Il calabrone non può volare, ma lo fa lo stesso (e punge pure)!

Io non ho un buon rapporto con la forza di gravità. Soprattutto quando decido finalmente di rimuovere dalla scrivania il cumulo di fragilissime tazzine sporche di caffè e cerco di portarlo verso il lavandino. Però esiste e mi ci sono sempre dovuto adattare, come ogni essere vivente (e anche non vivente) su questo pianeta.

Cioè, tranne il calabrone, ovviamente!
Tutti avrete senz’altro sentito o letto la frase che sta nella foto d’apertura di questo articolo, spesso attribuita addirittura ad Einstein (che mai si sognò di dire nulla del genere, ma tanto gli attribuiscono pure i bigliettini dei Baci Perugina, quindi non ci stupiamo). Beh, senza neanche preoccuparmi di mantenere un po’ di suspense, vi dico subito che è falsa (ed è pure un errore di traduzione, perché in realtà si riferirebbe al bumblebee, cioè al bombo). Le origini della leggenda sono incerte: sicuramente se ne è iniziato a parlare negli anni ’30, ma non si sa il nome dello scienziato che fece i calcoli secondo cui le ali di tali insetti sarebbero troppo piccole per fare sufficiente presa sull’aria e ne renderebbero quindi impossibile il volo. Però, suvvia, se la scienza si fosse fermata (ricorrendo a spiegazioni miracolose o magiche) ad ogni errore di calcolo di un fisico, col cavolo che adesso sareste capitati su questo sito mentre cercavate “rimorchiare grazie all’erudizione” col vostro smartphone. In realtà sappiamo ormai da molto tempo come stanno le cose e non c’è davvero alcun mistero intorno a questa dinamica.
La faccio molto semplice: l’errore del nostro amico scienziato fu considerare lisce le ali dell’insetto, che in realtà sono molto ruvide e frastagliate e quindi hanno un elevato coefficente di attritto che, unito all’impressionante velocità con cui si muovono, crea vortici e correnti che sostengono l’animale. Insomma, per intenderci, il calabrone, il bombo e altri insetti simili, non volano come un aereo (come fanno invece certi uccelli), ma come un elicottero.
Quindi, se vi sta puntando e si dirige verso di voi col pungiglione spianato, mettervi in posa da Gandalf e urlargli “Tu non puoi volareeee….” non funzionerà.
Quello che però mi intristisce di questa leggenda, è che davvero esiste gente pensa che il calabrone violi le leggi della fisica e accetta il fatto con un’alzata di spalle, commentando “toh, che cosa curiosa”, o peggio ancora “Oh, che ficata! Vai calabrone vai, sei tutti noi, fagliela vedere, a quella maledetta fisica”.
Sigh 🙁
Purtroppo temo che non si tratti di semplice superficialità, ma di vera e propria sfiducia nei confronti della scienza, a favore di qualche affascinante quanto improbabile spiegazione secondo cui il calabrone, chissà perché, sarebbe l’unico animale magico della Terra, alla facciaccia di gatti neri, corvi, capri e famigli vari. È una visione davvero deprimente, perché la scienza ci ha allungato e semplificato la vita in mille modi ed è assurdo che ci sia gente che la sminuisce a favore di ciarlatanerie e superstizioni. È vero, a volte gli scienziati sbagliano. È vero, ci sono cose che la scienza non è ancora riuscita a spiegare, ma ciò che la differenzia da certe castronerie è proprio la franchezza con cui ammette la propria fallibilità e la tenacia con cui cerca di correggere gli errori e, soprattutto, con cui continua a cercare le soluzioni che ancora non sono state trovate, a differenza di chi semplicemente inventa frottole per giustificare il fatto che la realtà non corrisponda alle proprie teorie inventate.
Va beh, dopo aver sollevato questo vespaio (ahahahah, l’avete capita? Calabrone… Vespaio… No? Non faceva ridere eh? Uff….), devo però ammettere che esiste un animale il cui volo la scienza non è mai riuscita a spiegare!

Mario Sacchi

Sono socio del CICAP (ma non ricopro alcun ruolo particolare e non mi sogno di parlare a nome loro) e convinto assertore della validità del metodo scientifico in ogni campo della vita. Ciò non mi rende meno cialtrone ma fa sempre colpo sulle ragazze*. (*)potrebbe non essere vero.

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