Cari eruditi amanti dell’arte. Sapete che il cardinale Federico Borromeo, allorché donò la Canestra di Frutta di Caravaggio alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, espresse il desiderio di affiancarle un quadro con lo stesso soggetto che potesse, se non eguagliarne, quantomeno non sminuirne la bellezza?
Decise poi di lasciarla sola, poiché non riuscì a trovare alcuna opera che vi si avvicinasse neppure lontanamente.

Tutti hanno sentito nominare Donato Bramante, anche se non tutti sanno che la Basilica di San Pietro fu da lui progettata (curiosamente, è molto più noto il lavoro di Gian Lorenzo Bernini, soprattutto per via del celebre colonnato).
Personalmente, ogni volta che sono a Milano e che la trovo aperta, mi reco alla chiesa di Santa Maria presso San Satiro, molto meno conosciuta (è una chiesetta laterale poco visibile passeggiando per via Torino) a deliziarmi della visione dell’abside prospettica, che, antesignana del Trompe-l’œil, crea l’illusione di una struttura di dimensioni tradizionali, pur essendo in realtà costruita in novantacinque centimetri di spazio.

“È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio”.

Quante volte il vostro maggiordomo vi ha apostrofato in siffatta maniera, vedendovi tornare ebbri d’assenzio dal circolo del whist?
Ebbene sappiate che è possibile che tale celebre adynaton biblico sia in realtà frutto di un errore di traduzione. Secondo alcuni commentatori, infatti, la parola aramaica GAMAL può indicare sia un cammello che una corda, generando quindi un’immagine più consona alla cruna in oggetto.