Ah! Le stelle! Ah! Le galassie! Ah! L’immensità del cosmo! Quante volte vi siete sentiti annichiliti e minuscoli di fronte ad esse? Quante volte avete contemplato la scura volta del firmamento con occhi sognanti? Quante volte vi siete recati in campagna, o su un alto monte per potervi beare del lontano scintillio di quegli astri? La vista spazia all’infinito, per miliardi e miliardi di chilometri, osservando oggetti celesti che esistono dalla notte dei tempi e che si trovano a distanze inconcepibili dal nostro naso all’insù.

Ma sapete, fra tutta questa cosmica quantità di materiale siderale, quante galassie sono visibili a occhio nudo?
Quattro, di cui una è ovviamente la Via Lattea.
Oltre ad essa, solo la galassia di Andromeda e la Piccola e Grande Nube di Magellano si mostrano al nostro sguardo.

Ahi lasso! Come siamo piccoli e isolati, in mezzo a tanta dovizia di astronomica grandezza!

Una figura che mi affascina molto è quella di Edmund Halley, noto ai più solo per via dell’eponima cometa, ma in realtà notevolissimo scienziato che fu autore di millanta fondamentali scoperte in campo astronomico e meteorologico.
Inoltre, e qui veniamo all’aneddotica che tanto ci aggrada, quando si rivolse a Newton per discorrere di alcune sue idee in merito al moto dei pianeti, scoprì che questi aveva già spiegato tutto in alcuni suoi lavori autonomi, ma che semplicemente non aveva interesse a pubblicare (era un tipo ben bizzarro, Sir Isaac)!

Ah, quante facezie! Ah, quante lepidezze sono state scritte intorno ai minuscoli arti superiori del Tyrannosaurus rex! Eppure, è ormai assodato che fossero tutt’altro che vestigiali o atrofici. Non vi è, naturalmente, certezza assoluta in merito, ma senz’altro essi erano assai adatti a tenere ferma con erculea forza qualsiasi preda che il mastodontico bestio catturasse con la bocca. Era infatti la testa ad essere utilizzata come organo d’attacco e di caccia, mentre le braccia servivano come supporto.
In buona sostanza, i nostri arti lunghi e sottili sono particolarmente adatti a movimenti repentini e scattanti, mentre i suoi erano certo meno agili, ma presumibilmente dotati di notevolissima muscolatura che garantiva una presa solidissima!