Joseph Smith

Benvenuti a questa nuova puntata del filone: “prendiamo in giro l’accozzaglia delle inutili superstizioni comunemente definite ‘religioni’, i loro santoni truffaldini ed i loro tristi adepti mentecatti”.

La storia di oggi potete collocarla agilmente fra la papaya del principe Filippo, il pene cosmico di Chizuo Matsumoto ed i bicchierini al kool-aid avvelenato di James Warren Jones. Va da sé che se non avete idea dei riferimenti descritti il mio consiglio è di cliccare sui link sopracitati e farvi una cultura.

O farvi una cultura e basta, che va sempre bene.

Joseph Smith (Junior) nasce il 23 dicembre 1805 a Sharon, in Vermont, da una famiglia di coltivatori e piccoli commercianti di prodotti agricoli. Quintogenito di una prole affollata (in totale mamma Smith sforna undici figli per la regola: “sopra la decina sono il numero di figli che sopravvivono”), dopo aver contratto un’infezione ossea derivante da una febbre tifoidea (le condizioni igieniche del 1800 non sono famose per evitare il contatto bocca/feci) pare essere condannato sin dalla tenera età ad una vita intera in stampelle.

Sorprendentemente però si riprende alla grande e verrà in seguito descritto come: “alto, di bell’aspetto e dal fisico prestante”.

Nel 1816, dopo un’annata disastrosa per chi vive del lavoro dei campi, il padre deve trasferire tutto il nucleo familiare nel villaggio di Palmyra, nello stato di New York. Sono tempi particolari per le terre nordamericane, attraversate da una recrudescenza di misticismo religioso che smuove indistintamente metodisti, presbiteriani, battisti, luterani e cattolici.


Di fondo si venera tutti lo stesso Dio, ma di fronte alle grandi domande della fede si trovano risposte alla mano nell’intolleranza mista all’ignoranza, facendo scontrare gente che prega la sera anzichè al mattino o che mangia carne di venerdì invece che di sabato.

La situazione era molto simile a quella odierna insomma.

In questo periodo Joseph inizia ad interessarsi alla ‘religione’ nella sua accezione più ampia (non propenderà mai per nessuna in particolare, se non la sua) dividendo il suo tempo rimanente fra il lavoro nei campi della fattoria del padre e saltuariamente la scuola primaria.

Fino al 1820.

Un anno descritto da lui (in seguito) come “fondamentale per l’intera umanità”.

-Tenetevi forte perchè sto per raccontarvi in cosa credono i mormoni-.


Una sera di primavera, il nostro protagonista all’epoca quattordicenne ha appena finito di leggere un passo della Bibbia, Giacomo 1,5: “Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data”.

Colpito da queste parole decide di andare a rompere la balle direttamente a Nostro -loro- Signore (dimenticandosi evidentemente la parte della Bibbia in cui si dice che Dio è onnipresente) nel posto migliore che gli viene in mente per parlare con una magica entità aliena, che si rivela essere IL BOSCO DIETRO CASA!

Qui, un Joseph raccolto in preghiera, percepisce delle non meglio precisate FORZE DEMONIACHE che tentano di blandirlo, ma viene salvato da due misteriosi ESSERI DIVINI che gli appaiono davanti nella loro luce sfolgorante rivelandogli che tutte le chiese del mondo sono in torto poiché l’unico culto che Dio ha scelto per spargere la realtà del vero Vangelo sarà quello che un giorno lo vedrà a capo.


Già questo dovrebbe essere abbastanza per definire il personaggio, ma il meglio deve ancora arrivare.

Il 21 settembre 1823 gli appare per tre volte in una notte un angelo vestito di una tunica luminescente.
Questo portatore del messaggio di Dio gli si presenta come Moroni, uno dei profeti dimenticati dalla storia che ha calcato il suolo americano nel 400 d.C. e, guarda alle volte il caso, HA SEPPELLITO UN TESTO SACRO INCISO SU TAVOLETTE D’ORO IN UNA COLLINA POCO DISTANTE.

Junior è l’unico che può trovarlo.


A chi è che non è mai capitato di fare un sogno simile -magari dopo aver esagerato con la peperonata-?
Quello che accade di rado è prendere però pala e piccone, farsi guidare nel luogo indicato dalla voce di un fantasma di MILLEQUATTROCENTO anni prima, scavare come un matto nel mezzo della notte e trovare -a suo dire- un SARCOFAGO DI PIETRA SIGILLATO che gli viene affidato col divieto assoluto di aprirlo prima di qualche anno, ma al cui interno -sosterrá in seguito- riposa un’antica armatura ebraica in grado di far comprendere la parola di Dio all’uomo comune e due tavole d’oro su cui Mormon, primogenito di un generico profeta che nel 590 d.C. partì da Gerusalemme per poi arrivare -chissà come- in centroamerica stabilendo la nascita della cultura del -mai comprovato- popolo Nefita che ha trascritto l’intera Bibbia mormonica, altresì chiamata ‘Libro di Mormon’.

-sembra folle? Non molto di più di tre pastorelli portoghesi santificati per aver detto di aver visto la Madonna-

Questo ritrovamento il quattordicenne Smith lo tiene per sè, dato che dal 1825 non gioca ancora il ruolo del leader religioso ma quello del -sempre truffaldino- “cercatore di tesori”, venendo assunto da Josiah Stowell e William Hale (famoso inventore inglese che diverrà in seguito l’apripista per lo sviluppo futuro dei razzi) per dare la caccia ad una fantomatica miniera d’argento spagnola abbandonata.

Che poi sia stato proprio il nostro eroe a mettere in giro questa storia è un altro discorso.

Quando la ricerca dell’argento lo porta a Bainbridge, New York, viene arrestato e spedito a scoppoloni in tribunale con l’accusa di essere “un impostore sregolato che si finge un ‘glass looker’ (=veggente), ma si svicola dalla legge con poco più che un rimbrotto.

Quello da cui non riesce invece ad uscire è la relazione con la figlia di William, Emma Hale, che sposa pur senza l’approvazione della famiglia di lei, dopo la più classica delle ‘fuitine’.

Nel 1827 i due novelli sposi tornano alla collina delle visioni, dove il fantasma di Moroni autorizza l’apertura del sarcofago affidando a Smith la traduzione delle tavole d’oro proibendogli però di farle vedere a qualcun altro -molto, MOLTO, comodo-, ed in seguito traslocano ad Harmony, in Pennsylvania.

Qui mentre Emma ha il suo daffare per sfornare il primo figlio, Joseph UTILIZZA IL POTERE MAGICO DELL’ARMATURA EBRAICA PER DETTARE IN STATO DI TRANCE ALLA MOGLIE LA PAROLA DI DIO INCISA IN ‘EGIZIANO RIFORMATO’ -una lingua come un’altra per indicare: “non so neanche io cosa cazzo inventarmi ancora”-.

I due trascorrono il loro tempo così.

Capite bene anche voi perchè in breve si ritrovino a fare la fame.

In loro soccorso arriva però un vicino abbastanza gonzo da credere a questa sequela di minchiate, Martin Harris, che IPOTECA TUTTI I SUOI AVERI per finanziare la traduzione. Il tutto, ovviamente, SENZA VEDERE MAI NULLA di concreto poichè: “sono le regole imprescindibili del fantasma di un millennio e mezzo fa, non possiamo trasgredire o succede che come se fosse antani denaturato a destra”.

Ci può stare che ad una certa ad Harris saltarono i nervi e presentandosi dal nostro protagonista pretendendo di conoscere lo stato dei lavori. Junior deve aver detto qualcosa del tipo: “Trovo insopportabile la tua mancanza di fede!” perchè brucia L’UNICA COPIA DEL MANOSCRITTO REDATTO fin lì.

L’unica speranza per Harris di non perdere ulteriormente la faccia a questo punto era stare zitto e buono e far proseguire la traduzione per poi infine ricavarci -magari- qualcosa.

Emma nel frattempo ci ricava di dare alla luce un bambino morto (lo stress di vivere dentro questa storia può aver contribuito) e per il prescelto da Dio questo è un duro colpo, facendo arenare il progetto per qualche tempo.

Con gli anni si radunano intorno a questa strana combriccola altri personaggi che vengono abilmente manipolati per diventare soci/adepti/schiavi. Oliwer Cowdery fu il primo convertito al mormonismo ed impara in fretta dal suo maestro, tanto che nel 1929 dichiara di aver ricevuto la stessa visione di Joseph in cui GIOVANNI BATTISTA IN PERSONA GLI CONCEDE TRAMITE IL ‘SACERDOZIO DI ARONNE’ IL POTERE DEL BATTESIMO.

I due corrono a battezzarsi a vicenda nel primo rigagnolo disponibile.

“Volo, invisibilità e artigli dalle mani erano superpoteri già presi”

Nel 1829 Joseph ha un’idea per fugare ogni -legittimo- dubbio dei miscredenti che continuano a sostenere che tutta questa storia sia una truffa: FA FIRMARE UNA DICHIARAZIONE AD UNDICI TESTIMONI (che siano tutti suoi conoscenti evidentemente non conta) in cui si dichiara che le tavole d’oro esistono e sono misteriosamente avvolte da un’aura mistica.

Per quanto possa sembrare strano questa mossa basta a consentire l’anno successivo la pubblicazione del ‘Libro di Mormon’ la fondazione della ‘Chiesa di Gesù Cristo’, l’arrivo di notorietà, adepti e anche le attenzioni non proprio amichevoli delle autorità religiose locali.

“Non è che adesso il primo contadino/cercatore di tesori senza cultura che si sveglia col piede giusto al mattino può creare una religione!”

Smith timidamente prova a far notare che Gesù Cristo era figlio di un falegname e per tutta risposta è costretto a trasferirsi a Fayette, dove tiene la prima conferenza della Chiesa in cui in pensa: “non è che adesso il primo contadino/adepto senza cultura che si sveglia col piede giusto al mattino può creare una religione!” e stabilisce che SOLO A LUI DIO CONCEDE LE VISIONI.

Dopo poco anche Fayette diventa pericolosa per i Mormoni (come vengono chiamati in termine dispregiativo) e la comunità si deve spostare ancora più ad ovest a Kirtland, in Ohio. In questa terra di frontiera la comunità si stabilisce costruendo un tempio e fondando una banca (soldi e fede vanno sempre d’accordo), dove tutti i nuovi arrivati versano i loro risparmi per ricevere in cambio il titolo di Santo.


Le cose prendono una piega così buona che Smith acquista dei terreni ad Indipendence, nel Missouri, con l’intenzione di costruire Sion, la propria città santa, mentre chi capita a Kirtland si trova davanti una sorta di comune hippie/comunista del 1800, in cui i beni del singolo vengono gestiti da vescovi nominati dal nostro eroe che ha ricevuto indicazioni in merito direttamente dagli apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo.

Il 30 aprile 1831 Emma da alla luce altri due gemelli morti, per controbilanciare adotta due bambini rimasti orfani -sarebbe stato più complesso adottare i cadaveri dei genitori-.

Nel frattempo ai vicini non mormoni questo profeta improvvisato sta sempre più sulle scatole. La notte del 24 marzo una folla inferocita gli irrompe in casa, lo bastona fino a farlo svenire e poi lo abbandona per strada, cosparso di catrame e piume.


Un po’ per lo spavento e un po’ per il freddo cinque giorni dopo muore Joseph Murdock, uno dei figli adottivi della coppia. Non appena si riprende Smith abbandona Kirtland per andare in missione di evangelizzazione in Canada, che può anche essere letta come: “vado a cercare della gente grossa con cui tornare a farvi il culo”.

Le fila dei mormoni col tempo si ingrossano ed i nuovi ‘Santi’ sono invitati a trasferirsi nel Missouri per creare la terra promessa.

Il problema è che ai coloni già presenti questa terra promessa abitata da gente che sostiene con forza l’abolizione della schiavitù (circa trent’anni prima della guerra di secessione) nel nome di Dio non sta esattamente simpaticissima.

Se avete presente quel capolavoro del cinema che è ‘Lo chiamavano Trinità’ avete un’esatta idea di cosa avvenne di lì a poco, solo che qui non c’erano due leggendari fratelli mangiafagioli dalla parte dei mormoni e la congregazione (anche mettendo in mezzo la legge) deve sloggiare dalla contea di Jackson, dove si trovavano i terreni, a quella vicina di Clay.

 

Nel 1834 Smith si mise a capo di 200 adepti armati formando il ‘Campo di Sion’, che aveva come obiettivo quello di riprendere possesso del ‘sacro suolo donato da Dio’.

Il problema in questo caso fu la logistica, in quanto partirono dalla lontana Kirtland dando tutto il tempo ai coloni infervorati di equipaggiarsi bene e prepararsi meglio.

Quando il Campo di Sion arriva infine in Missouri si convince di non avere la minima speranza di vittoria, contando anche un’epidemia di colera che ne stava decimando le fila, e si risolse per il scioglimento del braccio armato.

1835, i mormoni si sono rintanati a Kirtland a pubblicare libri con cui diffondere la vera fede e raccogliere adepti (e denaro, non dimentichiamolo mai).

Michael Chandler sta girovagando per gli Stati Uniti mostrando come attrazioni mummie e papiri che arrivano direttamente dai lontani scavi egiziani di Antonio Lebolo -di cui prima o poi parleremo in quanto avventuriero ed archeologo italiano con una vita alquanto buffa-, quando sente la voce secondo cui una strana setta in Ohio sostiene di avere le chiavi per tradurre i testi dall’egiziano antico (la Stele di Rosetta verrà rinvenuta solo nel 1850) e decide che un viaggio a Kirtland vale la pena.

Joseph che si trova un po’ a corto di idee acquista in blocco (con i soldi dei fedeli) tutta la mercanzia di cui dispone Chandler e si mette a tradurre i testi per integrarli al suo culto.

Se vi state chiedendo davvero se i mormoni fossero in possesso di un’armatura ebraica che dava il potere di tradurre la parola di Dio dall’egiziano la risposta è…ovviamente no.

I resti dei papiri su cui lavorò Smith passarono di mano in mano e solo alcuni frammenti sopravvissero allo scorrere del tempo ed incendi vari, arrivando in tempi recenti fino al Metropolitan Museum di New York. Ecco, questi frammenti esaminati da egittologi professionisti, in accordo con quelli diffusi nei testi sacri delle diverse edizioni del libro di Mormon, indicano un lavoro di traduzione “fantasioso”, nel migliore dei casi.


Nel 1836 Kirtland intera festeggia la costruzione del nuovo Tempio sacro in cui i Santi, tramite una sequela di fuffa magica non meglio precisata, possono ottenere i poteri ultimi del mormonismo quali: visioni angeliche, esperienze spirituali, profezie e il dono di parlare in lingue sconosciute.

Più concretamente invece, i mormoni sono nella cacca poichè si è abbattuta su di loro una delle piaghe peggiori della società moderna: una grave crisi finanziara.

La banca di Kirtland fallisce l’anno successivo (pare anche per la diretta cattiva gestione di Junior) e centinaia di adepti si ritrovano col culo per terra nella dura realtà della vita. Molti abbandonano il culto, in parecchi passano dalla parte di chi i mormoni li odia e solo un pugno di fedeli fa quadrato intorno al ‘profeta’ trasferendo armi e bagagli nella piccola cittadina di Far West dove formano una vera e propria milizia indipendente (i ‘Daniti’) e danno inizio alla ‘guerra Mormone’: da un lato i non-mormoni saccheggiano qualunque fattoria si trovano davanti con la scusa di credere in Smith, dall’altro i Daniti si sforzano di difendere i confini della minuscola Far West per tentare di riorganizzarsi.

In tutto questo nel 1838 il governatore del Missouri, Lilburn W. Boggs, firma il Missouri Executive Order 44 che a differenza di quello che ben dovrebbero conoscere i fan duri e puri di Star Wars (“i leader degli Stormtrooper devono uccidere i loro comandanti diretti”) ha come scopo quello di allontanare definitivamente i mormoni dai confini del Missouri con l’impiego diretto dell’esercito.

Haun’s Mill, un piccolo avamposto di mormoni testardi, si rifiuta di abbandonare le proprie terre e in tutta risposta gli abitanti (compresi donne e bambini) vengono massacrati da una milizia irregolare.

Nel frattempo a Far West si svolge un vero e proprio assedio che ha termine solo quando Smith si consegna in catene per permettere ai suoi adepti di riparare relativamente al sicuro verso l’Illinois.


Carcere di Liberty, Missouri.

In una cella di cinque metri per quattro il ‘profeta di Dio’ e quattro fra i confratelli mormoni più alti in grado vengono rinchiusi per quattro mesi al limite del rispetto della dignità umana -anche se presumo che negli stessi anni ci siano schiavi che se la passano molto peggio e di cui non sapremo mai nulla- per ‘alto tradimento contro lo Stato del Missouri’.

La notizia della cacciata e del massacro di civili sostanzialmente inermi ha un grande eco in tutta la nazione e porta un generale moto di disapprovazione nei confronti di Boggs, fino a che durante un trasferimento (grazie anche alla complicità delle guardie di scorta) i cinque Santi fuggono riparando a Nauvoo, in Illinois, un terreno semipaludoso nei dintorni del villaggio di Commerce acquistato a peso d’oro dallo ‘stato amico’.

Nella nuova ‘città santa’ sono accampati MIGLIAIA di mormoni in condizioni precarie e pietose, dato che la cacciata come ogni buon pogrom ha lasciato ad intere famiglie di profughi poco più di quello che indossano.
L’estate del ’39 fa un’ecatombe fra stenti, malaria e dissenteria ma assurge Smith a capo assoluto dei rifugiati che mettono insieme un piano per inviare i discepoli più forti ad evangelizzare in Europa (da cui in poco tempo cominciano ad arrivare i primi convertiti) e tirano su dal nulla una città con tutti i crismi nel mezzo del nulla che nel 1844 ospita gli stessi abitanti di Chicago.

Diverse Personalità Buffe (TM) si ritrovarono a Nauvoo in quegli anni, fra questi John Cook Bennett, facoltoso membro ed altissimo dirigente della Massoneria che si ritrova contemporaneamente a ricoprire una pletora di incarichi importanti (assistente della Presidente della Chiesa, consigliere della Prima Presidenza, sindaco e rettore dell’università) fra cui spicca senza dubbio quello di capo della ‘Legione di Nauvoo’ organizzata come un vero e proprio esercito (Bennett ha il pallino di Napoleone Bonaparte e punta ad imitarlo meglio che può) e che conta CINQUEMILA effettivi, il che la rende la milizia più imponente di tutto l’Illinois.

Tutti questi incarichi non lo salvano comunque dalla scomunica e l’esilio una volta che viene a galla la sua condotta libertina condita da tracce di omosessualità in un’epoca ancora meno gay friendly di quella di oggi.

Gli anni trascorrono e Nauvoo è una città sempre più grande e importante, i suoi vertici entrano negli alti gradi della Massoneria (grazie ai contatti procurati da Bennett) e vengono sviluppati e affermati riti, credenze e progetti grandiosi.

Fino al 1842, anno che segna l’inizio dell’Illinosiano medio nei confronti dei mormoni, per due ragioni principali: le aspirazioni politiche e militari di quello che sembrava essere uno stato nello stato e le accuse di ‘poligamia mormonica’ che cominciano a circolare.

Il 6 maggio uno sconosciuto tenta di uccidere Lilburn Boggs che quattro anni prima ha firmato l’ordine di espulsione e sterminio, i sospetti ricadono tutti su Smith sospettato di essere il mandante e viene ordinata la sua estradizione.

Due ufficiali del Missouri riescono ad introdursi a Nauvoo e catturare Joseph, ma si rendono presto conto che è impossibile portarlo via contro la sua volontà e rinunciano all’incarico.

Nel dicembre dell’anno successivo il nostro eroe presenta al governo americano una petizione per richiedere ufficialmente l’indipendenza della sua personale terra santa, ma il congresso fa spallucce e fischiettando lo ignora.

Per tutta risposta Smith SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA presentando un programma che oggi a tutti gli effetti potrebbe essere definito populista -una roba del genere ha portato comunque Trump alla presidenza– ma ben prevede perfettamente l’arrivo di una guerra civile con la schiavitù come causa principale.

Nella primavera del 1844 le cose prendono una bruttissima piega per il nostro protagonista: alcuni dei suoi consiglieri più vicini mostrano apertamente il loro dissenso per la nuova spinta politica.

Per tutta risposta Smith li esilia scomunicandoli, ma ottiene solo l’inizio della pubblicazione di un giornale indipendente, il Nauvoo Expositor, che ha come obiettivi quello di porre l’attenzione sulla necessità di una riforma della deriva teocratica e denunciare apertamente la pratica della poligamia ben diffusa fra i piani alti dei mormoni.

Il profeta a questo punto fa un errore marchiano: ordina alla sua legione la messa al bando del giornale e la distruzione delle macchine da stampa.


E la gente, anche fra i Santi più convinti, si incazza parecchio.

I giornali dell’Illinois vanno a nozze con questa storia e chiedono al governo un intervento militare.

Smith dichiara la legge marziale e mobilita tutti i 5.000 effettivi della legione.

Thomas Ford, governatore dell’Illinois risponde mobilitando le milizie dello Stato e quelle federali dando un ultimatum per evitare di scadere nel conflitto armato.

Joseph a questo punto fa una mossa azzardata e…SCAPPA lasciandosi alle spalle mogli/e e una pletora di persone infuriate…per poi ritornare in città, convinto dalle lettere della moglie Emma (che neanche troppo velatamente si sentiva giustamente in pericolo), consegnandosi ai funzionari agli ordini di Ford ben conscio che questo avrebbe decretato la sua fine “vado come un agnello al macello, ma sono calmo come un mattino d’estate”.

Il 23 giugno viene arrestato e condotto alla prigione di Carthage insieme al fratello, con le accuse di aver distrutto l’Expositor e aver istigato una rivolta armata aggravata dall’alto tradimento nei confronti dello stato dell’Illinois.
Pur se imprigionato gode di diversi privilegi e libertà, alloggia al primo piano di un complesso senza sbarre e può ricevere liberamente delle visite.

Una visita di cui avrebbe fatto a meno è quella di una folla inferocita che prende d’assalto la ‘prigione’. Le guardie fanno proprio poco per garantire la sicurezza dei prigionieri e abbandonano con la coda fra le gambe le loro postazioni. I facinorosi si fanno strada fino alla cella di Smith che nel frattempo si è barricato all’interno con pochi fedelissimi e qui viene ucciso a pistolettate, cadendo in seguito dalla finestra -leggenda vuole- intonando il canto “O Lord my God is there any help for the widow’s son?” per poi venire quasi decapitato dai furenti colpi della folla che attende poco sotto.


Alcuni membri del gruppo di assalitori vengono arrestati in seguito ma subito rilasciati senza conseguenze, mentre il cadavere del profeta viene trafugato da alcuni fedeli che lo tengono nascosto per evitare mutilazioni post-mortem.

Solo nel 1870 le spoglie del ‘più Santo fra i Santi’ vengono seppellite finalmente accanto ai resti della moglie Emma.

Degno di nota è che secondo il libro di Mormon il giorno che moriremo saremo tutti giudicati dallo strano trittico Dio/Gesù Cristo (per i mormoni non sono la stessa entità)/Joseph Smith.

Sappiatelo ed indossate sempre biancheria di flanella perchè pare che sia l’unica cosa che evita al diavolo di penetrarvi nei lombi.

 

Il mormonismo signore e signori, QUINDICI MILIONI di fedeli.

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

3 pensieri riguardo “Joseph Smith

  • 15 Gennaio 2021 in 23:43
    Permalink

    La seguo sempre con interesse questa rubrica sulle Personalità Buffe. : )

    Rispondi
  • 20 Marzo 2021 in 11:07
    Permalink

    Da buon eremita digitale non ho Facebook. : (
    Aspetto qui, pazienza tanto ne ho.

    Rispondi

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