Genrich Grigor’evic Jagoda

La storia di Genrich Grigor’evic Jagoda (Jago da qui in avanti) è la storia di un uomo tutto d’un pezzo -di merda- agevolmente riassumibile come il corrispettivo di Himmler per la Russia sovietica di Stalin. Tra le varie cose si può cogliere una notevole ironia nel fatto che fu lui, di origini ebraiche, a progettare il sistema dei gulag che tanti morti e sofferenze ha causato durante gli anni del suo utilizzo.

La sua carriera all’interno del GPU (il ‘Direttorato Politico dello Stato‘, la polizia segreta del partito comunista che aveva come obiettivi primari lo spionaggio e la ‘liquidazione dei nemici del popolo’) e dell’NKVD (il ‘Commissariato del Popolo degli Affari Interni’) è contraddistinta da una brillante scalata fino ai vertici con un metodo che va di moda ancora nel Soviet di oggi : l’avvelenamento di superiori e oppositori.

Una metodo di cui Alexander Litvinenko avrebbe fatto volentieri a meno.


Durante la sua vita, il nostro Jago, ha fatto una caterva di cose discutibili ma forse la peggiore è ‘l’affare di Nazino’, venuto a galla tempo dopo gli avvenimenti solo grazie al rapporto di Vassilii Arsenievich Velichko che però (nella miglior tradizione dittatoriale) viene messo a tacere secretando tutte le prove da lui raccolte, risalite agli onori della cronaca solo quarant’anni fa.

 

Velichko, senza la sua testimonianza la storia di oggi non sarebbe stata raccontata.


Cos’è l’affare di Nazino?
Nel 1933 Jago progetta ed organizza un ‘grandioso progetto’ volto a ricollocare in Siberia e Kazakistan qualcosa come DUE MILIONI di uomini. ‘Ricollocare’ significava prendere di peso masse di ‘kulaki’ (contadini poveri delle campagne e persone ‘sgradite’ nelle città) e spostarle per fargli arare e coltivare qualcosa come UN MILIONE DI ETTARI DI STEPPA GHIACCIATA.
Escludendo il dilemma morale se fosse giusto o meno obbligare della gente ai lavori forzati a vita -morte- l’idea in sé per sé non era stronza, solo che arriva in congiunzione con la ‘grande carestia sovietica’ del 1932-’33 causata in buona parte dalla collettivizzazione delle campagne. Questo compromette di molto la capacità di aiuto logistico al progetto, tanto che Stalin stesso ritira il suo consenso.
Sto dimenticando qualcosa? Oh si! 25.000 (VENTICINQUEMILA!) persone nel frattempo erano già state deportate.

 

“Vabbè, non è che posso ricordarmi tutto!”


Mettere una massa di persone così grande tutta insieme, quasi senza organizzazione, mischiando gente comune e carcerati e dandogli AL GIORNO una razione di cibo pari a circa TRECENTO GRAMMI di pane, a me -anche se non sono a capo del GPU- mi sembra un pochino un idea del cazzo…è difatti così fu:
I criminali rubano soldi, vestiti e (letteralmente) tozzi di pane a chiunque gli arrivi a tiro, gli animi si scaldano e le (poche) forze militari sul posto cominciano ad avere dei problemi, perché tu puoi anche essere armato e gli altri no, ma quando ti superano in numero di venti a uno anche solo le unghie e i denti fanno male.

Dato che ‘Dividi et impera’ aveva funzionato bene in altre parti del mondo, si decide di caricare CINQUEMILA di loro (di cui un terzo criminali) privi di vestiti adatti e strumenti di lavoro su quattro chiatte per il trasporto del legname e scaricarli su una striscia di terra di tre chilometri chiamata Nazino, situata nell’enorme confluenza di due grandi fiumi russi. Dopo avergli abbassato la razione a DUECENTO GRAMMI DI PANE AL Dì.

 

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Ora fate uno sforzo e immaginate di essere trasportati su una fottuta secca stepposa in mezzo alla Siberia. Fa un freddo porco, siete vestiti di carta e almeno uno dei due di quelli che vi circondano è un potenziale un pazzo assassino -a meno che già non lo siate voi-.
R
ipartendo con la chiatta in tutta fretta i soldati vi salutano col pugno alzato ordinandovi di fondare una colonia produttiva nel nome del partito.
Scommetto che avete già capito che la storia di oggi non finisce benissimo…

Tenendo conto che in parecchi, dopo essere stati sbarcati da questa crociera di lusso, già si reggevano a stento in piedi, la Komandatura decide di portare sul lato opposto dell’isola altri 1200 “coloni” insieme a venti tonnellate di farina utili per il sostentamento dei primi tempi.
Se questa quantità vi sembra sufficiente è perchè non avete considerato che è necessario sfamare con essa più di SEIMILA persone, l’addetto prefissato al razionamento si chiama Yuri, di lavoro sgozza persone, vi ordina di fare il pane, voi non avete gli strumenti adatti e l’unico modo per usare bene la farina è mischiarla con l’acqua (dissenterica) del fiume…

In circa un mese -stranamente- il numero dei coloni si dimezza e il cannibalismo diventa un must come l’aperitivo con lo spritz; poi dato che vivere era già troppo una figata scoppia un epidemia di tifo…

Visto che la prima tranche di deportazioni era andata COSÌ BENE, le autorità trasportano a Nazino altre QUATTROMILA persone che immagino i tremila cannibali tifoidi e dissenterici rimasti osservarono arrivare con lo stesso sguardo del mio gatto quando gli do i croccantini.


Tre mesi dopo l’inizio della colonizzazione di Nazino, in agosto, un rapido censimento dichiara che dei presenti sull’isola FORSE se ne possono salvare circa duecento.

Riporto giusto uno stralcio del rapporto di Velichko per farvi capire quanto la vita a Nazino fosse una figata:
“Sull’isola c’era una guardia di nome Kostja Venikov, era giovane. Faceva la corte a una bella ragazza deportata. La proteggeva. Un giorno, dovendosi allontanare, disse a un compagno. ‘Sorvegliala tu’, ma quello, con tutta quella gente intorno non riuscì a fare granché…
Qualcuno la prese e la legò a un pioppo: le tagliarono il petto, i muscoli, tutto quello che si poteva mangiare, tutto, tutto… avevano fame.”

Vi farà piacere sapere che dopo tutto questo Jagoda riesce a tirare avanti fino al 1938, poi Stalin evidentemente stufo di averlo intorno con quei ridicoli baffetti, decide di farlo fucilare per la sua indolenza.

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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