Huldrych Zwingli

-Se siete interessati allo spinoso argomento ‘religioni’ vi consiglio di fare una capatina QUI e QUI prima di iniziare la lettura di questo post, giusto per farvi un’idea in linea di massima del mio pensiero a riguardo.
E’ sempre utile segnalarlo all’inizio onde evitare noiosissime dispute teologiche sul finale.-


Huldrych nasce a Wildhaus, nel cantone svizzero-tedesco di San Gallo, il primo gennaio 1484.
Secondo di otto fratelli -siamo negli anni in cui se va bene sopravvive fino all’età adulta il numero totale della prole diviso tre-, segue l’iter in uso all’epoca tra le famiglie benestanti e viene inviato a studiare teologia, ritrovandosi così sballottato fra le università di Vienna e Basilea fino al 1506, anno in cui viene ordinato prete ottenendo in abbinato il titolo di ‘Magister artium’, il corrispondente medioevale un po’ sfasato del master odierno (per i tempi: Baccelliere<Magister<Dottore).

Forse stufo di stare chino sui libri, decide di affiliarsi come cappellano militare -la necessità di avere l’anima linda pur con le mani lorde di sangue è sempre stato un leitmotiv costante di tutti i vari credo della terra- in una delle moltitudini di compagnie mercenarie in partenza per la guerra della Lega di Cambrai, uno dei maggiori conflitti delle guerre d’Italia del XVI secolo che vede per otto anni contrapporsi praticamente tutti gli stati europei all’espansione via terra della Repubblica di Venezia, con il neanche troppo malcelato obiettivo di distruggere la Serenissima per saccheggiarne le ricche spoglie.
Se oggi torme di turisti da tutto il mondo possono andare in piazza San Marco ed ordinare un caffè pagandolo dai venti ai trenta euro -real story- è solo perché Venezia ai tempi impiega la quasi totalità delle sue ingenti forze militari, diplomatiche e monetarie per rovesciare più volte le alleanze in gioco, in modo tale da arrivare nel 1516 a fine conflitto con sostanzialmente gli stessi confini di partenza, eccezion fatta per dei territori occupati in Romagna ed alcuni porti pugliesi.

I veneziani avevano dalla loro anche santi che apparivano e sparivano alla bisogna, come San Faustino e San Giovita evocati in difesa di Brescia come dei G.F. di Final Fantasy qualsiasi.

Huldrych non arriva comunque a vedere il termine degli scontri, poiché partecipa fino alla battaglia di Marignano (13 settembre 1515), tenutasi tra Melegnano e San Giuliano Milanese per stabilire se il controllo del Ducato dovesse andare all’alleanza (mutevolissima) franco-veneziana o agli svizzeri che impersevano sulle terre dei bauscia oramai da tre anni. Lo scontro viene ricordato anche come ‘Battaglia dei Giganti’ per i numeri di forze in gioco (62.000 francoveneti VS 20.000 crucchi) e per il conseguente numero di morti.

-NO, NON QUESTI GIGANTI!-

Tenete conto che nonostante la disparità numerica le falangi di picchieri svizzeri fino a questa battaglia erano considerate invincibili e rischiarono in più di un occasione di vincere il confronto con le forze francesi, sebbene queste ultime dispiegassero un artiglieria migliore.
La situazione cambia radicalmente quando i veneti, comandati da Bartolomeo d’Alviano, giungono a rinforzo dei mangiabaguette prendendo alle spalle il principale accampamento elvetico e sterminandolo (sopravvivivrà appena un terzo dei 20.000 uomini) con l’ausilio delle linee di lanzichenecchi, che da pallide imitazioni delle armate cantonali si rivelarono essere da qui in avanti una delle unità di fanteria pesante più apprezzate d’Europa grazie alla loro versatilità.
La battaglia decreta la fine dell’avventura espansionistica svizzera, che perde ogni influenza sui territori conquistati dalla battaglia di Novara del 1513 -tra gli altri la Val d’Ossola da cui mi tocca scrivere/vivere/sopravvivere-.

Bartolomeo d’Alviano. Dalla faccia uno a cui non sarei andato a rompere le balle in taverna.
Lanzichenecchi Pride.

Scampato alla disfatta di Marignano il nostro buon Zwingli decide che ne ha avuto abbastanza di mercenari. Ripara in patria e diventa parroco della città di Glarona prima e di Einsiedeln poi.
In questo periodo entra in contatto con la figura di Erasmo da Rotterdam: teologo, umanista e filosofo considerato uno dei principali esponenti della dottrina dell’Umanesimo Cristiano che si pone come obiettivo, tramite studi filologici dei testi sacri, la fine degli eccessi del clero ed il ripristino del significato originale degli insegnamenti di Cristo, non condizionati da traduzioni di comodo o forzature.

Erasmo con l’espressione di uno che aveva già capito fino a che punto avrebbero apprezzato le sue teorie a Roma.

In Vaticano, come potete immaginare, l’Umanesimo Cristiano non raccoglie molti consensi per ovvi motivi di potere e controllo. Ci vuole pochissimo prima che venga tacciato di eresia chiunque ne seguisse i dettami che si diffusero comunque a macchia d’olio creando una base esplosiva per le successive riforme protestanti che videro poi l’innesco con la famosa -e spero conosciuta- affissione delle tesi di Martin Lutero sulla porta della chiesa di Wittenberg, nel 1517.


Zwingli elabora molto presto una propria idea di come si sarebbe dovuta riformare la chiesa, ma a differenza del sopracitato Lutero non si limita ad attaccare dei fogli su una porta. La riforma protestante svizzera vede la luce dal molto più buffo -nonchè il principale motivo per cui ne stiamo parlando oggi- ‘Affair of the Sausages’:


1522:
Huldrych è diventato il pastore della chiesa di Grossmünster, a Zurigo.
Durante un sermone tenuto davanti ad una folla di fedeli adoranti decide di smetterla di fare le solite prediche ed esordisce con:

“Amici, compatrioti, fratelli…trovo che sia giunto il momento di liberarci dal giogo del clero di Roma che impedisce alle buonanime come noi di gustarci in santa pace una buona e grassa salsiccia durante il periodo di Quaresima!”

Sì, avete letto bene e no, non sta usando una metafora per la fellatio.

Tutto parte dal sermone ‘Von Erkiesen und Freiheit der Speisen’ (‘per quanto riguarda la scelta e la libertà degli alimenti’), che in sostanza fa notare come in nessuna pagina della Bibbia originale ci siano passaggi che proibiscano la carne in quel periodo dell’anno ed quindi erano stati aggiunti forzatamente in seguito.
Quindi se qualcuno voleva mangiarsi un wurstellone il Mercoledì delle Ceneri non finiva all’inferno.
E nessuno aveva mai indicato che le funzioni si sarebbero dovute tenere in latino, escludendo il popolo.
O che i preti non potessero scopare.
O che le raffigurazioni dei Santi si ammucchiassero nella casa del signore come in un album Panini.
O che il clero potesse cambiare la parola di Dio a suo uso e consumo.

Gran parte della popolazione accetta i ragionamenti di Zwingli con gioia -vorrei vedere, più weisswürst per tutti- escludendo gli anabattisti, che permanevano nella loro -perfettamente logica- idea che il battesimo ai neonati fosse una cosa da evitare.
Gli anabattisti comunque smettono di essere un problema nel 1526, quando il consiglio cittadino decise per loro l’equissima pena della MORTE PER AFFOGAMENTO, più per il fatto che si ostinavano a rifiutare di giurare fedeltà alla città e di prestare servizio militare. Huldrych rimane in disparte nella contesa ed ottiene così di liberarsi dell’unico ostacolo per il controllo delle anime di Zurigo. Da qui il moto riformatore a cui ha appena dato il via si diffonde negli anni successivi ai cantoni vicini, fino a coprire l’intera nazione svizzera.

Nel 1529 ha un incontro direttamente con Lutero in persona.
Entrambi scomunicati da un papa Adriano VI sempre più sull’orlo di un intervento armato -ripetetemi un attimo il discorso che Dio è fatto di pace e amore-, entrambi a capo di un importante riforma protestante nei loro paesi, entrambi (come spesso accade) due personalità forti ed intransigenti nelle loro posizioni.

“Mò raduno l’esercito e queste due dita sante le faccio sparire nel vostro retto!”

A Marburgo l’incontro non riesce però a unificare i due movimenti. Zwingli non ammette nessun compromesso riguardo la sorte dei cantoni cattolici (convertitevi o morite) e sentendosi accerchiato da un ‘complotto cristiano’ decide per la via delle armi, organizzando insieme al governo di Zurigo un esercito di fedeli per una guerra di religione che vide invasioni e contro-invasioni a destra e a manca.

Lutero aveva già intelligentemente fiutato dove si sarebbe arrivati di quel passo:
Nel 1531 tutti i cantoni cattolici con l’aiuto di Roma si organizzarono in una grande armata e dichiararono guerra a Zurigo, marciando verso la cittadina di Kappel.
Zwingli riunisce alla meglio i suoi uomini e decide di dar battaglia comandando gli uomini dalla prima linea.
E in prima linea viene ucciso, lasciandoci come eredità Quaccheri e Battisti, che sostanzialmente nascono dalle ceneri del suo protestantesimo.

La salma di Huldrych venne riportata nella chiesa di San Pietro a Zurigo, dove giace ancora oggi, mentre a Kappel venne eretto uno dei monumenti più badassici che io ricordi per un uomo di chiesa.

Per una statua così val la pena di morire.

Il tutto per la gioia di chi era interessato a mangiarsi una salsiccia sotto Quaresima, perchè aveva finalmente una voce.

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: