John Malcolm Thorpe Fleming Churchill

Per gli amici -e fortunatamente per me che devo scriverne- semplicemente ‘Jack’, ‘Mad Jack’ o ‘Fighting Jack Churchill’ è stato uno dei più badassici figli di puttana generato dalla seconda guerra mondiale che la storia ricordi. Una di quelle personalità che quando appaiono nei film fanno sospendere l’incredulità per qualche decina di minuti.

E’ con grande piacere che vi consiglio di mettervi comodi, fare un respirone e smettere di fare quello che state facendo perchè vado a incominciare a narrarvi la reale storia della sua vita.


Jack nasce a Ceylon, in Sri Lanka, nel 1906 da una famiglia che da due generazioni da parte di padre presta servizio nella Ceylon Civil Service -ricordo chi se lo fosse dimenticato che mezzo mondo in quegli anni era una grande colonia britannica-. Pensando al bene del neonato, la famiglia si trasferisce per un certo periodo nella piccola provincia inglese del Surrey fino a ripartire nel 1910 alla volta di Honk Kong.
Già molto più cosmopolita di quanto io non sarò mai, viene educato presso il King William’s College, sull’isola di Man (uno sputo sul mappamondo in grado di rivaleggiare per lo stato più piccolo del globo).

Che in molti credono essere nei caldi mari del sud.

Dato che proviene da una lunga stirpe di soldati, non appena possibile viene spedito alla prestigiosa accademia militare di Sandhurst dove si diploma nel 1926, prima di decidere di arruolarsi nel Manchester Regiment di stanza in Birmania. Qui trascorre parecchi anni in sella alla sua moto, su strade battute e su altre ancora sconosciute, con l’ordine dall’alto di mappare la rete stradale e i sentieri utilizzabili dall’esercito.
Sfruttando le sue già grandi conoscenze degli usi e costumi locali diventa parecchio conosciuto nella zona e, non ultimo, impara a suonare da buon scozzese una cornamusa che si porta sempre appresso -sì, ORA sembra una skill inutile, riprenderemo il discorso dopo-.

Dopo 10 anni di questa vita decide che gli manca ancora un pezzo di mondo da vedere.
Si ritira dall’esercito e diventa editore di un giornale in Kenya, lavorando nel tempo libero come modello e calcando i primi passi come attore con una piccola parte ne ‘Il ladro di Baghdad’ sostanzialmente Aladin della Disney, prima di Aladin della Disney.

Nel 1938 prende parte ad un torneo di tiro con l’arco delle forze armate britanniche e si piazza secondo, ottenendo così la partecipazione l’anno dopo ai campionati mondiali di tiro con l’arco ad Oslo.

Se già vi sembra che abbia fatto un sacco di cose fin qui, rendetevi conto che dobbiamo ancora iniziare!

Nel settembre del ’39 quel baffetto buffetto di Hitler invade la Polonia, schiantandogli l’esercito nello stesso tempo che voi avete complessivamente trascorso a vedere la prima stagione di Game Of Thrones e si gira con sguardo lascivo verso la Francia.

Jack corre a riarruolarsi nel suo vecchio reggimento che viene spedito nel ’40 a dare a manforte ai mangiarane, che ripongono un sacco -ma un SACCO!- di speranze nella linea Maginot.
Di fronte alla macchina bellica nazista, mossa perfettamente durante il blitzkrieg, le difese francesi durano più o meno come il diniego allo stupro in un porno giapponese e anche Churchill e i suoi devono ripiegare su una guerriglia su piccola scala per cercare di fare quanti più danni possibile.

Durante un’imboscata a una pattuglia tedesca vicino al piccolo villaggio di l’Èpinette, da ai suoi il segnale d’attacco uccidendo con una freccia nel collo il sergente (feldwebel) in capo e divenendo contemporaneamente il primo -e a quanto si sappia l’unico- soldato britannico ad aver ammazzato qualcuno con UN ARCO LUNGO durante la seconda guerra mondiale.

Headshot

Trascorre il resto della sua permanenza in Francia a coadiuvare la resistenza in sella alla sua moto, con in spalla il suo arco e in mano UNA FOTTUTISSIMA CLAYMORE. Quando un suo superiore gli chiese il perché si ostinasse ad andare in giro con una spada a due mani Jack lo guardò sornione e gli disse:

“In my opinion, sir, any officer who goes into action without his sword is improperly dressed”.


Durante la battaglia di Dunkirk viene ferito al collo da una mitragliatrice tedesca durante un’imboscata, Jack se ne batte allegramente la ciolla e in quelle condizioni salva un ufficiale inglese, rimasto anche lui ferito.
I piani alti gli conferiscono per questo la Military Cross e gli propongono un modo per sfruttare al meglio le sue capacità, credo con una conversazione del genere:

“Sai cosa sono i Commandos figliolo?”
“Ammazzano nazisti?”
“Bhe, sì, ma non vuoi sapere…”
“No, andata, dove firmo per arruolarmi?”

Tornato in patria, viene sottoposto insieme ad altri soldati scelti all’addestramento del British Special Force e risulta talmente figo da essere nominato leader del secondo squadrone. La prima missione dei nuovissimi Commandos consiste in un assalto anfibio in una base nazista a Vaasgo, in Norvegia.
Il gruppo comandato da Churchill ha l’ordine di prendere il controllo delle batterie di artiglieria situate nella vicina Maaloy Island, ma come capita spesso in questi casi vengono paracadutati un po’ a cazzo di cane di qualche decina di chilometri più lontani rispetto alla zona di atterraggio preventivata.

Non perdendosi d’animo, Churchill tira fuori la sua CORNAMUSA dalla sacca -sì, sì era paracadutato con una cornamusa- e comincia a suonare “The Marching of the Cameron Man” per tenere alto il morale dei suoi uomini.
Riesce così a recuperare lo svantaggio di tempo sull’assalto e va all’attacco dell’isola SEMPRE SUONANDO LA SUA CAZZO DI CORNAMUSA e tirando granate a destra e a manca.

 

Fermi.

Immaginatevelo con l’acqua gelida fino a metà coscia, con i proiettili che fischiano tutto intorno, i suoi uomini che sparano e muoiono a fianco a lui e la sua cornamusa che suona e si ferma solo per permettergli di urlare “COMMANDOOOOOOOOS!”

Ok, ripartiamo.

Qualche ora dopo l’alto comando britannico riceve il seguente telegramma:
“Maaloy battery and island captured. Casualties slight. Demolitions in progress. Churchill.”

La prova dei Commandos è andata talmente bene che iniziano ad essere schierati in varie operazioni chiave lungo tutti i vari fronti della guerra.
Durante l’assalto di Salerno, Jack e i suoi rimangono bloccati insieme ad un discreto numero di soldati inglesi da varie postazioni di artiglieria situate nel vicino paesino di Piegoletti, difese da una guarnigione numericamente soverchiante. Messo al corrente della situazione, Jack dichiara sornione: “Non me ne frega un cazzo di quanti sono!” e conduce un assalto notturno sulla città.
La sua tattica fu di nuovo solamente quella di urlare “COMMANDOS!” più forte che poteva.

I suoi 50 uomini tornarono al campo con 136 prigionieri e dopo aver fatto un non meglio precisato numero di morti.


L’impresa forse più caratteristica è però quella in cui una mattina torna al campo base accompagnato una decina dei suoi e da QUARANTADUE prigionieri, ARMATO SOLO DELLA SUA SPADA! Era semplicemente scivolato dietro le linee nemiche e aveva preso alle spalle poco per volta un’intera guarnigione di mortai.
I testimoni del suo arrivo parlarono di “un immagine da guerra napoleonica” e nel dubbio lo insignirono della Distinguished Service Order.

Spostato sul fronte Jugoslavo, le cose andarono un po’ meno bene e durante un azione sull’isola di Brac nel mar Adriatico finisce completamente circondato, senza munizioni e con tutti i suoi uomini morti e morenti attorno.
Impossibilitato a muoversi fa l’unica cosa che gli resta da fare, suona una canzone tristissima alla cornamusa e attende che gli scoppi di granata si avvicinino, poi il buio.
.
..

Naa! Mica era morto, tranquilli!


Avendo anche una discreta dose di culo le granate non lo feriscono praticamente che di striscio, viene catturato e spedito a Berlino per essere interrogato prima di essere rimbalzato verso il Sachsenhausen Concentration Camp.

Da dove (ovviamente) fugge nel settembre del ’44 dopo aver strisciato sotto metri di filo spinato e campi minati.
Viene ribeccato sulla costa del Baltico e spedito a calcioni in un altro campo di concentramento in Austria.
Anche qui il soggiorno dura poco, riesce a scappare nell’aprile del 1945 e a farsi 150 miglia a piedi sulle Alpi, prima di ricongiungersi con una colonna statunitense.

Rimpatriato, con la guerra che volge ormai al termine, ottiene di farsi mandare in Birmania dove aveva in programma di ripartire per andare a combattere i giapponesi, ma gli Stati Uniti decisero di essere più magnanimi e invece di spedirgli un Mad Jack optano per sganciare sull’impero del Sol Levante due bombe nucleari.
Appresa la notizia, Churchill si arrabbia non poco dicendo che “se non era per questi fottuti yankee la guerra poteva durare per un altro paio d’anni”.

La vita avventurosa di Jack non era finita proprio per un cazzo, all’età di 40 anni diventa istruttore di paracadutismo e decide di inseguire l’azione. Entra nel mondo dei mercenari a pagamento e assoldando qualche suo vecchio compagno si sposta in Palestina, dove organizza le scorte dei convogli Israeliani.
Finisce in mezzo alla merda un paio di volte, soprattutto quando un convoglio medico viene assaltato da soverchianti forze armate e quasi tutti gli occupanti finiscono letteralmente squartati vivi davanti ai suoi occhi, ma ancora una volta per miracolo riesce a salvarsi.
Nella sua ultima azione sul campo evacqua un ospedale pieno di malati sotto al fuoco dei razzi palestinesi e decide che, cazzo, ne ha abbastanza.

Si trasferisce in Australia, diventa istruttore in un’accademia militare e si appassiona al surf, divenendo a 59 anni il primo uomo a cavalcare le onde del Severn (il più lungo fiume del Regno Unito).

Anche da pensionato non rinuncia ad essere badass.

È famosa la storia secondo cui era solito prendere il treno che lo riportava a casa e spaventare passeggeri e controllori gettando le sue valigie dal finestrino prima di arrivare in stazione perché “tanto abito vicino alla ferrovia, praticamente così li tiro in giardino”.

Muore nel Surrey nel 1996 dopo una vita che ne vale almeno dieci normali.

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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