Avada Kedavra calibro 50.

“Mezzo clic a sinistra, mantello blu.”

“Mezzo clic, confermato.”

La voce passava tramite gli auricolari forte e chiara anche se i due soldati stavano a malapena sussurrando.

“E allora io gli faccio: signore sono anni che ho la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra in questo mondo!
Sparizioni, incidenti inspiegabili, leggende…ho impiegato tutta una vita per arrivare a questo livello della
catena di comando per una sola ragione: la verità. Ora me lo può dire, sono gli alieni a governare la razza umana?”

“E lui?”

“Quello stronzo mi viene vicinissimo alla faccia, posso quasi sentirgli l’alito che odora di cocktail di gamberi da cinquanta sterline e mi dice col tono da 007 più convincente che riesce a tirare fuori: è più complicato di così, Flanagan, molto più complicato.”

“Tipico, anche con me hanno fatto la stessa…OCCHIO! Un quarto di giro a ore tre, mantello rosso.”

“Mantello rosso, confermato.”

I due erano ormai da alcune ore appollaiati sul cornicione della stazione ferroviaria, il via vai della massa di civili era un flusso costante e sembrava non diminuire mai fra gente che entrava e gente che usciva.
Si susseguivano a ondate, come schiuma portata dalla marea, ma sembrava che l’uomo più basso trovasse subito i suoi bersagli designati grazie a uno strano binocolo, all’apparenza antico e moderno allo stesso tempo.


“Quindi in pratica il nostro compito è solo quello di marchiarli?”

“Per il momento almeno, le squadre speciali sono già mischiate fra la folla anche se non potranno seguirli a lungo se usano la loro ‘magicabula’. Non tutti sono così intelligenti o paranoici da averne qualcuna addosso comunque, i più sono semplicemente uomini di mezza età difficili da notare.”

Ma non difficili da uccidere.

“Il punto è proprio quello. Tra di loro si raccontano di essere speciali e straordinari e di poter rendere possibile l’impossibile.
È vero, qualcuno di loro può farlo, m
a non tutti e non sempre. Sono distratti, fuori contesto, non hanno idea di cosa sia la tecnologia degli ultimi duecento anni e soprattutto sono comunque perlopiù umani.
Se colti di sorpresa anche un semplice proiettile può ammazzarli.

“Eppure da quello che ho letto nei rapporti ci sono immortali, draghi e combattenti in grado di uccidere solo aprendo la bocca.”

“È vero, l’ultima parte gliel’ho vista fare dal vivo, gli è bastato alzare una fottuta bacchetta per ammazzare sei dei miei, in Uganda.”

“E tu come ne sei uscito?”

Barrett calibro .50, 1870 metri, uno dei miei tiri migliori. Del bastardo è rimasto giusto il mantello.

“Sono comunque troppo pericolosi, se vuoi la mia opinione dovremmo -Flanagan si fermò di botto puntando il binocolo in direzione dei parcheggi e aprendo le comunicazioni con la base- Royal Team a Mother, Royal Team a Mother. Chiedo conferma dal satellite alle coordinate del mio Oculus.
Ho il bersaglio primario in vista, ripeto: vedo il calderone!

Il cecchino cambiò subito postazione, ignorando la folla sotto di lui e spostando la visuale sul parcheggio.

“Qui Ala Nera, confermo l’avvistamento, ce n’è un gruppo al completo!”

La radio rimandò ai due per alcune decine di secondi il suono ovattato di una conversazione concitata nella sala di comando poi infine arrivò il messaggio che tutti nell’unità d’èlite avrebbero voluto ricevere: Qui Mother, siete autorizzati a procedere!

“Siamo a posto con il pacco?”

“È tutto armato e operativo, c’è abbastanza esplosivo là sotto per fermare un Challenger.”

“Non è detto che possa bastare con loro, ricordatelo. Questi sono dei pezzi grossi, non le mezze cartucce di prima.”

“È per questo che lo stiamo facendo mentre sono con dei bambini, no? Per coglierli in contropiede.”

“Non dirlo come se non te ne importasse, Flanagan, avrai gli incubi per anni per questa stronzata.”

“Le mie notti sono già piene di roba ben peggiore. Loro non mi hanno usato questa premura quando ho dovuto seppellire i cadaveri delle mie figlie. Pezzo dopo pezzo.”

“Non siamo meglio di loro, quindi.”

Non l’ho mai pensato, è proprio questo il punto.

La radio gracchiò sommessamente, indicando che anche in sala di comando stavano ascoltando: “Royal Team. Aggiornamento.”

“Qui Ala Nera. I soggetti sono nove in tutto. Abbiamo quattro bersagli ad alta priorità più i loro…bhe signore, più i loro figli”.

Dopo qualche secondo la voce alla radio si fece più decisa: “Siete autorizzati a considerare tutto il gruppo come composto da bersagli ad alta priorità. Sapete cosa significa.

“Sissignore!”

“Ora?”

“Non sono abbastanza vicini, puoi star certo che non avremo mai più un’occasione del genere.”

“Ora?”

“Se penso a quanti di noi hanno ammazzato quelli della loro stirpe, a quanto l’umanità intera sarebbe potuta progredire insieme alle possibilità negate dall’unione fra tecnologia e magia…questo è quasi uno spreco.”

“ORA?”

“Aspetta! Aspetta che il bambino inizi a correre verso quel cazzo di muro. OK! ORA!

-BOOOOOOOOOM-

Qualche ora dopo l’intera Londra stava ancora risuonando di una cacofonia di sirene, mentre in cielo volteggiavano decine elicotteri che facevano la spola gli ospedali e la stazione ferroviaria, ormai sventrata per metà.
Le macerie erano dappertutto, i corpi dilaniati anche.

“Non scherzavi sull’esplosivo.”

“Non volevo rischiare niente dopo i tuoi racconti.”

I due soldati si avvicinarono cauti, il cordone della polizia teneva lontano le telecamere che erano sciamate come mosche sulla merda di cavallo ma non potevano comunque rischiare di essere ripresi.

Qualcuno, da qualche parte, urlò.

Ala Nera si fermò davanti a un cadavere semisepolto da una colonna.
Si chinò qualche minuto a osservarlo, mentre Flanagan continuava a guardarsi in giro col suo strano artefatto.

“Punta l’Oculus qui, finiamola con questa merdata e andiamo a bere.”

L’uomo girò il binocolo al contrario, erano giorni che se lo teneva incollato al viso e per un solo attimo le sue orbite vuote rimandarono quello che poteva apparire come come uno scintillio, poi avvicinò le lenti fin quasi a toccare la fronte pallida della massa di carne morta che fino a qualche ora prima era uno dei maghi più potenti del mondo.

Aprì la comunicazione col comando.

“Mother, qui Royal Team. Abbiamo una doppia conferma. Harry Potter è morto.”

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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