia a questo punto era stare zitto e buono e far proseguire la traduzione per poi infine ricavarci -magari- qualcosa.

Emma nel frattempo ci ricava di dare alla luce un bambino morto (lo stress di vivere dentro questa storia può aver contribuito) e per il prescelto da Dio questo è un duro colpo, facendo arenare il progetto per qualche tempo.

Con gli anni si radunano intorno a questa strana combriccola altri personaggi che vengono abilmente manipolati per diventare soci/adepti/schiavi. Oliwer Cowdery fu il primo convertito al mormonismo ed impara in fretta dal suo maestro, tanto che nel 1929 dichiara di aver ricevuto la stessa visione di Joseph in cui GIOVANNI BATTISTA IN PERSONA GLI CONCEDE TRAMITE IL ‘SACERDOZIO DI ARONNE’ IL POTERE DEL BATTESIMO.

I due corrono a battezzarsi a vicenda nel primo rigagnolo disponibile.

“Volo, invisibilità e artigli dalle mani erano superpoteri già presi”

Nel 1829 Joseph ha un’idea per fugare ogni -legittimo- dubbio dei miscredenti che continuano a sostenere che tutta questa storia sia una truffa: FA FIRMARE UNA DICHIARAZIONE AD UNDICI TESTIMONI (che siano tutti suoi conoscenti evidentemente non conta) in cui si dichiara che le tavole d’oro esistono e sono misteriosamente avvolte da un’aura mistica.

Per quanto possa sembrare strano questa mossa basta a consentire l’anno successivo la pubblicazione del ‘Libro di Mormon’ la fondazione della ‘Chiesa di Gesù Cristo’, l’arrivo di notorietà, adepti e anche le attenzioni non proprio amichevoli delle autorità religiose locali.

“Non è che adesso il primo contadino/cercatore di tesori senza cultura che si sveglia col piede giusto al mattino può creare una religione!”

Smith timidamente prova a far notare che Gesù Cristo era figlio di un falegname e per tutta risposta è costretto a trasferirsi a Fayette, dove tiene la prima conferenza della Chiesa in cui in pensa: “non è che adesso il primo contadino/adepto senza cultura che si sveglia col piede giusto al mattino può creare una religione!” e stabilisce che SOLO A LUI DIO CONCEDE LE VISIONI.

Dopo poco anche Fayette diventa pericolosa per i Mormoni (come vengono chiamati in termine dispregiativo) e la comunità si deve spostare ancora più ad ovest a Kirtland, in Ohio. In questa terra di frontiera la comunità si stabilisce costruendo un tempio e fondando una banca (soldi e fede vanno sempre d’accordo), dove tutti i nuovi arrivati versano i loro risparmi per ricevere in cambio il titolo di Santo.


Le cose prendono una piega così buona che Smith acquista dei terreni ad Indipendence, nel Missouri, con l’intenzione di costruire Sion, la propria città santa, mentre chi capita a Kirtland si trova davanti una sorta di comune hippie/comunista del 1800, in cui i beni del singolo vengono gestiti da vescovi nominati dal nostro eroe che ha ricevuto indicazioni in merito direttamente dagli apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo.

Il 30 aprile 1831 Emma da alla luce altri due gemelli morti, per controbilanciare adotta due bambini rimasti orfani -sarebbe stato più complesso adottare i cadaveri dei genitori-.

Nel frattempo ai vicini non mormoni questo profeta improvvisato sta sempre più sulle scatole. La notte del 24 marzo una folla inferocita gli irrompe in casa, lo bastona fino a farlo svenire e poi lo abbandona per strada, cosparso di catrame e piume.


Un po’ per lo spavento e un po’ per il freddo cinque giorni dopo muore Joseph Murdock, uno dei figli adottivi della coppia. Non appena si riprende Smith abbandona Kirtland per andare in missione di evangelizzazione in Canada, che può anche essere letta come: “vado a cercare della gente grossa con cui tornare a farvi il culo”.

Le fila dei mormoni col tempo si ingrossano ed i nuovi ‘Santi’ sono invitati a trasferirsi nel Missouri per creare la terra promessa.

Il problema è che ai coloni già presenti questa terra promessa abitata da gente che sostiene con forza l’abolizione della schiavitù (circa trent’anni prima della guerra di secessione) nel nome di Dio non sta esattamente simpaticissima.

Se avete presente quel capolavoro del cinema che è ‘Lo chiamavano Trinità’ avete un’esatta idea di cosa avvenne di lì a poco, solo che qui non c’erano due leggendari fratelli mangiafagioli dalla parte dei mormoni e la congregazione (anche mettendo in mezzo la legge) deve sloggiare dalla contea di Jackson, dove si trovavano i terreni, a quella vicina di Clay.

 

Nel 1834 Smith si mise a capo di 200 adepti armati formando il ‘Campo di Sion’, che aveva come obiettivo quello di riprendere possesso del ‘sacro suolo donato da Dio’.

Il problema in questo caso fu la logistica, in quanto partirono dalla lontana Kirtland dando tutto il tempo ai coloni infervorati di equipaggiarsi bene e prepararsi meglio.

Quando il Campo di Sion arriva infine in Missouri si convince di non avere la minima speranza di vittoria, contando anche un’epidemia di colera che ne stava decimando le fila, e si risolse per il scioglimento del braccio armato.

1835, i mormoni si sono rintanati a Kirtland a pubblicare libri con cui diffondere la vera fede e raccogliere adepti (e denaro, non dimentichiamolo mai).

Michael Chandler sta girovagando per gli Stati Uniti mostrando come attrazioni mummie e papiri che arrivano direttamente dai lontani scavi egiziani di Antonio Lebolo -di cui prima o poi parleremo in quanto avventuriero ed archeologo italiano con una vita alquanto buffa-, quando sente la voce secondo cui una strana setta in Ohio sostiene di avere le chiavi per tradurre i testi dall’egiziano antico (la Stele di Rosetta verrà rinvenuta solo nel 1850) e decide che un viaggio a Kirtland vale la pena.

Joseph che si trova un po’ a corto di idee acquista in blocco (con i soldi dei fedeli) tutta la mercanzia di cui dispone Chandler e si mette a tradurre i testi per integrarli al suo culto.

Se vi state chiedendo davvero se i mormoni fossero in possesso di un’armatura ebraica che dava il potere di tradurre la parola di Dio dall’egiziano la risposta è…ovviamente no.

I resti dei papiri su cui lavorò Smith passarono di mano in mano e solo alcuni frammenti sopravvissero allo scorrere del tempo ed incendi vari, arrivando in tempi recenti fino al Metropolitan Museum di New York. Ecco, questi frammenti esaminati da egittologi professionisti, in accordo con quelli diffusi nei testi sacri delle diverse edizioni del libro di Mormon, indicano un lavoro di traduzione “fantasioso”, nel migliore dei casi.


Nel 1836 Kirtland intera festeggia la costruzione del nuovo Tempio sacro in cui i Santi, tramite una sequela di fuffa magica non meglio precisata, possono ottenere i poteri ultimi del mormonismo quali: visioni angeliche, esperienze spirituali, profezie e il dono di parlare in lingue sconosciute.

Più concretamente invece, i mormoni sono nella cacca poichè si è abbattuta su di loro una delle piaghe peggiori della società moderna: una grave crisi finanziara.

La banca di Kirtland fallisce l’anno successivo (pare anche per la diretta cattiva gestione di Junior) e centinaia di adepti si ritrovano col culo per terra nella dura realtà della vita. Molti abbandonano il culto, in parecchi passano dalla parte di chi i mormoni li odia e solo un pugno di fedeli fa quadrato intorno al ‘profeta’ trasferendo armi e bagagli nella piccola cittadina di Far West dove formano una vera e propria milizia indipendente (i ‘Daniti’) e danno inizio alla ‘guerra Mormone’: da un lato i non-mormoni saccheggiano qualunque fattoria si trovano davanti con la scusa di credere in Smith, dall’altro i Daniti si sforzano di difendere i confini della minuscola Far West per tentare di riorganizzarsi.

In tutto questo nel 1838 il governatore del Missouri, Lilburn W. Boggs, firma il Missouri Executive Order 44 che a differenza di quello che ben dovrebbero conoscere i fan duri e puri di Star Wars (“i leader degli Stormtrooper devono uccidere i loro comandanti diretti”) ha come scopo quello di allontanare definitivamente i mormoni dai confini del Missouri con l’impiego diretto dell’esercito.

Haun’s Mill, un piccolo avamposto di mormoni testardi, si rifiuta di abbandonare le proprie terre e in tutta risposta gli abitanti (compresi donne e bambini) vengono massacrati da una milizia irregolare.

Nel frattempo a Far West si svolge un vero e proprio assedio che ha termine solo quando Smith si consegna in catene per permettere ai suoi adepti di riparare relativamente al sicuro verso l’Illinois.


Carcere di Liberty, Missouri.

In una cella di cinque metri per quattro il ‘profeta di Dio’ e quattro fra i confratelli mormoni più alti in grado vengono rinchiusi per quattro mesi al limite del rispetto della dignità umana -anche se presumo che negli stessi anni ci siano schiavi che se la passano molto peggio e di cui non sapremo mai nulla- per ‘alto tradimento contro lo Stato del Missouri’.

La notizia della cacciata e del massacro di civili sostanzialmente inermi ha un grande eco in tutta la nazione e porta un generale moto di disapprovazione nei confronti di Boggs, fino a che durante un trasferimento (grazie anche alla complicità delle guardie di scorta) i cinque Santi fuggono riparando a Nauvoo, in Illinois, un terreno semipaludoso nei dintorni del villaggio di Commerce acquistato a peso d’oro dallo ‘stato amico’.

Nella nuova ‘città santa’ sono accampati MIGLIAIA di mormoni in condizioni precarie e pietose, dato che la cacciata come ogni buon pogrom ha lasciato ad intere famiglie di profughi poco più di quello che indossano.
L’estate del ’39 fa un’ecatombe fra stenti, malaria e dissenteria ma assurge Smith a capo assoluto dei rifugiati che mettono insieme un piano per inviare i discepoli più forti ad evangelizzare in Europa (da cui in poco tempo cominciano ad arrivare i primi convertiti) e tirano su dal nulla una città con tutti i crismi nel mezzo del nulla che nel 1844 ospita gli stessi abitanti di Chicago.

Diverse Personalità Buffe (TM) si ritrovarono a Nauvoo in quegli anni, fra questi John Cook Bennett, facoltoso membro ed altissimo dirigente della Massoneria che si ritrova contemporaneamente a ricoprire una pletora di incarichi importanti (assistente della Presidente della Chiesa, consigliere della Prima Presidenza, sindaco e rettore dell’università) fra cui spicca senza dubbio quello di capo della ‘Legione di Nauvoo’ organizzata come un vero e proprio esercito (Bennett ha il pallino di Napoleone Bonaparte e punta ad imitarlo meglio che può) e che conta CINQUEMILA effettivi, il che la rende la milizia più imponente di tutto l’Illinois.

Tutti questi incarichi non lo salvano comunque dalla scomunica e l’esilio una volta che viene a galla la sua condotta libertina condita da tracce di omosessualità in un’epoca ancora meno gay friendly di quella di oggi.

Gli anni trascorrono e Nauvoo è una città sempre più grande e importante, i suoi vertici entrano negli alti gradi della Massoneria (grazie ai contatti procurati da Bennett) e vengono sviluppati e affermati riti, credenze e progetti grandiosi.

Fino al 1842, anno che segna l’inizio dell’Illinosiano medio nei confronti dei mormoni, per due ragioni principali: le aspirazioni politiche e militari di quello che sembrava essere uno stato nello stato e le accuse di ‘poligamia mormonica’ che cominciano a circolare.

Il 6 maggio uno sconosciuto tenta di uccidere Lilburn Boggs che quattro anni prima ha firmato l’ordine di espulsione e sterminio, i sospetti ricadono tutti su Smith sospettato di essere il mandante e viene ordinata la sua estradizione.

Due ufficiali del Missouri riescono ad introdursi a Nauvoo e catturare Joseph, ma si rendono presto conto che è impossibile portarlo via contro la sua volontà e rinunciano all’incarico.

Nel dicembre dell’anno successivo il nostro eroe presenta al governo americano una petizione per richiedere ufficialmente l’indipendenza della sua personale terra santa, ma il congresso fa spallucce e fischiettando lo ignora.

Per tutta risposta Smith SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA presentando un programma che oggi a tutti gli effetti potrebbe essere definito populista -una roba del genere ha portato comunque Trump alla presidenza– ma ben prevede perfettamente l’arrivo di una guerra civile con la schiavitù come causa principale.

Nella primavera del 1844 le cose prendono una bruttissima piega per il nostro protagonista: alcuni dei suoi consiglieri più vicini mostrano apertamente il loro dissenso per la nuova spinta politica.

Per tutta risposta Smith li esilia scomunicandoli, ma ottiene solo l’inizio della pubblicazione di un giornale indipendente, il Nauvoo Expositor, che ha come obiettivi quello di porre l’attenzione sulla necessità di una riforma della deriva teocratica e denunciare apertamente la pratica della poligamia ben diffusa fra i piani alti dei mormoni.

Il profeta a questo punto fa un errore marchiano: ordina alla sua legione la messa al bando del giornale e la distruzione delle macchine da stampa.


E la gente, anche fra i Santi più convinti, si incazza parecchio.

I giornali dell’Illinois vanno a nozze con questa storia e chiedono al governo un intervento militare.

Smith dichiara la legge marziale e mobilita tutti i 5.000 effettivi della legione.

Thomas Ford, governatore dell’Illinois risponde mobilitando le milizie dello Stato e quelle federali dando un ultimatum per evitare di scadere nel conflitto armato.

Joseph a questo punto fa una mossa azzardata e…SCAPPA lasciandosi alle spalle mogli/e e una pletora di persone infuriate…per poi ritornare in città, convinto dalle lettere della moglie Emma (che neanche troppo velatamente si sentiva giustamente in pericolo), consegnandosi ai funzionari agli ordini di Ford ben conscio che questo avrebbe decretato la sua fine “vado come un agnello al macello, ma sono calmo come un mattino d’estate”.

Il 23 giugno viene arrestato e condotto alla prigione di Carthage insieme al fratello, con le accuse di aver distrutto l’Expositor e aver istigato una rivolta armata aggravata dall’alto tradimento nei confronti dello stato dell’Illinois.
Pur se imprigionato gode di diversi privilegi e libertà, alloggia al primo piano di un complesso senza sbarre e può ricevere liberamente delle visite.

Una visita di cui avrebbe fatto a meno è quella di una folla inferocita che prende d’assalto la ‘prigione’. Le guardie fanno proprio poco per garantire la sicurezza dei prigionieri e abbandonano con la coda fra le gambe le loro postazioni. I facinorosi si fanno strada fino alla cella di Smith che nel frattempo si è barricato all’interno con pochi fedelissimi e qui viene ucciso a pistolettate, cadendo in seguito dalla finestra -leggenda vuole- intonando il canto “O Lord my God is there any help for the widow’s son?” per poi venire quasi decapitato dai furenti colpi della folla che attende poco sotto.


Alcuni membri del gruppo di assalitori vengono arrestati in seguito ma subito rilasciati senza conseguenze, mentre il cadavere del profeta viene trafugato da alcuni fedeli che lo tengono nascosto per evitare mutilazioni post-mortem.

Solo nel 1870 le spoglie del ‘più Santo fra i Santi’ vengono seppellite finalmente accanto ai resti della moglie Emma.

Degno di nota è che secondo il libro di Mormon il giorno che moriremo saremo tutti giudicati dallo strano trittico Dio/Gesù Cristo (per i mormoni non sono la stessa entità)/Joseph Smith.

Sappiatelo ed indossate sempre biancheria di flanella perchè pare che sia l’unica cosa che evita al diavolo di penetrarvi nei lombi.

 

Il mormonismo signore e signori, QUINDICI MILIONI di fedeli.

]]>
https://www.inutile-erudizione.it/joseph-smith/feed/ 3