“Alla Bastiglia la gran folla si scaglia, è la vigilia di una nuova battaglia”, cantavano i bardi all’indomani della Rivoluzione Francese. La presa di quel luogo era un obiettivo di grande importanza per gli insorti e probabilmente molti dei vostri commensali nei salotti culturali si immaginano che da quelle grate spalancate siano corse fuori centinaia di persone tenute in catene dalla Monarchia oppressiva. Ma sapete quanti prigionieri furono liberati, in quel fatidico 14 luglio 1789?
Sette, e nessuno di loro era un prigioniero politico. Gli insorti ne furono delusi e arrivarono persino a inventare la figura del recluso Conte di Lorges per dare all’avvenimento un significato di portata maggiore.

Va comunque detto che, dopo quell’iniziale scoramento, già dai giorni successivi l’accadimento assunse un valore simbolico e che, in seguito, assurse a vero e proprio punto d’avvio del processo rivoluzionario.
Quindi, forse fu solo un misero uovo, quel giorno, ma una ben pasciuta gallina in quelli a venire!

In questi tempi bui in cui ancora vige sì tanta disparità fra le genti di varie condizioni sociali, ci piace ricordare la storia di Enrique di Molucca, che POTREBBE essere stato il primo uomo a circumnavigare il nostro azzurro globo.

Acquistato come schiavo da Magellano in Malesia e da lui poi portato in Europa, fece parte della spedizione che il celebre navigatore non portò a termine perché fu ucciso nelle Filippine. Sopravvissuto a questa triste circostanza, Enrique ritornò, passando però da ovest, nei propri luoghi di origine. Non tutte le fonti sono concordi nel dire che ciò effettivamente avvenne, perché secondo alcuni, il nostro eroe partì un meridiano più a ovest di dove arrivò, ma a noi piace pensare che sia lui, uno schiavo, a detenere questo prestigioso primato.

L’umanità, sin dagli albori, si è sempre dimostrata oltremodo pugnace e guerrafondaia. Abbiamo memoria di innumerevoli battaglie via terra, via mare e, negli ultimi decenni, via aria.
A questo proposito, sapete da cosa erano causate la maggior parte delle vittime in un conflitto navale, nei secoli passati? Non tanto dalle palle di cannone (che certamente potevano abbattersi sulla testa di qualche malcapitato, ma non era poi così frequente), quanto dalle schegge di legno, per lo più marcio, che tali proiettili facevano volare via dalla nave, con pericolosissime traiettorie su cui spesso i marinai si venivano, ahiloro, a trovare!